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La Porta Asinaria nelle Mura Aureliane

Curiosità su una delle porte più belle delle antiche mura aureliane

28 novembre 2010

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Giulia Grassi

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I testi di Giulia Grassi sull'area del Laterano:



Roma è la sola capitale europea ad aver mantenuto, e in modo abbastanza completo, il circuito delle antiche mura difensive. Gli sventramenti tardo-ottocenteschi e quelli fascisti hanno devastato larghe zone della città (tra le quali il Vaticano, Piazza Venezia, l'Esquilino) ma hanno risparmiato le mura iniziate dall'imperatore Aureliano nel 271 e completate dai suoi successori (entro il 289).

Costruite in economia, inglobando strutture preesistenti come ad esempio la Piramide Cestia o l'Anfiteatro Castrense, erano lunghe 18 km e alte circa 7 m. Furono rinforzate una prima volta dall'imperatore Onorio (401-402), e poi ancora nei secoli successivi, anche se raramente.


Porta Asinaria è una delle 14 porte che si aprivano nelle mura. Nata come ingresso poco importante, con un'apertura (fornice) protetta solo da due torri quadrate, è stata ben fortificata proprio da Onorio. È stata alzata di livello, il fornice è stato allargato, ai lati delle torri originarie ne sono state costruite due di forma cilindrica, di tre piani e alte 20 metri; sono stati aggiunti una controporta e un cortile di guardia (incisione del Dupérac, 1577, a destra). Diventando così la più imponente porta della città.

Porta Asinaria; a destra l'incisione di Dupérac, 1577

Porta Asinaria è stata murata nel 1574, in coincidenza con l'apertura di Porta San Giovanni ad opera di papa Gregorio XIII. All'epoca era già in buona parte interrata, e questo ha permesso la conservazione della struttura, riemersa durante gli scavi effettuati tra 1951 e 1954. Dopo un restauro, la porta viene riaperta dopo ben quattro secoli: è il 21 aprile 1954, giorno del 'natale di Roma'.

La conquista gota del 17 dicembre 546

Nel corso della lunga e terribile guerra greco-gotica (tra bizantini e ostrogoti), i goti di Totila entrarono nella città, che poi saccheggiarono, proprio da Porta Asinaria. Non perché non fosse solida, ma per il tradimento di alcuni soldati isauri, che si erano accordati col nemico. Ce lo racconta lo storico bizantino Procopio di Cesarea:

"[...]Totila, appena si fece notte, messo in armi tutto l'esercito, lo menò alla porta Asinaria, ed ordinò a quattro Goti distinti per coraggio e gagliardia di salire per le funi insieme agli Isauri sui merli, cogliendo, s'intende, quel momento della notte in cui a quegli Isauri toccava la guardia di quella parte delle mura, mentre agli altri toccava il turno di dormire. Costoro, entrati dentro alle mura, scesero dalla porta Asinaria senza che alcuno di loro si opponesse e con le scuri ruppero il legno che, innestato nel muro da ambo le parti, tien chiusi i battenti delle porte, come pure tutti i ferramenti nei quali i guardiani, introducendo le chiavi, chiudevano le porte o al bisogno le aprivano; e così, spalancata a lor piacimento la porta, facilmente fecero entrare in città Totila e l'esercito dei Goti" (La Guerra Gotica, Libro III cap. XX).

La Marana e le sue mole (mulini)

In una incisione del Dupérac davanti a Porta Asinaria si vede un fiumicello attraversato da un ponte. Si tratta della Marana (o Marrana), un canale idrico a cielo aperto realizzato, secondo il Liber Pontificalis, da papa Callisto II (1122): "[Callisto II] deviò il corso d’acqua per antiche condutture e lo condusse fino a Porta Asinaria; e lì fece approntare un lago per far abbeverare i cavalli e nello stesso corso d’acqua costruì anche molte piccole mole" (vedi).

Nell'incisione dell'Acquaroni, del 1830 (qui sotto), si vede bene uno dei quattro mulini che sorgevano qui (è la Mola della Porta, citata in un atto del 1397), mentre alla gloriosa porta romana è addossato un fienile. La mola è scomparsa nel corso dell'Ottocento, con i lavori di urbanizzazione del quartiere San Giovanni.


La metro C

Tra 2006 e 2008 nei giardini davanti a Porta Asinaria, su via Sannio, sono state effettuate delle indagini archeologiche nell'ambito dei lavori relativi alla realizzazione della linea C della metropolitana.

Lo scavo è sceso fino a 13 m di profondità, permettendo la ricostruzione stratigrafica del luogo dalla prima età imperiale al XIX secolo. Interessanti, in particolare, le scoperte riguardanti la situazione precedente alla edificazione delle mura aureliane e della porta (dal 271).

Si è capito che questa area, privata, è stata espropriata: un edificio che era in fase di costruzione è stato bloccato bruscamente (a), e tutto è stato interrato per permettere la realizzazione delle mura. Questo edificio, a sua volta, era sul luogo di una struttura precedente, più antica (II secolo) e distrutta probabilmente da un incendio: si trattava di un laboratorio di marmorari, dove si realizzavano lastre per opus sectile ottenute rilavorando marmi colorati di scarto (b). È una delle scoperte archeologiche che accompagnano la costruzione della metro C.

[dalle schede di Rossella Rea in MiBAC]

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