Mala tempora currunt
Modi di dire latini presenti in italiano
2 febbraio 2003
c2
Roberto Tartaglione
No
Non ci piacciono i proverbi: sono quasi sempre stupidi, conformisti, didascalici e moralisti. Vengono usati di solito da chi deve giustificare un comportamento evidentemente reazionario. E chi li usa, a meno che non lo faccia ironicamente, non fa quasi mai una bella figura: appare subito come una persona incapace di pensare con la sua testa. "Chi dorme non piglia pesci", "gallina vecchia fa buon brodo", "donna baffuta sempre piaciuta", "sposa bagnata sposa fortunata", "non c'è più la mezza stagione"... Insomma, se diamo retta ai proverbi dovremmo impegnarci e lavorare a lungo sempre senza dormire, per poi sposare una donna di ottant'anni, con i baffi e possibilmente in un giorno di pioggia perché in estate ormai fa brutto tempo!
Preferiamo i modi di dire e le sentenze latine. Con grande sintesi esprimono concetti profondi che in italiano richiederebbero lunghi giri di parole: come altro dire "ipse dixit", "carpe dieme", "sutor, ne ultra crepidam", o "do ut des"? I modi di dire latini rivelano sempre la saggezza di una grande civiltà e certo per questo sono ancora vivissimi anche nell'italiano di oggi. Eccone qui una bella lista.
Solo come suggerimento (del tutto soggettivo!) mettiamo vicino a ogni frase latina uno, due o tre asterischi. Un asterisco significa che quella frase è molto popolare, anche fra persone di cultura non altissima. Due asterischi vuol dire che quella frase è utilizzata da un pubblico di un certo livello culturale. Tre asteristi indica che la frase non viene capita da tutti e, detta in un contesto colloquiale suonerebbe un po' snob.
absit iniuria verbo o verbis ***
Letteralmente: si passi sopra l'ingiuriosità della parola. Questa espressione si usa quando si vuole attenuare un'affermazione che potrebbe suonare offensiva per chi ascolta o anche quando si è usata una parola "inopportuna" per meglio esprimere un concetto. Significa in sostanza: mi si consenta l'uso di questa parola, sia detto senza voler offendere nessuno, tra virgolette. È un adattamento dell’espressione di Livio absit invidia verbo.
La cosa positiva - absit iniuria verbo! - della Second Guerra Mondiale è che ha provocato poi una coscienza europea che forse impedirà nuove guerre
ad abundantiam **
Significa in aggiunta, in più, come se non bastasse quello che già abbiamo. Viene dal linguaggio giuridico in cui indica prove che si aggiungono ad altre prove che sarebbero di per sé già sufficienti.
Non solo ha perso il posto di lavoro, ma, ad abundantiam, il terremoto gli ha distrutto la casa
ad calendas graecas ***
Poco usta la forma latina perché esiste il corrisponente italiano "alle calende greche": i greci, nel loro sistema di scansione del tempo non avevano le "calende". Quindi i latini dicevano ad calendas graecas per esprimere l'idea di qualcosa che non succederà mai.
Abbiamo rimandato il nostro incontro. A quando? Mah! Ad calendas graecas!
ad majora! **
Formula di augurio e di saluto: a successi più grandi. Si usa naturalmente con chi ha già avuto dei successi e punta a cose ancora più grandi.
ad personam *
Proprio per una persona: si usa per un atto che non ha un obiettivo sociale o generale ma è fatto chiaramente per un preciso individuo.
Le leggi che sono state varate dal governo favoriscono il Presidente del Consiglio: sono leggi ad personam
alea iacta est *** Poco usta la forma latina perché esiste il corrisponente italiano "il dado è tratto".
È la celebre frase pronunciata da Giulio Cesare prima di attraversare con i suoi soldati il fiume Rubicone per marciare verso Roma: si usa per dire che ormai si è compiuto un passo decisivo, che non si può più tornare indietro.
apertis verbis ***
Con parole chiare: si dice prima di spiegarsi chiaramente, precisando che non si vogliono usare parole diplomatiche. In italiano si può anche usare la formula in poche parole, te lo dico chiaramente.
audaces fortuna iuvat ***
Poco usta la forma latina perché esiste il corrisponente italiano "la fortuna aiuta gli audaci". È un modo per incoraggiare chi sta rischiando molto. Meno comune la formula completa: audaces fortuna iuvat timidosque repellit, la fortuna aiuta gli audaci e respinge i timidi.
