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L'Esquilino, tra Santi e Imperatori

Mura, archi trionfali e chiese

2 dicembre 2007

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Giulia Grassi

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I testi di Giulia Grassi sull'area dell'Esquilino:

    

Se si guardano le antiche mappe di Roma (dal XVI secolo in poi), nella zona dell'Esquilino tra Santa Maria Maggiore e le Mura Aureliane appaiono sempre, oltre ai Trofei di Mario e al Tempio di Minerva Medica, alcuni edifici: la chiesa di San Vito (e Modesto), con addossato l'Arco di Gallieno, e la chiesa di Sant'Eusebio. Nelle mappe tutte queste costruzioni appaiono isolate nella campagna, perché fino alla fine del XIX secolo quest'area di Roma era poco urbanizzata; ma oggi non è più così, e bisogna andarli a cercare tra i palazzi del grande quartiere costruito dopo il 1870.

La chiesa di Sant'Eusebio oggi si trova nell'angolo nord-occidentale di Piazza Vittorio. È molto antica. Secondo la tradizione, è stata costruita nel IV secolo sull'area della casa del presbitero Eusebio, martirizzato durante la persecuzione dell'imperatore Costanzo; ma storicamente la sua esistenza è attestata solo dal secolo successivo. In ogni caso, gli archeologi hanno scoperto i resti di un'insula (cioè di un "condominio") di epoca imperiale proprio al di sotto di essa.



La chiesa è stata ricostruita più volte, in particolare nel XIII secolo, nel XVII e nel XVIII secolo, epoca a cui risale la facciata (1771). È un luogo pieno di tesori. Nella volta della navata centrale il grande affresco con la Gloria di Sant'Eusebio (1779) è opera di uno dei protagonisti nel neoclassicismo, Anton Raphael Mengs (una curiosità: uno degli angioletti ha il volto di una donna da lui amata). Invece il chiostro in mattoni dell'antico convento viene attributo a Domenico Fontana (1588), l'architetto di papa Sisto V, per il quale ha innalzato l'obelisco di Piazza San Pietro e costruito i palazzi del Laterano (e molto altro).

La facciata oggi appare sopraelevata rispetto al piano stradale, e raggiungibile per mezzo di una scalinata a doppia rampa. Le antiche incisioni (come quella di Giuseppe Vasi, del 1753) mostrano che non è sempre stato così: questo innalzamento, infatti, è una conseguenza dei grandi lavori di sbancamento fatti all'epoca della costruzione di Piazza Vittorio.

Poco lontano, tra via Carlo Alberto e Piazza Vittorio, c'è la chiesa dei SS. Vito e Modesto, addossata a un antico arco romano, l'arco di Gallieno. Questo è uno dei luoghi più antichi di Roma.


Fino alla costruzione di Piazza Vittorio, alla fine del XIX secolo, dall'arco di Gallieno si vedevano i Trofei di Mario (incisione di Giuseppe Vasi, del 1756; foto Parker del 1870; a destra foto Scudit durante una visita guidata da Giulia Grassi).

L'arco di Gallieno, infatti, è sul luogo della porta esquilina, una delle porte delle antiche mura serviane (VI secolo a.C.): un tratto di queste mura arcaiche è stato trovato sotto la chiesa dei SS. Vito e Modesto negli scavi fatti nel 1971-72, e un frammento di esse si può vedere murato in un palazzo di Via Carlo Alberto; un altro tratto delle mura è davanti all'Acquario. Qui arrivava l'antico clivus suburanus (attuale via in Selci). Al di là della porta, per secoli, si è esteso un enorme cimitero (necropoli esquilina) ma in epoca augustea tutta la zona è stata risanata da Mecenate, che qui ha costruito i suoi Horti. La porta è stata, allora, trasformata in un arco trionfale a tre fornici (arcate), dei quali rimane solo quello centrale. Il nome attuale deriva dal restauro fatto nel 262 da Marco Aurelio Vittore, che dedicò l'arco all'imperatore Gallieno e a sua moglie Solonina (così si legge nell'iscrizione sulla cornice). Poco lontano da qui l'imperatore aveva la sua residenza, i famosi Horti Liciniani.

Sempre in epoca augustea qui è stato costruito il Macellum Liviae, un grande mercato. Non si conosce bene la sua posizione. Ma sappiamo che la basilica di Santa Maria Maggiore era descritta "iuxta [presso, vicino a] macellum Libiae" e che la chiesa dei SS. Vito e Modesto era detta "in macello" o descritta come "intrans sub arcum [di Gallieno] ubi dicitur macellum Livianum".

La chiesa dei SS Vito e Modesto, che si addossa all'Arco di Gallieno, viene nominata nelle fonti per la prima volta nell'VIII secolo. L'edificio attuale però risale una ricostruzione radicale fatta da Sisto IV nel 1477; perfino l'orientamento della chiesa era stato cambiato, con la costruzione di una nuova facciata su via Carlo Alberto. Ma quando l'edificio è stato ancora restaurato, nel 1973-1977, è tornato l'antico orientamento e l'ingresso alla chiesa è di nuovo quello medievale, su via di San Vito.


Facciata della chiesa dei SS Vito e Modesto sul lato di Via di San Vito

Ancora oggi quest'angolo di Roma è un luogo bellissimo, e ricco di fascino. E, ancora, un altro tesoro da scoprire tra i palazzi del quartiere, intorno a Piazza Vittorio.

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