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Federico II, stupor mundi

Omaggio a un tedesco innamorato dell'Italia

7 dicembre 2008

da c1 a c2

Roberto Tartaglione

I materiali di Matdid sono scaricabili liberamente come supporto per lezioni di italiano. Ne è vietata la pubblicazione su carta o in formato digitale salvo autorizzazione.

L'argomento "Federico II" ci piace molto: per le caratteristiche del personaggio, certamente, ma anche perché Federico II è alla base della nascita della lingua italiana. La poesia nella Toscana del Duecento e del Trecento e lo stesso Dante, hanno infatti alle spalle la tradizione della Scuola Poetica Siciliana e perciò un grosso debito verso l'iniziativa poetica e linguistica dell'imperatore svevo. Abbiamo pubblicato allora su Matdid parecchi materiali in proposito: storici, artistici e linguistici. Qui sotto i link per quelli che vi sembreranno più interessanti.



 


Nascita di Federico II a Jesi (Ricordano Malaspini) e ritratto di Federico II con il falco (dal De arte venandi cum avibus), Wikipedia libero dominio

Federico II di Svevia - che a casa sua si chiamava Friedrich von Hohenstaufen - aveva nel proprio carattere soltanto una cosa tipicamente tedesca: amava da morire il sole e il mare. Ma siccome era uno in gamba, non si accontentava delle spiagge di Rimini e Riccione e si era stabilito nel sud, decidendo di passare tutto il tempo possibile nel Regno di Sicilia (che non significa solo Sicilia, ma tutta l'Italia meridionale).

E il Sud Italia, sotto Federico II, fra il 1200 e il 1250, diventa uno dei luoghi più belli e più sviluppati culturalmente, d'Italia e del mondo occidentale.

Federico, infatti, non solo promuove l'arte e la costruzione di importanti edifici, ma fa anche nascere università, dà un grande impulso agli studi di giurisprudenza, si occupa di scienza e filosofia, fa tradurre testi greci e arabi, si circonda di intellettuali di ogni lingua e religione, si interessa di ogni campo della conoscenza umana, incluso dell'arte di andare a caccia con il falcone, sicuramente il suo hobby preferito.


Castello svevo di Trani, XIII sec. (Wikipedia, pubblico dominio)

In particolare, per sua diretta volontà nasce alla sua corte la prima poesia in lingua non latina, ma siciliana, la prima espressione di quella che poi si chiamerà lingua italiana. E la produzione di questi primi poeti federiciani passerà alla storia come Scuola Poetica Siciliana. L'Imperatore stesso, che parlava certamente tedesco, latino, provenzale e arabo, ha scritto poesie in siciliano.

Purtroppo, come spesso accade ai grandi personaggi, anche Federico II ha dovuto dedicare, e perdere, gran parte del suo tempo a combattere gli eterni mali dell'Italia: per cominciare i nobili del sud (i nonni di boss mafiosi di oggi per intenderci) che non vedevano evidentemente di buon occhio l'istituzione di uno Stato forte; poi i Comuni della Lega in nord Italia, sempre pronti a vendersi ora a un partito ora all'altro pur di mantenere l'autonomia amministrativa.

Ma soprattutto il Papa, che non rinunciava all'idea di interferire sulle decisioni del governo. D'altra parte è anche comprensibile che avere a nord e a sud dello Stato Vaticano lo stesso imperatore non rendeva molto tranquilli i sonni del Pontefice di Roma.

Come se non bastasse, ogni tanto Federico doveva anche tranquillizzare i principi tedeschi tremendamente infastiditi da questo imperatore che pur essendo tedesco passava tutto il suo tempo lontano dalla Germania.

Da non dimenticare infine che, per tenersi buono il Papa, nel 1228 Federico II ha dovuto perfino organizzare una crociata contro i suoi amici arabi: si sa, per fare contenti i conservatori basta mettere i soldati per le strade e tutti si sentono più sicuri.

E infatti, a esser sinceri, più che una crociata quella di Federico II è stata una crociera.


Federico incontra il sultano ayyubide al-Malik al-Kamil e il Cancelliere Aulico ricevuto da Federico II a palazzo della Favara di Palermo (Wikipedia, pubblico dominio)
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