aut Caesar, aut nihil ***
Letteralmente o Cesare, o nulla! Motto di Cesare Borgia, detto il Valentino, figlio ambiziosissimo di papa Alessandro VI. Con questa espressione si vuole sottolineare la propria determinazione a raggiungere l'obiettivo più alto. Come dire: o tutto o niente!
castigat ridendo mores ***
Non viene dalla latinità classica questa espressione che invece è stata coniata nel Seicento a proposito di Arlecchino che, nelle opere teatrali, con il suo umorismo colpisce i costumi e le cattive abitudini della gente. Letteralmente significa punisce i costumi ridendo, e si usa specialmente riferendosi allo spettacolo.
carpe diem *
Letteralmente afferra il giorno. Molto popolare questa espressione che invita a non lasciarsi sfuggire le occasioni che possono capitare solo una volta nella vita. Significa cogli l’attimo fuggente, goditi la vita senza pensare troppo al futuro. La citazione viene da Orazio.
cave canem ** Poco usta la forma latina perché esiste il corrisponente italiano "attenti al cane". Era scritto sui mosaici dei giardini proprio come oggi si scrive sui cartelli "attenti al cane". L'espressione però è così popolare che, in senso figurato, oggi significa semplicemente fa' attenzione, attento ai nemici, non commettere imprudenze.
condicio sine qua non ***
È una condizione indispensabile, senza la quale non c'è nessuna possibilità di accordo.
Ti affiderò quel lavoro solo se mi garantirai che sarà terminato entro l'anno. La data di conclusione è una conditio sine qua non
cui prodest? **
Poco usta la forma latina perché esiste il corrisponente italiano "a chi giova?"
Da una frase di Seneca, si usa oggi quando ci domandiamo chi può trarre vantaggio da una determinata situazione o, ancora più spesso, chi può essere il responsabile di un determinato crimine (sempre calcolando chi può beneficiare delle sue conseguenze).
de gustibus (non est disputandum) *
In italiano si dice tutti i gusti sono gusti. Letteralmente significa sui gusti non si discute. È un'espressione usata quando mostriamo "tolleranza" verso chi ha gusti diversi dai nostri perché viene da esperienze o culture diverse. Spesso è sufficiente dire: de gustibus...
deus ex machina **
Nella tragedia greca era la divinità che compare sulla scena quando la situazione è diventata ormai irrisolvibile e che riesce quindi a dare una soluzione a un intreccio. Per estensione nel mondo latino e poi in quello contemporaneo deus ex machina è chi, inaspettatatmente o improvvisamente, riesce a trovare il modo di risolvere un problema complesso.
divide et impera **
Letteralmente dividi e domina, per dominare hai bisogno di tenere divisi fra loro i tuoi sottoposti, non permettere che si alleino fra loro contro di te. L’espressione, attribuita talora a Filippo il Macedone, è probabilmente di origine medievale.
do ut des *
Letteralmente do perché tu dia, faccio una cosa che può sembrare generosa perché penso che potrò avere un vantaggio da questa mia azione. L'espressione può essere sostantivata
Nel commercio e negli affari, si sa, è tutto un do ut des
dura lex, sed lex **
Letteralmente: legge dura, ma legge! La legge deve essere sempre e comunque rispettata, anche se può essere particolarmente pesante farlo.
errare humanum est, perseverare autem diabolicum ** La forma latina è spesso sostituita dal corrisponente italiano "errare (sbagliare) è umano, ma perseverare è diabolico". L'espressione si usa per rimproverare chi dopo aver fatto uno sbaglio ed essere stato perdonato per questo (infatti errare è umano, tutti possono sbagliare) poi continua a ripetere lo stesso errore.
ex abrupto **
Significa all'improvviso, di colpo, quando nessuno se l'aspettava.
ex aequo *
Formula molto usata nell'italiano di oggi, specialmente per indicare un punteggio pari nello sport.
excusatio non petita, accusatio manifesta ***
Ci sono persone che si giustificano senza che nessuno le abbia mai accusate, o altri che cercano di mostrare la loro innocenza anche se nessuno sostiene ufficialmente che siano colpevoli. Queste persone, in qualche modo, fanno pensare di essere realmente colpevoli di qualcosa. Per questo si dice loro excusatio non petita, accusatio manifesta, cioè una scusa non richiesta equivale a una accusa evidente.
hic et nunc **
Letteralmente significa qui e ora e si usa per indicare che una cosa deve essere fatta subito. Si riferisce anche a un qualcosa che deve essere esser fatto in modo concreto.
