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Milano, Roma o Napoli?

Da "Io speriamo che me la cavo" di Marcello D'Orta

17 giugno 2001

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Roberto Tartaglione

I materiali di Matdid sono scaricabili liberamente come supporto per lezioni di italiano. Ne è vietata la pubblicazione su carta o in formato digitale salvo autorizzazione.

Marcello D'Orta, maestro elementare in un paese della Campania, nel '90 pubblica un libro con sessanta temi scritti dai suoi alunni di età compresa fra gli otto e gli undici anni. Il libro ha un successo straordinario e, qualche tempo dopo la sua pubblicazione, dalle storie dei ragazzi è stato anche tratto un film. Qui riportiamo uno dei temi.

Il testo, evidentemente infantile, è molto buffo per l'immagine che questi bambini di paese hanno delle "grandi città". Linguisticamente poi la lingua del tema è ideale per scoprire quali sono gli errori più tipici di un madrelingua e a nche i "condizionamenti scolastici" che determinano certe scelte. Ma intanto vediamo il branetto, corredato da note linguistiche.


TEMA

Milano, Roma, Napoli, sono le città più importanti d'Italia.

Ricordi le loro caratteristiche? 


Milano, Roma, Napoli, sono le città più importanti d'Italia. Ricordi le loro caratteristiche? Sì.



Incominciamo da Milano che è la più alta. Milano è la capitale della Lombardia. Essa come il Piemonte non ha il mare, però ha le montagne. Milano è la città più ricca e grande d'Italia: lì si comanda a tutte le industrie d'Italia. Tutte le industrie stanno a Milano. A Milano la gente è tutta ricca, uno è più ricco di un altro, non esistono i poveri. Un povero che chiede la carità a Milano, non è di Milano, è di Foggia.

Le persone non si guardano tanto in faccia a Milano, un vicino di casa è come un lontano di casa!

Se vai a faccia a terra a Milano e a Bergamo nessuno ti alza: ti lasciano sulla via, soprattutto a Bergamo alta. A Napoli invece ti alzano.

A Milano c'è sempre la neve, il freddo, la nebbia, l'umidità: i panni non si asciugano mai, solo a Ferragosto.

E ora voglio parlare di Roma.



A Roma sono tutti buffoni: la Roma, per una volta che ha vinto lo scudetto, sono sempre buffoni. Però sono anche un poco simpatici. Essi ci chiamano "cugini".

Roma è la capitale del Lazio e la capitale d'Italia. A Roma c'è lo Stato e c'è pure il Papa, e comandano tutti e due, però il Papa a tutto il mondo. Il Papa non è venuto mai a Napoli per paura che gli chiedono i soldi.

Roma è piena di monumenti. Milano no, uno solo. A Roma ci sono le rovine di Roma. Nerone non l'ha incendiata, lo ha detto il nostro maestro. Roma è grandissima però è pure sporca.

E ora voglio parlare di Napoli.



Io una volta ci sono andato a Napoli. Era pulita. Però forse non ho visto bene. A Napoli

ci sono tutti i ladri, mariuoli, assassini e drogati. Il mare è una latrina. Vendono le cozze usate

Un bambino se si perde lo sequestrano. I disoccupati sono un milione e mezzo. Nel traffico suonano come pazzi. C'è la camorra nel Duomo.

Io di tutte e tre le città non vorrei andare a vivere in nessuna di tutte e tre le città.


 

NOTE LINGUISTICHE


Tema: Nella tradizione scolastica italiana il "tema" è il titolo del componimento scritto che devono svolgere gli studenti


Milano, Roma, Napoli, sono le città più importanti d'Italia. Ricordi le loro caratteristiche? Sì: Uno dei sistemi caratteristici usati dai bambini è quello di cominciare il tema ripetendo le parole del titolo.


Incominciamo da Milano che è la più alta: Milano è certamente la più settentrionale, ma, nelle cartine geografiche dell'Italia è sicuramente anche la più "alta".


Milano è la capitale della Lombardia: Le regioni hanno un "capoluogo" e non una "capitale". Milano è il capoluogo della Lombardia.


Essa: il pronome "esso/essa" è tipico della lingua scritta e i bambini lo usano spesso nei loro componimenti probabilmente per imitare i libri. Nel parlato, certamente, l'uso di questo pronome è estremamente raro.


si comanda a tutte le industrie d'Italia: alcuni verbi transitivi nelle parlate regionali del centro e del sud Italia si costruiscono (erroneamente ma frequentemente) con la preposizione A. per esempio: in italiano si dice io amo (la) mamma; a Napoli o a Roma si sente io amo a mamma. Qui la stessa cosa succede con il verbo comandare: si comanda a tutte le industrie in italiano corretto sarebbe si comandano tutte le industie.


 le industrie stanno a Milano: non è scorretto ma certo molto colloquiale e regionale. Nella lingua scritta in particolare è più normale la forma le industrie sono a Milano (e non stanno).


uno è più ricco di un altro: enfaticamente (per dire che tutti sono ricchi) si può usare la formula "uno è più ricco dell'altro". Dicendo come ha detto il bambino l'effetto è comico.


Le persone non si guardano tanto in faccia a Milano: non guardarsi in faccia significa "ignorarsi, non essere amici". Un bambino che litiga con un altro può dirgli: "Non ti guardo più in faccia!"


un vicino di casa è come un lontano di casa!: divertente invenzione linguistica. Un "vicino di casa" esiste, un "lontano di casa" no.


Bergamo alta: anche chi non conosce Bergamo sa che è divisa in Bergamo alta e Bergamo bassa.


A Roma sono tutti buffoni: "buffoni" è usato qui nel senso di "superbi, persone che si danno le arie"


la Roma, per una volta che ha vinto lo scudetto, sono sempre buffoni: grammatica e sintassi tipica del parlato


Essi ci chiamano "cugini": ancora l'uso particolare del pronome "essi".


capitale del Lazio: ancora confusione fra capitale e capoluogo.


a tutto il mondo: ancora accusativo preposizionale con il verbo comandare che in italiano non usa la preposizione A.


uno solo: non possiamo sapere di quale monumento parli il bambino ma supponiamo si riferisca al Duomo, il più famoso monumento di Milano.


 Nerone non l'ha incendiata, lo ha detto il nostro maestro: dopo secoli di accuse al povero Nerone di essere un incendiario oggi sembra appurato che non sia stato lui il responsabile del famoso incendio di Roma. E questo i maestri lo dicono in classe sconvolgendo un po' le "certezze" dei bambini.


ci sono andato a Napoli: pronome ridondante ma accettabilissimo e fortemente espressivo. In italiano più formale diremmo comunque sono andato a Napoli (senza CI).


 le cozze usate: cosa siano le cozze usate non lo sappiamo, ma il termine fa ridere. Probabilmente il bambino si riferesci a un episodio del 1973 quando a Napoli, a causa della commercializzazione di alcune cozze avariate, c'è stata una epidemia di colera.


Io di tutte e tre le città non vorrei andare a vivere in nessuna di tutte e tre le città: quella ripetizione finale puà essere una svista (cioè il bambino ha dimenticato di aver già scritto "di tutte e tre le città", o un "effetto eco" cioè una ripetizione delle prime parole della frase per motivi di enfasi o di intonazione (tipo: sei bravo, sei!). Naturalmente nella lingua scritta suona comunque buffo.


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