La rivoluzione non russa
I titoli del "Manifesto"
26 ottobre 2008
b2
Roberto Tartaglione
No
(aggiornato novembre 2023)
Non trovate fantastico e geniale questo titolo del Manifesto del 4 novembre 2023?
No, non è facile per uno straniero capire il mare di riferimenti che ci sono in questo titolo e pure un italiano ci deve pensare un po'.
Bisogna perciò sapere che:
Giorgia Meloni è la Presidente del Consiglio. Di estrema destra, viene spesso accusata di non aver mai abbandonato del tutto la vecchia simpatia per il fascismo.
I fascisti che dopo la caduta del fascismo avevano aderito alla Repubblica di Salò, fondata da Mussolini in nord-Italia con la protezione di Hitler, si chiamano "repubblichini".
Come Presidente del Consiglio propone alcuni sostanziali cambiamenti alla Costituzione per fondare la "Terza Repubblica" (dopo la prima nata nel dopoguerra e dopo la seconda, in realtà mai nata, dopo il crollo dei vecchi partiti nel 1992).
"Repubblichina", secondo il sistema dei diminutivi italiani, significa anche "repubblica piccola" non tanto in senso di estensione geografica quanto nel senso della qualità.
Insomma: il titolo "Terza repubblichina" significa contemporaneamente:
Terza repubblica ma piccola piccola, senza grandi visioni
Terza "repubblichina" fascista (Giorgia Meloni) che guida il Governo
Terza "piccola repubblica" fascista (l'Italia)
Si parla spesso di "settimanalizzazione del quotidiano". Questa espressione significa che il giornale quotidiano oggi non è più il "primo" mezzo di informazione dei cittadini: le notizie ci arrivano prima attraverso internet, attraverso la radio, e soprattutto (anche oggi!) attraverso la televisione. Per questo assume sempre di più le caratteristiche del giornale settimanale: si specializza nel commento piuttosto che nella vera e propria ricerca di informazioni.
In questa progressiva "settimanalizzazione" anche i titoli tendono a essere meno informativi e più impressivi per fare colpo sul lettore, su modello degli slogan pubblicitari, quasi a voler raggiungere lo stesso effetto.
Lo stile di molti titoli è infatti proprio quello pubblicitario: si manipola una "frase-fatta", un proverbio o un modo di dire per ottenere un risultato di doppio senso di grande efficacia.
Questo tipo di titolature, che una volta era caratteristico del settimanale "l'Espresso", è oggi quasi un marchio che contraddistingue la prima pagina del giornale Il Manifesto.
Si tratta di titoli che se per gli italiani (abbastanza colti) sono così fortemente impressivi, per gli stranieri possono essere assolutamente incomprensibili, visto che si richiamano sempre al bagaglio culturale proprio dei nativi. Vediamone alcuni molto "celebri".
Appena eletto papa Benedetto XVI: il pastore tedesco è un cane, un cane da guardia, non cattivo ma certamente aggressivo. Papa Ratzinger è tedesco e, come ecclesiastico è un pastore di anime.
La "primadonna" è l'attrice teatrale che ha il ruolo di protagonista, amata da tutti e spesso con un atteggiamento un po' esibizionista, da grande diva. Ségolène Royal è la "prima donna" che si candida per la presidenza della Francia. Bella come un'attrice, non disdegna atteggiamenti da "primadonna".
Un po' più complicati i titoli che si rifanno a testi di canzoni, facili per gli italiani, ma certo non altrettanto familiari all'orecchio di uno straniero: "ti stai sbagliando, chi hai visto non è, non è Francesca..." cantava Lucio Battisti negli anni Settanta, augurandosi che la sua Francesca non fosse andata a letto con un altro uomo. E quando dopo una crisi di governo il politico Francesco Marini non riesce a formare una coalizione e a diventare Presidente del Consiglio, il Manifesto titola: Non è Francesco!
"Avanti popolo, alla riscossa, bandiera rossa, bandiera rossa..." è il testo di un canto della tradizione comunista italiana. Ma oggi le manifestazioni di piazza le fanno giovani che sono più legati alla musica pop che non agli antichi canti comunisti. Quindi: avanti pop!
Solo per tifosi di calcio: un comico italiano (si chiama Rivera) ha detto alcune battute contro il papa. Il Vaticano ha reagito condannando Rivera e facendo qualche dichiarazione disgustata nei suoi confronti. Mazzolare significa appunto "rimproverare, dare un colpo, fare una lavata di testa". Insomma il papa ha mazzolato Rivera. Fin qui tutto normale.
L'effetto comico lo si percepisce solo in un caso: solo se sappiamo che Sandro Mazzola e Gianni Rivera sono i due più famosi calciatori della Nazionale italiana negli anni Settanta. Il papa mazzola Rivera quindi è un gioco di parole eccezionalmente divertente e suona quasi come... una lista di nomi di giocatori.
Ecoballa è un termine diventato famoso quando si parlava di smaltimento dei rifiuti. Alcune società erano incaricate di trasformare i rifiuti della città in "balle" (come dei contenitori compressi di immondizia) e poi di smaltire appunto queste ecoballe: tutto questo non è stato fatto e Napoli si è riempita di spazzatura. In quel periodo sulla questione "smaltimento rifiuti" si sono dette molte cose (è colpa della sinistra, è colpa della destra, è colpa della mafia, ecc.).
Giocando sul fatto che in italiano la parola "balla" significa anche "bugia, falsità, cosa non vera", il Manifesto titola: Ecoballa. Non si riferisce alle balle di immondizia ma alle "balle=bugie", alle fake news che si raccontano a proposito di ecologia.
Non si tratta di un titolo, ma bisogna infine dire che la trovata linguistica migliore del Manifesto è forse stata quella pubblicitaria: anni fa, per pubblicizzare il giornale, sui muri, negli autobus, lungo le strade e su varie riviste è comparsa la scritta, vicino all'immagine di un bambino che dorme, "La rivoluzione non russa".
Per un giornale comunista è davvero una bella trovata. Guardate l'immagine qui sotto: riuscite a capire il gioco di parole?
Ah, va detto che lo slogan è stato creato da Sandro Baldoni, scrittore e regista, giornalista del Manifesto e dell'Espresso, collaboratore di giornali satirici come Cuore e il Male.