Una prima lezione di lingua straniera deve essere fatta seguendo un criterio di hic et nunc: bisogna parlare di oggetti presenti in classe come tavoli e sedie, non di concetti astratti che uno straniero non capirebbe
hic manebimus optime ***
Letteralmente: qui rimarremo ottimamente. Dice Tito Livio che questa frase è stata pronunciata dal condottiero romano Camillo rivolto ai Senatori che volevano scappare dalla città invasa dai Galli nel 390 avanti Cristo.
Oggi l'espressione è usata da chi non ha la minima intenzione di abbandonare il suo posto anche se le circostanze sono sfavorevoli.
Quando i parlamentari parlavano delle possibili dimissioni del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, lui dichiarò ai giornali: "Dimettermi io? Hic manebimus optime!"
hic sunt leones ***
Nelle antiche carte geografiche romane c'era questa espressione per indicare le zone inesplorate dell'Africa: qui ci sono i leoni. Oggi usa, quasi sempre scherzosamente, per indicare un pericolo, un luogo pieno di nemici a cui è meglio non avvicinarsi.
Quando sono entrato nella sala dove dovevo fare l'esame ho pensato: hic sunt leones.
homo homini lupus **
Letteralmente: l'uomo è lupo per l'altro uomo. Originariamente era una citazione da Plauto. Significa che l'uomo si comporta come un lupo nei confronti dei suoi simili ed è una "amara" considerazione sulla violenza e sulla aggressività propria degli esseri umani.
in dubio pro reo ***
Nel linguaggio giuridico questa formula sostiene che in caso di dubbio il presunto colpevole deve essere assolto (in caso di dubbio a favore del colpevole) per non rischiare mai di punire un innocente.
Nel linguaggio comune si usa per dire che non si è presa una decisione drastica perché non si era sicuri al cento per cento della situazione.
in saecula saeculorum **
Formula religiosa che significa nei secoli dei secoli, così sarà per sempre.
in vino veritas *
Espressione molto popolare che si trova in diversi autori latini: nel vino c'è la verità.
ipse dixit *
Letteralmente lui lo ha detto. Questa espressione è molto antica e pare che la usassero già i pitagorici per segnalare alcune affermazioni fatte dal loro maestro Pitagora. In realtà l'espressione si consolida nel Medioevo riferita a Aristotele. Ipse dixit perciò oggi significa: l'ha detto lui e non si discute e viene riferita a una altissima autorità riconosciuta da tutti (o, ironicamente, a qualcuno che non conta niente).
lupus in fabula *
Letteralmente il lupo nel discorso. Praticamente si usa per dire eccolo qui, arriva proprio mentre parliamo di lui. C'è anche un modo di dire italiano che ha più o meno lo stesso senso ed è parli del diavolo e spunta la coda!
maiora premunt ***
Letteralmente: ci sono cose più urgenti da fare. Quando qualcuno è molto preso dal suo lavoro o da un impegno particolare e vogliamo fargli capire che è il momento di dedicarsi ad altre questioni, molto più importanti e urgenti, possiamo dirgli maiora premunt.
mala tempora currunt **
Letteralmente: corrono brutti tempi. Con questa espressione possiamo lamentarci di come vanno le cose in generale nella nostra società o nel mondo contemporaneo.
Anche questa frase (come molti di questi detti latini) si può naturalmente usare in modo ironico e scherzoso:
Il cinema americano non produce più film western? Ah, mala tempora currunt!
mater semper certa est, pater nunquam **
Letteralmente la madre è sempre certa, il padre non lo è mai. Il senso è chiaro e l'espressione è usata quasi sempre in modo ironico.
melius est abundare quam deficere **
Letteralmente meglio abbondare che avere mancanza di qualcosa, meglio troppo che poco. Si usa per giustificare il fatto di aver forse esagerato un po'.
memento mori **
Parola d'ordine dei frati Trappisti che, nei loro conventi, dovevano ripetersi continuamente il memento mori, cioè l'espressione che in italiano è ricordati che devi morire per avere sempre presente davanti agli occhi l'idea della morte e quindi il senso della vita che è destinata a finire.
mens sana in corpore sano *
Letteralmente mente sana in corpo sano, espressione tratta da un passo delle Satire di Giovenale. Oggi è lo slogan di molte palestre, centri estetici, club sportivi che invitano a curare di più il proprio corpo. Lo stesso slogan non è invece usato (ma dovrebbe esserlo) per invitare la gente a curare di più la propria mente.
minus habens ***
Letteralmente che ha meno, cioè minorato, stupido. Si tratta di un modo elegante e per questo molto duro, perdire deficiente a qualcuno (in effetti, se dico "deficiente" o "stupido", forse sto scherzando; se dico "minus habens" intendo proprio sottolineare un problema neurologico)
mirabile dictu ***
Incredibile, mirabile a dirsi. Espressione quasi sempre scherzosa per manifestare un'esagerata sorpresa. Come dire: non ci posso credere.
