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Piazza Vittorio e il Quartiere Esquilino

La nascita di un nuovo quartiere sull'Esquilino a Roma, capitale dell'Italia unita

2 dicembre 2007

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Giulia Grassi

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I testi di Giulia Grassi sull'area dell'Esquilino:

  


Piazza Vittorio, la più grande piazza di Roma (metri 316 x 174), è il cuore del quartiere Esquilino, costruito quando la città diventa capitale del Regno d'Italia (1870). All'epoca, a Roma, c'erano appena 226.000 abitanti e per adeguare la città al suo nuovo ruolo viene varato un progetto urbanistico imponente (Primo Piano Regolatore del 1873), che prevede la costruzione di grandi edifici rappresentativi, quartieri di abitazione per i burocrati della nuova amministrazione, ampie strade di collegamento.

Nel giro di un trentennio la città viene stravolta. Via (Vittorio) Veneto, Corso Vittorio Emanuele II, Via Nazionale, Via Cavour, Viale Trastevere, e poi Piazza Venezia, Piazza della Repubblica, Piazza Cavour: man mano che cresce la Roma Umbertina (di Umberto I, re tra 1878 e 1900), sparisce la Roma papalina, che all'interno delle antiche mura aureliane conservava ancora il suo impianto rinascimentale e barocco.

La distruzione più grave è la perdita della "corona di ville e giardini" che circondava la città; e anche un'opera necessaria come i muraglioni del Tevere, costruiti per bloccare le frequenti inondazioni del fiume, è accompagnata da veri crimini urbanistici. È il prezzo, altissimo, che Roma paga per diventare "moderna" (come Parigi pochi anni prima con la ristrutturazione del barone Haussmann).

I lavori sono sorvegliati da una Commissione Archeologica Comunale, che ha autorità assoluta sulla conservazione e manutenzione delle antichità ritrovate: le demolizioni, infatti, portano alla luce una quantità di materiale archeologico enorme.


GIOVAN BATTISTA FALDA, Nuova pianta et alzata della città di Roma, 1676
1 - Tempio di Minerva Medica (Ninfeo degli Horti Liciniani)
2 - Chiesa di Santa Bibiana
3 - Arcate dell'acquedotto claudio
4 - Cosiddetta "Casa Tonda" (mausoleo romano)
5 - Chiesa di Sant'Eusebio
6 - Trofei di Mario (Ninfeo di Alessandro Severo)
7 - Villa Palombara
8 - Chiesa dei SS Vito e Modesto con l'Arco di Gallieno
9 - Piazza di Santa Maria Maggiore

Sull'Esquilino viene costruito un intero quartiere, e questa "è forse la più grande impresa di Roma capitale, pensata come un'addizione organica alla città" (F. Giovannetti).

La zona viene scelta perché è vicina alla nuova Stazione Termini e ha il "pregio" di essere poco urbanizzata, caratterizzata come è da ville con vasti giardini, vigne e orti. La pianta del Falda (qui sopra) risale al 1676, ma alla fine del XIX secolo la situazione è ancora la stessa.

I resti archeologici che si scoprono nel corso dei lavori vengono distrutti sistematicamente mentre si salvano i "capolavori": statue, rilievi, bronzi e gioielli. Il nuovo quartiere ha un impianto urbanistico a scacchiera, un omaggio a Torino: la città dei Savoia ha infatti una struttura di questo tipo (che deriva dalle sue origini romane).

Il cuore del quartiere è Piazza Vittorio Emanuele II (2), una grande piazza porticata. I portici, molto diffusi nel nord Italia, sono una novità della Roma umbertina: devono dare un'idea di monumentalità e, al tempo stesso, favorire la mobilità dei cittadini. Ma sono certamente estranei allo spirito della città, tant'è vero che la piazza viene sentita come "piemontese".

Al di sopra dei portici, caratterizzati da 280 colonne, si innalzano palazzi progettati per essere "grandiosi": alti almeno 24 metri, costituiti solo da tre piani, con facciate che si ispirano all'architettura del tardo rinascimento. I palazzi al centro dei lati lunghi sono i più maestosi, e vengono affidati a Gaetano Koch (l'architetto di Piazza della Repubblica). Gli appartamenti sono lussuosi, molti con soffitti affrescati. Dal lato est della piazza partono tre strade (le vie Principe Eugenio, Conte Verde, Emanuele Filiberto) che formano un Tridente (3), un omaggio al rinascimentale Tridente di Piazza del Popolo.

Al centro della piazza Carlo Tenerari crea un giardino bellissimo, con viali di ghiaia sinuosi, piante di vario tipo (tra cui magnolie, palme, cedri del Libano, platani), un laghetto con al centro un gruppo statuario opera di Mario Rutelli e proveniente dalla "Fontana delle Naiadi" di Piazza della Repubblica.


Il laghetto di Piazza Vittorio agli inizi del XX secolo e oggi (la scultura, che rappresenta un tritone e animali marini, è chiamata con un po' di ironia "fritto misto")

Il laghetto è proprio davanti ai Trofei di Mario, un grande rudere romano che viene lasciato nella sua collocazione originaria. Viene invece demolita la villa che occupava l'area, Villa Palombara.

I lavori di sbancamento sono talmente imponenti che l'antica chiesa di Sant'Eusebio, sul lato nord della piazza, finisce per trovarsi sopraelevata rispetto al nuovo livello stradale.

Durante i lavori vengono ritrovati i resti dell'antica necropoli esquilina, il grande cimitero dei poveri della Roma pre-imperiale, cancellato da Mecenate per la costruzione dei suoi giardini (Horti Maecenatis). Un settore di questa necropoli, molto ben conservato, è venuto alla luce nel 2002, all'epoca del rifacimento dei marciapiedi, sul lato della piazza verso via dello Statuto. Ulteriori scavi nel 2006 hanno fatto emergere altre tombe e vasti settori degli Horti Lamiani, grandi giardini di epoca imperiale.


I giardini di Piazza Vittorio ieri e oggi (2007)

Nel 1902 nella piazza si trasferisce un grande mercato. Col tempo spariscono la cancellata di ferro che circondava il giardino e il laghetto; comincia un lento degrado.

Finalmente nel 2001 il mercato viene spostato nella vicina ex caserma Guglielmo Pepe; seguono lavori di rifacimento dei marciapiedi e il ripristino della cancellata ottocentesca; il giardino viene ridisegnato.

Nel 2001 riapre anche lo storico teatro Ambra Jovinelli, che diventa uno dei poli di attrazione culturale del quartiere.



Un quartiere pieno di storia, ma anche vivace e multietnico, simboleggiato dall'Orchestra di Piazza Vittorio, un gruppo formato da musicisti provenienti da mezzo mondo.



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