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Come nascono i dialetti

Mille anni per cambiare lingua

1 gennaio 2024

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Roberto Tartaglione

I materiali di Matdid sono scaricabili liberamente come supporto per lezioni di italiano. Ne è vietata la pubblicazione su carta o in formato digitale salvo autorizzazione.

All'inizio c'era il latino: quello classico (tra il I secolo a.C e il II secolo d.C.), quello tardo (fra il III e il V secolo d.C) e poi quello medievale. Nell'impero romano, probabilmente con accenti differenti, tutti lo parlavano: c'erano scuole, c'era il commercio, c'erano strade meravigliose dove correvano carri, cavalli e anche parole.

Con la crisi dell'impero romano va in crisi la scuola, va in crisi il commercio, le strade non funzionano più: i contatti fra le varie aree dell'impero diventano difficili e la lingua latina comincia a cambiare in modo diverso in ogni zona.

La distruzione dell'Impero romano, di Thomas Cole (1836). Dipinto ispirato probabilmente al "Sacco di Roma" del 455, oggi a New York, presso la New-York Historical Society. Wikipedia, pubblico dominio.

I cambiamenti della lingua dipendono da mille motivi, ma in particolare da fenomeni di substrato e di superstrato.

Il substrato è l'influenza della lingua pre-latina che ha lasciato qualche traccia nella lingua dei popoli latinizzati: per esempio si dice che la famosa "aspirazione toscana", quella caratteristica pronuncia dei toscani che dicono hasa (e non casa) o hoha hola (e non coca cola) è un fenomeno di substrato etrusco.

Il superstrato è invece il fenomeno contrario: sopra il latino con l'arrivo di altre popolazioni arrivano nuove parole e forme. Per esempio quasi tutti i colori sono di origine germanica (bianco viene da blank germanico e non da albus latino; rosso viene da rot germanico e non da fulvus latino). E poi parole come guerra (dal germanico werra) o birra (dal germanico bier) e tante altre.

Così si formano quelli che noi oggi chiamiamo dialetti, ma che in realtà sono tutte lingue neolatine: il siciliano, il campano, il sardo, il veneto, il ligure ecc. Ma anche il portoghese, lo spagnolo, il francese, il rumeno ecc.).


Le lingue neolatine: dove sono parlate oggi

Insomma, nell'anno 800 dopo Cristo in tutta l'area del vecchio impero romano si parlano infinite lingue diverse (tutte neolatine, ma tutte diverse fra loro). Il latino continua a esistere come lingua della Chiesa e come lingua della cultura per la "comunicazione internazionale". La gente però parla qualcosa di diverso (le cosiddette "lingue volgari", lingue del popolo) e le persone probabilmente non si rendono conto che le loro lingue sono comunque derivate dal latino. Inoltre il latino è l'unica lingua scritta, mentre il volgare è una lingua solo orale: per questo abbiamo pochi documenti per poterlo ricostruire.

Nel XIV secolo secolo Dante Alighieri scrive la Divina Commedia nella lingua volgare neolatina parlata a Firenze (non proprio la lingua del popolo, ma comunque nemmeno latino) e quella lingua diventa il modello per chi in seguito vuole scrivere in "volgare". Da lì comincia la lunga strada dell'italiano.

Solo dopo che la lingua di Dante diventa "italiano nazionale" le lingue locali e regionali cominciano a chiamarsi "dialetti". Ma attenzione: i dialetti italiani non sono "corruzioni" della lingua nazionale: sono tutte lingue neolatine con la stessa storia del fiorentino di Dante Alighieri.

Eugène Delacroix, La barca di Dante, olio su tela, 1822, Museo del Louvre, Parigi, Wikipedia pubblico dominio


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