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Freschi di stampa

I giornali italiani

26 ottobre 2008

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Roberto Tartaglione

I materiali di Matdid sono scaricabili liberamente come supporto per lezioni di italiano. Ne è vietata la pubblicazione su carta o in formato digitale salvo autorizzazione.

(aggiornato novembre 2023)


Francis Luis Mora - Viaggiatori della metropolitana, pubblico dominio

Quasi tutti i grandi giornali quotidiani italiani sono nati durante il Risorgimento, nella seconda metà dell'Ottocento.

L'Osservatore Romano (il giornale ufficiale del Vaticano) è del 1845.

La Nazione di Firenze è del 1859. Il Giornale di Sicilia è del 1860. Il Corriere della Sera (di Milano) è del 1876. Il Messaggero (di Roma) è del 1878.

E poi ancora Il Piccolo di Trieste (1881), Il Resto del Carlino di Bologna (1885), Il Secolo XIX di Genova (1886); il Gazzettino di Venezia (1887); il Mattino di Napoli (1892); nel 1867 nasce anche La Gazzetta Piemontese, che nel 1892 cambia nome e diventa La Stampa, importante quotidiano nazionale, pubblicato a Torino.

Anche il primo quotidiano sportivo, La Gazzetta dello Sport  è della fine dell'Ottocento (1896). Il primo quotidiano politico è stato invece l'Avanti, organo del partito socialista (1896).

Nel 1901 nasce infine Il Giornale d'Italia, oggi sparito, ma importante per aver introdotto la "terza pagina" destinata alla cultura.

Novità significative del Novecento sono il quotidiano economico il Sole 24 ore, della Confindustria, l'associazione degli industriali italiani; Il Giorno di Milano, concorrente "locale" del Corriere della Sera (1956); La Repubblica, fondata da Eugenio Scalfari nel 1976 (oggi il secondo giornale italiano, dopo il Corriere della Sera).

 

Sempre del Novecento sono numerosi giornali fortemente politicizzati o veri e propri organi di partito (Il Giornale, Libero, La Verità, tutti di destra estrema o berlusconiana). Citazione a parte merita Il Manifesto (1971) nato come giornale comunista, ma di solito apprezzato da tutti per le sue pagine culturali... e per i suoi titoli.


Laurits Andersen Ring, A colazione, pubblico dominio
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