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Panem et circenses

Il Nerone di Ettore Petrolini

7 aprile 2002

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Roberto Tartaglione

I materiali di Matdid sono scaricabili liberamente come supporto per lezioni di italiano. Ne è vietata la pubblicazione su carta o in formato digitale salvo autorizzazione.

(aggiornato novembre 2023)


"Panem et circenses" (cioè pane e giochi del circo) è un modo di dire riferito ai governanti che continuano ad avere l'appoggio del popolo perché promettono qualcosa da mangiare e qualche gioco per divertirsi. Populismo già ai tempi degli antichi Romani, insomma.


 

Ettore Petrolini (1884-1936) è stato attore teatrale comico e pure cabarettista, sceneggiatore, autore e cantante, famosissimo prima di tutto a Roma e poi in tutta Italia. I suoi pezzi infatti, pur essendo caratterizzati dal dialetto romanesco, si sono diffusi anche grazie al cinema in tutto il Paese.

Quella che segue è una scena tratta da uno dei suoi pezzi teatrali più famosi, "Nerone". Il testo è stato ripreso in un film del 1930, "Nerone", girato dallo stesso Petrolini con la regia di Alessandro Blasetti; il film era una satira non tanto velata di Mussolini e del regime fascista.

Nella scena Nerone sta a casa sua e il popolo lo vuole morto perché ha incendiato Roma. Allora, pur di essere applaudito, va alla finestra e fa un discorso per calmare gli animi. Come? Con tutti i trucchi tipici del politico esperto (usare qualche parola difficile per esempio perché il popolo si affeziona; come pure promettere panem et circenses perché il popolo vuole giocare; e poi , dice Nerone, il popolo quando si abitua a dirti bravo continua a farlo... pure se tu non fai niente). Il popolo infatti gli grida "bravo!" e Nerone risponde "grazie". E questo gioco del "bravo-grazie" si ripete più volte creando un effetto comico esilarante.

Umorismo facile pensate? Sarà pure umorismo facile, se volete, ma non dimenticate che siamo negli anni in cui con i suoi grandi discorsi Mussolini riempiva le piazze di tutta Italia.


NERONE: Atto unico (Scena ottava)



NERONE: Ignobile plebaglia! Così ricompensate i sacrifici fatti per voi? Ritiratevi, dimostratevi uomini e domani Roma rinascerà più bella e più superba che pria... ("Pria" = "prima" in italiano antico; è una forma molto letteraria)

VOCE : Bravo!

NERONE: Grazie.

(Rivolgendosi poi a Egloge e a Poppea) È piaciuta questa parola... pria... Il popolo quando sente le parole difficili si affeziona... Ora gliela ridico: Più bella e più superba che pria!

VOCE: Bravo!

NERONE: Grazie!

(Poi sempre più affrettatamente quasi cercando di sorprendere il popolo)

Più bella e più superba che pria...

VOCE: Bravo!

NERONE: Grazie! ..... Più bella... grazie.

VOCE: Bravo!

NERONE: ... Zie.

VOCE: Bravo!

NERONE (facendo il gesto di dire la parola "pria", senza però dirla)

VOCE: Bravo!

NERONE: Bravo!

VOCE : Grazie!

.......

VOCE: BRAVO!

NERONE: Lo vedi, il popolo quando si abitua a dire che sei bravo, pure che non fai gnente ("gnente" = "niente" nel dialetto di Roma), sei sempre bravo! Guarda

(ripete il gesto senza dire la parola).

VOCE (d. d.): Brrrrrr...

NERONE: Domani... Domani... Domani... quanti ne abbiamo... Domani ne abbiamo... saranno fatte grandi distribuzioni di vino, di olio, di carta moschicida e di sesterzi... Panem et circentibus...

VOCE (corregge l'errore di Nerone): Panem et circenses!

NERONE: C'è uno che parla bergamasco... Eccomi a voi tutto d'un pezzo... Io vi darò tutto, basta che non domandate nulla

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