Quel rubacuori di Raffaello
L'immagine di Raffello libertino, tra mito e realtà
Sì
(aggiornato settembre 2023)
A Palazzo Barberini, a Roma, c'è il ritratto di una giovane donna, conosciuta come La Fornarina: è nuda anche se cerca di coprirsi il seno con un velo trasparente, porta un turbante sulla testa e un bracciale con scritto un nome, Raphael urbinas, Raffaello di Urbino (1483-1520). Secondo molti critici si tratta di un ritratto privato, fatto da un amante alla sua amata: l’artista avrebbe dipinto la donna dal vivo, direttamente con i colori e senza fare un disegno preparatorio. Siamo nel 1520, pochi mesi prima della morte improvvisa, e prematura, del pittore. La stessa donna sarebbe raffigurata in un ritratto conservato a Firenze, conosciuto come La velata (1516). E sempre lei avrebbe dato il volto a numerose figure femminili nelle opere del pittore, comprese parecchie Madonne (Madonna della seggiola, Madonna di Foligno).
Ma secondo altri critici non è cosi: addirittura il quadro sarebbe un lavoro a più mani (di Raffaello e del suo allievo più talentuoso, Giulio Romano) e potrebbe essere interpretato in chiave filosofica (la Fornarina sarebbe ‘Venere celeste’, l’amore che attraverso la Bellezza ideale spinge a ricercare la Verità, perciò diversa dalla ‘Venere terrestre’, forza generatrice della natura, espressione dell’amore terreno e carnale, rappresentata nel quadro ‘La velata’).
Chi è questa donna?
Lo scrittore rinascimentale Giorgio Vasari racconta che Raffaello era "persona molto amorosa e affezionata alle donne" e ai "diletti carnali": il pittore della bellezza ideale amava molto, perciò, anche la bellezza terrena. Anche mentre dipingeva scene religiose i pensieri di Raffaello erano poco spirituali. Alcuni suoi sonetti d'amore sono stati trovati scritti accanto a disegni di carattere sacro. L'ultimo è stato scoperto nel 1998, su un cartone con immagini relative all'affresco della "Disputa sul Sacramento (1509): mentre lavorava in Vaticano e inventava immagini per il suo affresco più teologico, il ventiseienne pittore scriveva parole piene di sensualità (Se della mia più verde etate et calda... se dei miei anni più giovani e caldi...). È questo Raffaello ‘libertino’ lo spunto per la nostra lettura.
Raffaello era così innamorato di una fanciulla che quando non poteva vederla o lei non gli era vicino non aveva pace e non riusciva nemmeno a lavorare. Si dice che quando il pittore doveva dipingere una "Galatea" nella villa del banchiere Agostino Chigi non riusciva proprio a finire l’opera perché la sua amata gli mancava troppo. Agostino non aveva altra scelta: l’ha invitata a stare per un po’ nella villa e Raffaello ha immediatamente ripreso il suo lavoro con energia e l’ha portato a termine.
Chi era la donna che Raffaello ha amato tutta la vita e che, secondo la tradizione, dopo la morte del pittore, si è rinchiusa disperata nel convento di Sant’Apollonia a Trastevere?
Non lo sappiamo con sicurezza: secondo la tradizione si tratta di Margherita Luti, la figlia di un fornaio: per questo le hanno dato il soprannome di "Fornarina" (ma è molto contestata). C’è stato anche chi ha affermato che Raffaello forse l’ha anche sposata, probabilmente di nascosto: il quadro di Palazzo Barberini la rappresenterebbe infatti come moglie (la donna porta un anello all’anulare sinistro).
(opera propria)
Qualche altro studioso, meno romantico, ci dice invece che il soprannome “Fornarina” non aveva niente a che vedere con il pane. Era invece il nome d’arte di una prostituta, forse la celebre Imperia (amante di Agostino Chigi) o forse la non meno famosa Beatrice Ferrarese. Un soprannome un pochino malizioso: il pane da infornare e il forno non erano altro che allusioni sessuali.
Ma questi sono solo pettegolezzi – anche un po’ volgari - e noi non vogliamo certo starli a sentire. Però è anche vero che secondo Vasari (e non solo secondo lui) Raffaello faceva una vita sessualmente molto, ma molto, "disordinata" e "fuor di modo". È perciò difficile pensare che una sola donna (la moglie poi!) ha provocato tutto questo sconquasso. Un bel libertino, insomma, altro che amante fedele! Qualcuno dice pure che anche la morte dell’artista, a soli 37 anni, è stata proprio una conseguenza dei suoi eccessi erotici: dopo aver “disordinato più del solito”, il pittore è tornato a casa con una grandissima febbre e nel giro di pochi giorni è morto. Ma anche queste storie sulla morte di Raffaello sono forse solo maldicenze e noi non possiamo certo darle per sicure: secondo qualche altro, infatti, l’artista è morto solo a causa di una semplice polmonite fulminante. Qual è dunque il vero Raffaello? Non lo sappiamo, come non sapremo mai chi è veramente la donna sensuale dagli occhi scuri dipinta nei suoi quadri.
Una campagna di indagini sulla Fornarina è stata realizzata dal 28 al 30 gennaio 2020 utilizzando tecniche innovative e macchine d’avanguardia. In particolare, sulla tavola è stata fatta una scansione macro a fluorescenza a raggi X (MA-XRF), a cura di Emmebi diagnostica artistica e Ars Mensurae, realizzata grazie agli strumenti messi a punto nell’ambito del Progetto MUSA (Multichannel Scanner for Artworks). È stato possibile mappare con molta accuratezza la distribuzione degli elementi chimici presenti sulla tavola, risalire così ai pigmenti utilizzati dall’artista e comprendere il processo esecutivo con cui Raffaello li ha applicati sulla tavola.
Per saperne di più
• Raffaello da vicino: nuove indagini e nuove scoperte sulla Fornarina, a cura di A. Cosma, C. Merucci, S. Ridolfi, Roma 2023 (raccoglie gli interventi della giornata di studi svoltasi a Palazzo Barberini nel settembre 2020)
• Raffaello da vicino, Tre giorni di studi, indagini e approfondimenti sulla Fornarina (28-30 gennaio 2020) a Palazzo Barberini, a cura di A. Cosma e C. Merucci (https://www.barberinicorsini.org/evento/raffaello-da-vicino/) + CNR/Consiglio Nazionale delle Ricerche, News (22/09/2020) (https://www.cnr.it/it/news/9657/raffaello-da-vicino)
• G. PISANI, Le Veneri di Raffaello (Tra Anacreonte e il Magnifico, il Sodoma e Tiziano), «Studi di Storia dell'Arte» 26 (2015), pp. 97-122
• Raffaello. Analisi di un dipinto, su beniculturali.it. (2007)
(https://web.archive.org/web/20090509084312/http://www.beniculturali.it/fornarina/index.html)
• L. MOCHI ONORI, La Fornarina di Raffaello, Milano 2002
• C. GOULD, Raphael versus Giulio Romano: the swing back, «The Burlington Magazine», vol. CXXIV, n° 953, (August 1982), pp. 479-487