Fabrizio de André
Il più grande cantautore italiano
1 ottobre 2000
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Roberto Tartaglione
No
(aggiornato febbraio 2025)
Fabrizio de André (1940 - 1999) è certamente il più famoso (e probabilmente il più bravo) cantautore italiano.
Scrive le sue prime canzoni a partire dal 1965. I suoi modelli sono francesi: in particolare si ispira a George Brassens di cui traduce i testi in un italiano di altissimo livello.
(di seguito la canzone "Il gorilla" prima nella versione originale di George Brassens e poi in quella italiana di Fabrizio de André)
I suoi testi, anche se sempre riconosciuti come bellissimi, toccano temi spesso scottanti e De André per moltissimi anni non è accettato né alla radio né alla televisione italiana, ancora molto tradizionalista e "benpensante". Le sue canzoni si diffondono perciò fra giovani e studenti con una specie di passaparola: un amico con la chitarra ne canta una e gli altri la ascoltano e la imparano.
Il suo nome diventa più popolare quando la più celebre cantante italiana, Mina, canta la sua "Canzone di Marinella". La censura su gran parte dei suoi testi rimane, ma il nome "De André" comincia a diffondersi.
(di seguito la canzone ""La canzone di Marinella" interpretata da Mina)
Il cantautore, grande lettore degli anarchici Bakunin e Max Stirner, è uomo di vasta cultura letteraria e, dopo il periodo delle "ballate" (alcune celeberrime come Bocca di Rosa, Via del Campo, Il pescatore ) compone alcuni album di altissimo valore, letterario e poetico.
1970 - La Buona Novella
Un album di canzoni tratte dai vangeli apocrifi e in particolare dal Protovangelo di Giacomo e dal Vangelo arabo dell'infanzia. Sono canzoni molto poetiche che raccontano episodi della vita di Gesù. L'album sorprende moltissimo il pubblico del cantautore anarchico e non credente, che proprio negli anni della contestazione giovanile propone canzoni di carattere comunque religioso.
(Da "La buona Novella" la canzone "Il testamento di Tito": il buon ladrone, crocifisso vicino a Gesù, analizza uno per uno i dieci comandamenti e dice perché non poteva rispettarli. Ma davanti a Gesù che muore riconosce che il messaggio d'amore di Cristo è superiore a tutti i comandamenti)
1971 - Non al denaro non all'amore né al cielo
De André traduce ed elabora poeticamente alcune poesie dall'Antologia di Spoon River (di Edgar Lee Masters, 1915). La sua versione poetica è stata giudicata da Fernanda Pivano, interprete "ufficiale" di Edgar Lee Masters, forse superiore all'originale.
(La canzone "Un giudice" racconta in prima persona l'esperienza dell'uomo che frustrato e umiliato da tutti per la sua bassa statura si vendica diventando un giudice spietato e temuto)
1973 - Storia di un impiegato
Canzoni molto caratterizzate politicamente, tutte legare fra loro da un filo conduttore musicale. Si parte dal "maggio francese" per raccontare la storia di un uomo che si ribella alla società in cui vive.
"La canzone del maggio" ricorda il famoso Maggio Francese del 1968:
La produzione di De André va avanti ininterrottamente fino al 1999, anno della sua morte.
Fra i suoi album più significativi ricordiamo Creuza de mä, del 1984, completamente in (incomprensibile) lingua genovese. Benché sulla lingua genovese di De André ci sia molto da dire (Vedi "De André il genovese" di Fiorenzo Toso), la Rivista Rolling Stone Italia segnala l'album alla posizione numero 4 della classifica dei 100 dischi italiani più belli di sempre.
Video con testo di Creuza de mä:
La vena poetica di De André è riconosciuta da tutti, tant'è vero che i suoi testi sono finiti perfino in qualche antologia destinata a studenti di scuole superiori.
A noi piace ricordarlo con la sua bella "Canzone dell'amore perduto" che trae musicalmente spunto da una musica dall'Adagio del Concerto per tromba, archi e basso continuo in re maggiore TWV 51: D7 di Georg Philipp Telemann (1708 - 1714 circa).
(di seguito il brano di Telemann e a seguire la canzone di De André)
Naturalmente passando per Genova vale la pena andare in Via del Campo, il vicolo cantato da De André, dove si trova un negozio/museo a lui dedicato e dove abbiamo scattato queste foto.