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Vespasiano e la tassa sulla pipì

Un imperatore che ha legato il suo nome ai gabinetti
pubblici

1 dicembre 2018

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Roberto Tartaglione

I materiali di Matdid sono scaricabili liberamente come supporto per lezioni di italiano. Ne è vietata la pubblicazione su carta o in formato digitale salvo autorizzazione.

Oggi si dice bagno pubblico: ma in passato (fino al 1980 circa) si diceva Vespasiano. Si chiamava così in italiano e si chiamava così anche in francese. Perché si usava il nome di un famoso imperatore romano per chiamare i bagni pubblici? La storia è questa.


Si sa: come tutti i governanti, anche l’Imperatore Vespasiano era sempre in cerca di soldi.

Ma le tasse che si pagavano a Roma erano già altissime: non si potevano aumentare ancora! Si doveva perciò inventare qualche tassa nuova (un po' come si fa oggi insomma!).

Roma antica era piena di bagni pubblici che si trovavano in ogne angolo della città.

Ostia Antica

L’urina, in quel tempo, era molto preziosa per le officine fullonicae, cioè le lavanderie. Si usava infatti per sbiancare i tessuti e per pulire i vestiti. Le lavanderie, per fare questo lavoro, avevano bisogno di ammoniaca e per questo mandavano delle persone nei bagni pubblici a raccogliere l’urina che contiene proprio l'ammoniaca.

Ecco un’ottima idea per Vespasiano! Tassare l’urina! Tutti i fullonices (i lavandai) hanno cominciato così a pagare una tassa sui bagni pubblici. E in città i bagni pubblici si cominciano a chiamare i Vespasiani.

(Non è difficile immaginarsi la scena: un antico romano che deve andare in bagno e che dice agli amici: Io vado da Vespasiano, cioè vado a portare il mio contributo economico alla cassa dell'imperatore).

Questo nome per indicare il bagno pubblico si continua a usare per duemila anni!


Da questa storia è nata poi un’altra storia.

Tito, il figlio di Vespasiano, criticava sempre il padre perché la tassa sull’urina era poco elegante e a Roma si rideva spesso per questa strana tassazione.

Un giorno però ha chiesto a Vespasiano dei soldi. L’imperatore allora ha preso un sacchetto pieno di monete e ha detto al figlio: "Vedi, Tito, vedi quanti soldi? Ma c’è un problema: vengono tutti dall’urina!"

Tito non sapeva bene se accettare o no. Vespasiano allora ha messo il naso nel sacchetto e ha detto: “Pecunia non olet” (il denaro non puzza).

Questa frase è diventata famosissima e si usa ancora oggi.

In italiano moderno ci sono molte parole che si possono usare per indicare il bagno.

Per sapere quali parole è possibile usare e quali sono più opportune vedi il testo di approfondimento qua sopra.

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