E se l'indoeuropeo non esistesse?
Il chiodo fisso dei Sumeri
30 marzo 2003
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Roberto Tartaglione
No
(aggiornato novembre 2024)
L' Accadico è il nome delle lingue parlate in Mesopotamia (nell'area tra i fiumi Tigri e Eufrate, l'Iraq moderno) tre millenni prima di Cristo.
Il nome accadico deriva dalla città-stato di Akkad, fondata da re Sargon nella metà del terzo millennio a.C. a pochi chilometri ad ovest dell'attuale Baghdad e capitale di uno dei primi grandi imperi di cui la storia ha memoria.
La lingua usava un sistema di scrittura chiamato cuneiforme dalla forma di cunei o chiodi dei segni incisi su tavolette di argilla con uno stilo di canna. Questo sistema di scrittura è stato inventato dai Sumeri intorno la fine del quarto millennio a.C.
Moltissimi paesi vicini più tardi hanno adottato lo stesso sistema di scrittura: Eblaiti, Hittiti, Hurriti, Elamiti.
Frammento di iscrizione cuneiforme di Urukagina (o Uruinimgina), ensi di Lagash. Terracotta, ca. 2350 a.C., scoperta a Tello (antica Girsu). Wikipedia pubblico dominio
Un filologo italiano, Giovanni Semerano, ha pubblicato alcuni libri in cui sostiene una tesi rivoluzionaria e affascinante: le lingue indo-europee (cioè le lingue latine, quelle germaniche, il greco ecc.) non derivano, secondo lui, dall' indoeuropeo, lingua che come è noto non è mai stata documentata, ma solo ricostruita dagli studiosi, ma dall'accadico e dal sumero.
Qualche prova? Eccola qua.
Il latino manus (italiano mano) non trova spiegazioni attraverso la teoria dell'origine indo-europea. Ma in accadico c'è il verbo manu che significa "contare con le dita". Da questa stessa parola possono anche derivare moon inglese e Mond tedesco che sono i nomi per indicare la luna, l'astro che per gli antichi serviva a contare il tempo.
Anche il nome Italia può avere un'origine mesopotamica: una vecchia ipotesi dice che il nome deriva da latino vitulus (vitello, e quindi Italia sarebbe "terra dei vitelli"). C'è peròla parola accadica atalu che significa terra del tramonto, che può invece essere l'origine del nome Italia.
Parecchi nomi di città e di fiumi possono rivelare una antica origine sumera o accadica: il nome della città di Bergamo, per esempio, forse non viene dal germanico Berg-heim (abitazione sul monte) ma dalla parola mesopotamica parakkum (posto in alto, santuario): da questa parola forse derivano i nomi di molte città come Bergamo in Italia, Pergamo in Turchia e Praga nella Repubblica Ceca.
Il fiume Po? Certo, deriva dal latino Padus, ma patu in accadico significa "fiume".
Secondo Giovanni Semeraro anche molte parole etrusche (e forse gli Etruschi stessi) hanno origine accadica: basta pensare che anche un nome proprio tipicamente etrusco come Tarquinio (ben due dei sette re di Roma si chiamavano Tarquinio) può derivare da Sharrakinu la forma antica del nome del re Sargon, fondatore della civiltà di Accad.
E poi ancora il tedesco liebe e l'inglese love possono avere un rapporto con l'accadico libbu (cuore, anche nel senso di sentimento), il greco biblos (e le forme come bibbia, biblioteca ecc.) con l'accadico biblu ("tavoletta per scrivere"); e il tedesco Papier e l'inglese paper (e in italiano la voce "papiro") da Pa-biru ("erba di palude", cioè il papiro).
Infine anche parole come Europa (terra d'occidente) e Asia (terra d'oriente) possono avere radici accadiche. Ma soprattutto Britannia, forse, deriva dall'antico bertu ("terra circondata dall'acqua").
Il professor Semerano (1911-2005) oltre a essere un genio linguistico assoluto, era anche di una cortesia incredibile. Lo abbiamo conosciuto proprio quando volevamo pubblicare questa piccola lettura e abbiamo parlato con lui della questione indoeuropeo. Lui ha per questo voluto ringraziarci citandoci del tutto immeritatamente nell'itroduzione del suo libro "La favola dell'Indoeuropeo", Mondadori 2005. Lo consiederiamo un vero onore.