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Un castello tira l'altro

Panoramica dell'architettura e delle arti figurative all'epoca di Federico II

7 dicembre 2008

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Giulia Grassi

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I materiali di Matdid sono scaricabili liberamente come supporto per lezioni di italiano. Ne è vietata la pubblicazione su carta o in formato digitale salvo autorizzazione.

L'argomento "Federico II" ci piace molto: per le caratteristiche del personaggio, certamente, ma anche perché Federico II è alla base della nascita della lingua italiana. La poesia nella Toscana del Duecento e del Tracento e lo stesso Dante, hanno infatti alle spalle la tradizione della Scuola Poetica Siciliana e perciò un grosso debito verso l'iniziativa poetica e linguistica dell'imperatore svevo. Abbiamo pubblicato allora su Matdid parecchi materiali in proposito: storici, artistici e linguistici. Qui sotto i link per quelli che vi sembreranno più interessanti.


 

 

Il regno di Federico II è stato caratterizzato da una grande fioritura artistica. La maggior parte degli studiosi ritiene che non si possa parlare di un'arte federiciana, intesa come sviluppo autonomo di uno stile federiciano emanazione diretta dell'imperatore, ma piuttosto di una declinazione particolare dell'arte gotica del XIII secolo, in particolare francese (Federico "promotore consapevole di un movimento d'arte di pura marca transalpina", F. ACETO, 1990). Lo stesso "classicismo" delle sculture create in epoca federiciana (ad esempio il presunto ritratto di Federico II a Barletta) sarebbe non in relazione con l'arte antica largamente reperibile nel meridione d'Italia bensì con una tendenza classicista riscontrabile, in quegli anni, ad esempio a Reims (gruppo statuario della Visitazione). Ma la questione è ancora oggetto di discussione.

 

Di certo sappiamo che la politica di promozione delle arti da parte dell'imperatore è stata piuttosto intensa. Basti ricordare lo sviluppo della scultura e della miniatura, con l'illustrazione di opere che testimoniano gli interessi scientifici del sovrano: il Liber astrologiae (ms.lat.7330 - Bibliothèque Nationale, Parigi), il Liber de locis stellarum (ms.lat.1036 - Bibliothèque de l'Arsenal, Parigi), i Varia Medica a Vienna (ÖNB cod.93) e a Firenze (Plut.73.16); perduto è, invece, l'originale del famoso trattato sulla falconeria, il De arte venandi cum avibus.

Intensa è stata anche l'attività costruttiva. Come parte integrante del programma generale di riordinamento del regno, infatti, Federico II aveva previsto una profonda risistemazione territoriale: costruzione o ristrutturazione di castelli, ricostruzione delle mura difensive di alcuni importanti centri urbani, fondazione di "civitates novae" (nuove città). Nella Dieta di Capua del 1220 viene promulgata la legge "De eruendis novis aedificiis" (Sulla costruzione di nuovi edifici), base di questo ambizioso programma di riordino.

 

Fin dagli inizi degli anni Venti Federico comincia a costruire castelli, o a ristrutturarne  di precedenti. Sui castelli federiciani sono nate leggende, compresa quella che li  vuole disegnati dallo stesso imperatore. Federico si richiama all'attività del re normanno Ruggero II (1095-1154), da cui "eredita la concezione della centralità del castello regio nella gestione del potere e nel governo del territorio. Il castello con le sue funzioni reali - militari e strategiche; di dominio e di controllo; di residenza e di carcere [...] e con le sue funzioni simboliche - esercizio del potere e delle sue attribuzioni" (R. LICINIO, 1996). I castelli nascono quindi dalla necessità di costituire una cinta difensiva a protezione del Regno e del sovrano: non per niente sono disposti lungo precisi percorsi viari. Ma hanno anche un significato espressivo, sono "segni di pietra dell'ordine svevo" (F. DENTICE, 1996). Dal punto di vista tipologico ci sono somiglianze con alcune fortificazioni orientali (Siria e Iran) ma non mancano legami con la contemporanea architettura castellare europea (grazie alle maestranze cistercensi) e crociata. Il più celebre è Castel del Monte.

Come esemplificazione della cultura visiva federiciana citiamo, per brevità, due esempi: gli Augustales e la Porta di Capua.

Nel 1231 Federico fa coniare gli Augustales, monete d'oro del peso di gr. 5,25 e di una purezza pari ad altri importanti conii, come il dinar arabo e il vecchio solidus di Costantino. Sul dritto appare Federico abbigliato come Augusto, e con la scritta IMP(erator) ROM(anorum) CAESAR AUG(ustus); sul rovescio c'è un'aquila ad ali spiegate con la scritta FRIDERICUS. Qui il collegamento alla monetazione romana antica è totale, sia dal punto di vista formale che dal punto di vista ideologico.

