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I pronomi indiretti

Riepilogo generale

30 settembre 2017

da a2 a b1

Roberto Tartaglione

I materiali di Matdid sono scaricabili liberamente come supporto per lezioni di italiano. Ne è vietata la pubblicazione su carta o in formato digitale salvo autorizzazione.

I pronomi indiretti sono

MI (a me)

TI (a te)

GLI (a lui)

LE (a lei)

CI (a noi)

VI (a voi)

GLI (a loro)


1 - Posizione generale

I pronomi indiretti, di norma, precedono il verbo:

  • Ricordi cosa ti ho detto?

  • Ho parlato con Maria e le ho dato un cosiglio.

  • Non vi ho telefonato ma vi ho mandato una mail.

2 - Posizione con imperativo diretto

I pronomi indiretti formano obbligatoriamente una sola parola con i verbi coniugati all'imperativo diretto, cioè con l'imperativo con il tu, con il noi e con il voi

  • Quando arrivi scrivimi!

  • Siamo onesti: diciamogli la verità!

  • Portateci due birre, per favore!

3 - Posizione con infinito e gerundio

I pronomi indiretti, con i verbi nella forma dell'infinito e del gerundio, possono formare una sola parola (ma è possibile anche che precedano il verbo)

  • Puoi darmi quel libro, per favore?

(ma anche)

  • Mi puoi dare quel libro, per favore?


  • Sto scrivendogli una lettera.

(ma anche)

  • Gli sto scrivendo una lettera.

4 - Posizione con fare + infinito

Nelle costruzioni verbali fare + infinito (es: io faccio portare un caffè al signor Rossi) i pronomi indiretti - così come del resto tutti i pronomi - precedono il verbo fare.

  • Io faccio portare un caffè al signor Rossi

  • Gli faccio portare un caffè


Se il verbo fare è all'infinito o al gerundio (es: io voglio far portare un caffè al signor Rossi, oppure: io sto facendo portare un caffè al signor Rossi) il pronome indiretto - così come gli altri pronomi - può formare una sola parola con il verbo fare oppure precedere il verbo reggente.

Voglio far portare un caffè al signor Rossi

  • Voglio fargli portare un caffè

(ma anche)

  • Gli voglio far portare un caffè

Sto facendo portare un caffè al signor Rossi

  • Sto facendogli portare un caffè

(ma anche)

  • Gli sto facendo portare un caffè

5 - Usi frequenti

I pronomi indiretti si usano naturalmente con tutti i verbi che reggono un dativo (un nome preceduto normalmente dalla preposizione a). In particolare si trovano perciò vicino a verbi che indicano "comunicazione": parlare, telefonare, dire, domandare, scrivere, rispondere, chiedere ecc.

Molto frequentemente i pronomi indiretti si trovano però anche in compagnia di verbi come:

bastare (a qn)

convenire (a qn)

dispiacere (a qn)

fare piacere (a qn)

interessare (a qn)

parere (a qn)

piacere (a qn)

sembrare (a qn)

servire (a qn)


Si tratta di verbi usati spesso in terza persona (singolare e plurale), anche se l'uso in altre persone è assolutamente possibile:

  • Le basta poco per vivere

  • Non ti conviene fare l'arrogante con me!

  • Le tue idee non ci dispiacciono.

  • Ti fa piacere se vengo a trovarti?

  • Quello che dici gli interessa molto

  • Mi piace la cioccolata

  • Vi sembra/pare ragionevole quello che ho fatto?

  • Vi servono dei consigli?

(ma anche)

  • Se io non ti basto... addio!

  • Costi caro, non mi convieni.

  • Da quando ti interesso?

  • Io non le piaccio.

  • Mi sembrate un po' stanchi.

  • Non ti ama ma gli servi.

6 - Pronomi indiretti con il verbo andare

I pronomi indiretti, insieme con la terza persona del verbo andare, danno a questo verbo un significato particolare, cioè il senso di avere voglia, desiderare, gradire (riferito in particolare a qualcosa da fare, da mangiare o da bere). Il verbo andare si usa esclusivamente in terza persona secondo questo schema:

mi va/ vanno

ti va/ vanno

gli va/ vanno

le va/ vanno

ci va/ vanno

vi va/ vanno

gli va/ vanno

  • Ti va una birra? - No grazie, non mi va.

  • Se non vi va di andare al cinema state a casa!

  • Gli spaghetti non gli vanno.

  • Ci va di cambiare aria, andare in vacanza!

  • Professore, Le va di fare una conferenza per noi?

7 - Pronomi indiretti con il verbo sapere

Anche se "tecnicamente" i pronomi indiretti col verbo sapere funzionano con lo stesso criterio di quelli col verbo andare, la differenza grossa è che l'unica forma realmente usata è mi sa: significa penso, credo ed è usatissima nelle espressioni colloquiali e informali.


Differentissima dagli altri verbi di opinione perché richiede obbligatoriamente l'indicativo e non esiste con i congiuntivo.

  • Mi sa che domani non posso venire da te.

  • Ho spiegato tutto ma mi sa che non hai capito.


8 - Verbi con pronomi indiretti e verbi con pronomi diretti

Fra i verbi che usano frequentemente i pronomi indiretti, oltre a quelli già segnalati, indichiamo:

assomigliare a qualcuno > gli/le assomiglia

appartenere a qualcuno > gli/le appartiene

bastare a qualcuno > gli/le basta

mancare a qualcuno > gli/le manca

piacere a qualcuno > gli/le piace

servire a qualcuno > gli/le serve

ubbidire a qualcuno > gli/le ubbidisce


Fra i verbi che usano frequentemente i pronomi diretti indichiamo:

aiutare qualcuno > lo/la/li/le aiuta

ascoltare qualcuno > lo/la/li/le ascolta

consigliare qualcuno > lo/la/li/le consiglia

incontrare qualcuno > lo/la/li/le incontra

minacciare qualcuno > lo/la/li/le minaccia

osservare qualcuno > lo/la/li/le osserva

perdonare qualcuno > lo/la/li/le perdona

ringraziare qualcuno > lo/la/li/le ringrazia

seguire qualcuno > lo/la/li/le segue


9 - Ridondanze

I pronomi indiretti - così come in genere tutte le particelle pronominali italiane - sono spesso usati nel parlato quotidiano in modo ridondante: si affiancano cioè al nome che dovrebbero sostituire. In particolare con i verbi già segnalati sopra (bastare, convenire, dispiacere, fare piacere, interessare, piacere, sembrare, servire) non è raro sentire, in frasi pronunciate con tono un po' enfatico e partecipato, espressioni come queste:

  • A me mi basta quello che ho! (come dire: a te forse no!)

  • A te non ti conviene fare il furbo! (come dire: ad altri forse, ma proprio tu no!)

  • A noi non ci dispiace mica se venite! (come dire: noi siamo davvero contenti!)

  • A lui gli fa piacere? (come dire: che sorpresa, non credevo!)

  • A voi non vi interessa quello che dico? (come dire: agli altri sì)

  • A loro la cioccolata gli piace! (come dire: eccome! Tantissimo!)

  • A me mi sembra strano! (come dire: forse sono l'unico, ma...)

  • A te ti servono questi vecchi libri? (come dire: a me sì)


Attenzione: in questi ultimi casi la ridondanza è ammessa solo in contesti colloquiali, propri della lingua parlata. Nello scritto, e ancora di più nello scritto formale, queste forme sono assolutamente vietate.



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