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La lira in musica

Canzoni con la lira

20 gennaio 2002

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Roberto Tartaglione

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Nel 1939 va di moda la canzone "Mille lire al mese", cantata da Gilberto Mazzi. Tanto è il successo che nello stesso anno fanno un film che prende spunto proprio da questa canzone. 1000 lire in quell'epoca non erano male: per regolarsi dobbiamo pensare che in quell'anno un insegnante guadagnava 50 lire al mese. Sì, ma gli insegnanti non hanno mai guadagnato un granché.

Negli anni Settanta invece Lucio Battisti canta "Per una lira": anche questa canzone è stato un grande successo.

Non ci vengono in mente altre canzoni con la parola lira nel titolo: ma certamente la lira si trova molte volte nei testi. Ci ricordiamo in particolare di canzoni di Fabrizio de André dove le lire si trovano qualche volta riferite al pagamento di prostitute.



MILLE LIRE AL MESE

Che disperazione, che delusione dover campar,

sempre in disdetta, sempre in bolletta!

Ma se un posticino domani cara io troverò,

di gemme d'oro ti coprirò!

Se potessi avere mille lire al mese,

senza esagerare, sarei certo di trovar

tutta la felicità!

Un modesto impiego,

io non ho pretese,

voglio lavorare per poter alfin trovar

tutta la tranquillità!

Una casettina in periferia,

una mogliettina giovane e carina,

tale e quale come te.

Se potessi avere mille lire al mese,

farei tante spese,

comprerei fra tante cose

le più belle che vuoi tu!

Ho sognato ancora, stanotte amore l'eredità

d'uno zio lontano americano!

Ma se questo sogno non si avverasse,

come farò.... il ritornello ricanterò!



PER UNA LIRA

Per una lira

io vendo tutti i sogni miei.

Per una lira

ci metto sopra pure lei,

è un affare sai,

basta ricordare

di non amare,

di non amare.

Amico caro,

se c'è qualcosa che non va

se ho chiesto troppo

tu dammi pure la metà.

É un affare sai,

basta ricordare

di non amare,

di non amar.

Per una lira

io vendo tutto ciò che ho

per una lira

io so che lei non dice no

ma se penso che

tu sei un buon amico

non te lo dico

meglio per te...

Citazioni:

Fabrizio de André (Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers)

Re Carlo deve pagare una prostituta:

"Anche sul prezzo v'è poi da ridire,

ben mi ricordo che pria di partire

v'eran tariffe inferiori alle tremila lire"


Fabrizio de André (Città vecchia)

Al vecchio professore in pensione assiduo frequentatore di prostitute:

Quando incasserai dilapiderai

mezza pensione.

Diecimila lire per sentirsi dire

"Micio, bello, bamboccione!"



Se i protagonisti delle canzoni si accontentavano di pochi spiccioli, nei fumetti si puntava molto più in alto, addirittura a un milione di lire.

Con un lieto fine e il regalo di un milione di lire si concludevano infatti le avventure del Signor Bonaventura, il protagonista di un fumetto realizzato da "Sto", ossia Sergio Tofano (1886 – 1973), uno dei più grandi attori del Teatro italiano, regista, scenografo e costumista, commediografo, umorista e scrittore per bambini, illustratore e disegnatore di moda e di pubblicità (negli anni Venti ha collaborato regolarmente con una sua pagina di disegni satirici alla rivista americana Vanity Fair).

Il fumetto è apparso dal 1917 al 1955, e poi dal 1970 fino alla morte dell’autore, su Il Corriere dei Piccoli (supplemento per i bambini del "Corriere della Sera"). Il Signor Bonaventura, che con il suo vestito rosso e bianco ricordava molto Pulcinella, è stato seguito e amato da almeno 4 generazioni di lettori e la frase di inizio di ogni fumetto ("Qui comincia l’avventura del signor Bonaventura") era nota a tutti gli italiani.

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