La Porta di Capua viene costruita, probabilmente tra il 1234 e il 1240, nella zona nord della città. È la porta di ingresso al Regno: si trova davanti al ponte sul fiume Volturno e vi arriva la via Appia. Ha quindi un chiaro valore espressivo: da qui inizia il potere, imperiale e laico, di Federico, in chiara e aperta opposizione al Papa e al suo Stato, con cui il regno meridionale confina. Un'architettura al tempo stesso militare e di propaganda politica e ideologica. Il biglietto da visita a un regno, e al suo sovrano.


Castel del Monte (Adria - Puglia), dopo il 1240

Sorge su un'altura. La struttura è basata sulla ripetizione dell'ottagono: ottagonali sono il muro perimetrale, il cortile interno e le otto torri poste sugli spigoli del perimetro. All'interno ogni lato è occupato da due sale di forma trapezoidale, una per ciascuno dei due piani, coperte da una volta a crociera costolonata. Una costruzione  regolare, coerente e armoniosa.

C'è poi un ricco apparato decorativo scolpito: capitelli, cornici, mensole e chiavi di volta ornate da teste.

Sul castello più famoso di Federico II è stato scritto di tutto, ed è stato al centro delle teorie più diverse, talora decisamente stampalate e di carattere esoterico (osservatorio astronomico, monumentale reliquiario del Sacro Graal e via farneticando).

Si tratta, molto più semplicemente, di una costruzione di carattere residenziale, per la quale Federico sembra aver riutilizzato una precedente fortificazione di epoca normanna.

La forma, così particolare, è il frutto della sintesi culturale di svariate suggestioni. Alla base ci sarebbero le concezioni geometriche greco-ellenistiche (trasmesse all'Occidente dai matematici arabi) sulle quali si sarebbero innestate altre suggestioni, come il richiamo all'ottagonale Cappella Palatina di Aquisgrana (evocativa della dignità imperiale) o alla Cupola della Roccia a Gerusalemme.

 

Medicina antiqua - cod. 93 Vienna

Raccolta di testi medici della tarda-antichità, in particolare l'Herbarium dello Pseudo-Apuleio. È accompagnata da centinaia di miniature, di varie dimensioni, che rappresentano piante, animali e scene di malattia e di cura. Anche le illustrazioni si ispirano a un prototipo tardo-antico (IV-V secolo) e sono state eseguite da più miniatori, con lo stile vivace tipico degli atéliers svevi.

 

Busto di imperatore (Federico II?), calcare, circa 1250

 L'iconografia è romana: indossa la toga fissata alla spalla con una fibula e sulla testa ha una corona di lauro. Il volto à molto espressivo e il busto è impostato secondo una torsione fortemente dinamica: questi elementi, uniti al carattere lineare delle pieghe del panneggio, dai bordi taglienti, lo fanno considerare un'opera di gusto gotico, derivata da moduli stilistici francesi.

 

Augustale in oro, 1231

L'immagine di Federico II sul dritto della moneta non è realistica ma idealizzata. Il ritratto fisionomico sulle monete apparirà, infatti, solo a metà del XV secolo (Francesco Sforza a Milano e Borso d'Este a Ferrara)

 

Porta di Capua circa 1234-1240, distrutta nel 1557

Era composta da un corpo centrale stretto tra due torri cilindriche su una base ottagonale. Le torri erano collegate da un passaggio sotterraneo e da un secondo passaggio all'altezza del primo piano del corpo centrale. Quest'ultimo aveva un fornice d'ingresso e, in alto, l'appartamento imperiale. Appariva decorato da statue entro nicchie, busti e mensole figurate. Al centro doveva stare la Statua dell'imperatore, seduto in trono; immediatamente al disotto la testa femminile detta Capua fidelis e, ai lati, i busti di Pier delle Vigne e di Taddeo da Sessa, i consiglieri del sovrano. C'era anche una testa virile, il cd Giove, ma la sua collocazione è incerta. E poi mensole scolpite e animali (tra cui un leone). Tra gli autori c'è forse Nicola de Apulia, meglio conosciuto come Nicola Pisano.

La disposizione gerarchica delle sculture è funzionale all'esaltazione di Federico, vertice ideale e compositivo del monumento. Il tema dominante è quello della Giustizia: è infatti opinione comune che la cd Capua fidelis sia in realtà la personificazione della Iustitia imperialis, identificazione rafforzata dall'iscrizione sulla cornice della nicchia che la conteneva, "Cesaris imperio regni custodia fio".

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