Sei arrivato puntuale, mirabile dictu!!!
mors tua vita mea *
Formula molto usata che letteralmente significa la tua morte è la mia vita. Al di là del senso letterale che suona così drammatico, si usa quando in una competizione o nel tentativo di raggiungere un traguardo ci sarà un solo vincitore. Mors tua vita mea significa in sostanza che la tua sconfitta equivale alla mia vittoria, quindi me la auguro senza rimorsi.
nemo propheta in patria **
Letteralmente nessuno è profeta nella sua patria. L'espressione è tratta dai Vangeli e oggi si riferisce a chi, pur avendo detto o fatto qualcosa di importante non viene apprezzato da chi gli sta vicino, dai suoi familiari, concittadini o connazionali. Anche in questo caso gli usi ironici o scherzosi possono essere numerosi.
nomen omen **
Letteralmente: nel nome c'è il presagio (di quello che sarà la persona). C'è un altro modo di dire simile: nomina sunt consequentia rerum, cioè i nomi sono conseguenza delle cose, per cui il nome che uno porta è conseguenza di quello che è (questa segnalazione ce l'ha fatta la nostra lettrice e amica Rita Pasqui).
Quando il cognome di qualcuno di noi, per ironia della sorte, ricorda alcune nostre caratteristiche, ecco che torna questa citazione. Può essere il caso di un pittore di strada che si chiami Michelangelo, di un criminale che si chiami Giuda eccetera.
non plus ultra *
Si dice che non plus ultra (cioè non più oltre) fosse scritto sulle Colonne d'Ercole per indicare che al di là non si poteva andare perché il mare era ignoto. Oggi invece si usa per dire che non c'è niente di meglio, che non è possibile fare meglio e, in italiano, l'espressione è sostantivata.
Questo libro è il non plus ultra della letteratura contemporanea
obtorto collo **
Letteralmente: con il collo storto, nel senso di preso per il collo. Fare una cosa obtorto collo significa perciò farla contro la propria volontà, costretti da qualcuno o qualcosa.
omnia munda mundis ***
Letteralmente tutto è puro per i puri, espressione derivata dall’Epistola di S. Paolo a Tito (I, 15), che deve la sua fortuna alla citazione di Manzoni nei Promessi Sposi (VIII, 78). I puri non possono vedere il male e non si scandalizzano di niente. Si usa contro i moralisti e i bigotti che sono sempre pronti a criticare e condannare gli scandali altrui. Quindi è come dirgli: se tu fossi pulito non vedresti così tanto il male!
omnia vincit amor ***
Da un verso di Virgilio l'amore vince ogni cosa.
Un celebre quadro di Caravaggio si chiama proprio "Amore vincitore" in omaggio a quel verso di Virgilio. Era così bello che il proprietario, Vincenzo Giustiniani, lo teneva coperto, e lo faceva vedere ai suoi ospiti solo alla fine, per paura che tutti gli altri quadri che possedeva apparissero brutti rispetto a quello.
ora et labora *
La massima di San Benedetto e dei suoi frati: prega e lavora.
o tempora o mores! ***
Letteralmente Che tempi, che costumi! Esclamazione prediletta di Cicerone che criticava i tempi e i costumi dei suoi contemporanei (che tempi!, diremmo anche oggi). Corrisponde un po' a mala tempora currunt.
panem et circenses ***
Letteralmente pane e giochi del circo. Da Giovenale, che nelle Satire stigmatizza così i due unici interessi del popolo romano che veniva manipolato da imperatori che sapevano soddisfare appunto queste due esigenze, il mangiare e il divertirsi.
