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Il Patriarchio, l'antico palazzo papale

Quando i papi abitavano non in Vaticano ma al Laterano

28 novembre 2010

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Giulia Grassi

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I testi di Giulia Grassi sull'area del Laterano:



Per più di mille anni i papi hanno abitato non nei Palazzi Vaticani ma nel cosiddetto Patriarchium, il Palazzo Papale al Laterano. Ma quello che è oggi è conosciuto come il 'Palazzo del Laterano' ha solo quattrocento anni ed è stato realizzato tra 1585 e 1589 dall'architetto Domenico Fontana, su commissione di papa Sisto V Peretti.

Per costruirlo, Fontana ha demolito il precedente palazzo papale, il Patriarchio, salvando solo alcune parti di esso molto venerate (Santuario della Scala Santa).

Il primo palazzo era nato nel IV secolo all'epoca dell'imperatore Costantino, con la cattedrale cioè la Basilica Salvatoris (poi dedicata a San Giovanni) e il Battistero; era normale che il vescovo risiedesse vicino alla sua chiesa. Nel corso del Medioevo si era notevolmente ingrandito e, con la basilica e il Battistero, faceva parte di una vera e propria cittadella fortificata.

Qui i papi hanno vissuto fino al 1309, quando il papa francese Clemente V trasferì la sede ufficiale del Papato ad Avignone, dove rimase fino al 1376 (il periodo è detto 'cattività avignonese'). Nel 1377 il papa spostò la sua residenza in Vaticano, definitivamente.

Non sappiamo bene dove si trovasse il palazzo del IV secolo. Una teoria molto dibattuta vuole che sia nato utilizzando le strutture della domus Faustae, cioè l'abitazione dell'imperatrice Flavia Maxima Fausta, moglie di Costantino. Proprio l'imperatore avrebbe donato in tutto ο in parte questo palazzo imperiale al papa Milziade, forse in occasione del sinodo che si era svolto qui (convenerunt in domum Faustae in Laterano) nel 313. Ma non si hanno prove di questo (nemmeno, in verità, che la Fausta proprietaria della domus sia la moglie di Costantino).

La fase espansiva del palazzo inizia nell'VIII secolo, con una serie di papi che lo arricchiscono in modo che possa rivaleggiare con le residenze imperiali di Costantinopoli. Proprio in quel periodo, infatti, il Palazzo dei Cesari sul Palatino viene demolito, e viene scritto il famoso falso della Donazione di Costantino, base della legittimità del potere politico dei papi. Il Laterano si propone come centro dell'unico potere esistente a Roma, quello dei pontefici.

Il Patriarchio medievale: Pianta di Cesare Rasponi (1657); Disegno di Charles Rohault de Fleury (1877)

[Pianta: P. Verzone in Roma e l'età carolingia, 1976 - disegno: S. Cecchelli - T.Strinati, San Giovanni in Laterano, 2000]

1. Basilica di San Giovanni

2. Battistero

3. Sala del Concilio (triclinio accubitaneo)

4. Triclinio Leoniano

5. Scalone d'onore (Scala Santa)

6. Cappella Papale di San Lorenzo (Sancta Sanctorum)

7. Loggia delle Benedizioni

8. Porta Asinaria nelle Mura Aureliane

9. Santa Croce in Gerusalemme


Comincia quest'opera papa Zaccaria (741-752), che promuove lavori di abbellimento e la costruzione di un triclinium (sala per banchetti) e di una torre fortificata.

Ma soprattutto prosegue Leone III (795-816), che fa costruire due triclinia di grande ricchezza e valore simbolico. Il primo, con tre absidi (4 nelle foto), è in minima parte sopravvissuto (Triclinio Leoniano). Il secondo (3), che più tardi è stato chiamato Sala del Concilio, è stato abbattuto dal Fontana ma le informazioni che abbiamo permettono una sua ricostruzione.

Era una sala enorme (m 68 x 15,37), con cinque nicchie su ognuno dei lati lunghi e un nicchione sul lato di fondo. Nelle nicchie erano collocati letti semicircolari (accubita) perché all'epoca nei pranzi ufficiali si mangiava sdraiati, come nell'antica Roma; così il triclininio era detto 'accubitaneo'.

Era sfarzoso: soffitto in legno, pavimento in marmi policromi, al centro una fontana con una conca di porfido (in medio concam porphireticam aquam fundentem), affreschi nelle dieci nicchie laterali e mosaici su quella di fondo.

Gli storici pensano che questa imponente sala si ispirasse al Triclinio dei XIX letti nel palazzo imperiale di Dafne, a Costantinopoli. Poiché sempre Leone III aveva costruito nel palazzo anche un grande portico detto macrona, che nel nome ricorda una analoga struttura presente nel Magno Palazzo sempre a Costantinopoli, appare chiara la volontà di rendere la residenza del Laterano sontuosa e imponente come un vero palazzo imperiale.



E proprio dall'epoca di Leone III si cominciano a riunire nel Campus lateranensis, cioè nell'area a nord della cattedrale (oggi Piazza San Giovanni in Laterano, dominata dal grande obelisco lateranense), una serie di sculture in bronzo, simbolo del potere politico dei papi: la Lupa capitolina, la statua equestre di Marco Aurelio (conosciuta come Caballus Constantini), i frammenti di un colosso bronzeo (mano, testa, globo) rappresentante Costantino o Costanzo II, e altri ancora (portate, nel Rinascimento, al Campidoglio).

Tra i tanti interventi successivi nel Patriarchio, ricordiamo solo la ricostruzione del Sancta Sanctorum (6) ad opera di Niccolò III nel 1277 e la Loggia delle Benedizioni (7) ad opera di papa Bonifacio VIII (1294-1303). È stata distrutta dal Fontana, ma ne abbiamo un bellissimo disegno realizzato intorno al 1535 da Maarten van Heemskerk: era caratterizzata da colonne di porfido e verde antico che sorreggevano un grande arco trilobo e, a conclusione, una cuspide decorata con statue dei SS Pietro e Paolo (ora nel museo della basilica).

Con la loggia sono scomparsi anche gli affreschi che la decoravano, opera di Giotto, e che conosciamo grazie a una miniatura di Giacomo Grimaldi (oltre che da un frammento, molto restaurato, conservato dentro la basilica lateranense). In genere si pensa che la scena rappresenti Bonifacio VIII che proclama il Giubileo del 1300; ma in tempi più recenti Chiara Frugoni (Due papi per un Giubileo, 2000) ha proposto un'interpretazione diversa: Bonifacio VIII che benedice la folla al termine della lettura di una bolla papale contenente processi contro i nemici della Chiesa.



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