Oggi si usa, più o meno come nell'antichità, riferito all'atteggiamento demagogico dei dittatori o dei capi di governo che si guadagnano il favore delle masse distribuendo queste facili ricette per la felicità.
pecunia non olet ***
Il denaro non puzza. Chiaro, no?
per aspera ad astra ***
Letteralmente: attraverso le asperità (le vie faticose) si arriva alle stelle. L’espressione nasce forse riferita all'eroe mitologico Eracle che si guadagna il cielo attraverso un cammino assai difficoltoso. Oggi il senso dell'espressione è che la strada che conduce al successo è piena di difficoltà e di ostacoli.
per os **
Per bocca. Espressione latina che è ancora presente nelle ricette mediche e nelle istruzioni per l'uso di alcune medicine per indicare che il farmaco deve essere assunto per via orale.
post scriptum *
Letteralmente scritto dopo. Abbreviato in P.S. è una formula generalizzata per aggiungere qualcosa dopo aver firmato una lettera.
pro domo sua **
Anche questa espressione viene da Cicerone: per la sua casa. La frase indica una azione fatta nel proprio interesse (quindi interessatissima) e non nell'interesse di altri e tanto meno della comunità.
Il discorso fatto dal Presidente era interessante, ma solo gli stupidi non hanno capito che era tutto pro domo sua
qualis pater, tali filius **
Quale il padre, tale il figlio. I difetti del padre, molto spesso, si ritrovano nel figlio. L'espressione latina è spesso pronunciata in italiano.
quis custodiet ipsos custodes? ***
Chi sorveglierà i sorveglianti? Espressione tratta da Giovenale e spesso usata in italiano in riferimento al sistema di garanzie e di controlli sui vari poteri di un sistema democratico.
quousque tandem ***
Si tratta dell’inizio della prima Catilinaria, forse la più famosa orazione di Cicerone: Quousque tandem, Catilina, abutere patientia nostra? che significa Fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza?
Quousque tandem (cioè fino a quando) è usato in italianomoderno, spesso con valore ironico scherzoso, per sottolineare che la nostra pazienza sta per finire (come dire: per quanto tempo ancora andrà avanti questa storia?)
relata refero ***
Letteralmente riferisco ciò che mi è stato detto. Si dice per prendere le distanze da un'affermazione (forse non vera) che non è di prima mano. Come dire: così mi hanno detto, io non posso garantire la verità di queste parole.
repetita iuvant **
Qualche volta veniamo rimproverati perché abbiamo detto più volte la stessa cosa. In questo caso possiamo difenderci dicendo repetita iuvant, le cose ripetute possono giovare, dire questa cosa una volta sola non basta. In senso scherzoso possiamo dire anche repetita iuvant per ripetere un'esperienza piacevole: per esempio se qualcuno ci fa notare che stiamo bevendo il terzo o il quarto bicchiere di vino possiamo certamente fargli notare che repetita iuvant.
risus abundat in ore stultorum ***
Da Menandro viene questa frase che significa che il riso abbonda sulla bocca degli stolti. Si usa per frenare qualche risata scema tipica dei bambini o di alcuni conduttori televisivi. La forma latina è poco usata perché è possibile dire la stessa cosa in italiano (il riso abbonda sulla bocca degli stolti).
semel in anno licet insanire ***
Letteralmente: una volta durante l'anno a tutti è permesso fare qualcosa di pazzo. Una giustificazione per feste come il Carnevale o anche per azioni fuori delle regole che tutti abbiamo il diritto di compiere (non spesso, però).
sic et simpliciter **
Letteralmente: così e semplicemente. Serve a corredare un'affermazione chiara, magari un po' brutale, per sottolineare che le cose stanno così e che non c'è niente di complicato da chiarire.
sine die ***
Letteralmente: senza giorno. Se rimandiamo qualcosa sine die significa che la data in cui faremo quella determinata cosa è ancora da stabilirsi. Diverso è rimandare la cosa ad calendas graecas perché in questo caso l'espressione è ironica e significa lontanissimo nel tempo e forse mai, mentre sine die significa solo che quella data dovrà essere fissata con calma.
si parva licet (componere magnis)
Letteralmente se è permesso paragonare le cose piccole con le grandi. L’espressione è tratta dalle Georgiche di Virgilio dove il lavoro delle api è paragonato a quello dei Ciclopi che preparano i fulmini. Usiamo questa formula quando per argomentare una nostra tesi facciamo un paragone sproporzionato.
si vis pacem para bellum **
Se vuoi la pace prepara la guerra. È quello che potrebbe un Presidente che parla di aumentare le spese militari per scoraggiare gli altri paesi a fare la guerra davanti alla supremazia militare del proprio paese.americana.
sic stantibus rebus ***
La frase è detta spesso in italiano: stando così le cose. Si usa per introdurre una conclusione inevitabile davanti a certe premesse.
sic transit gloria mundi **
Letteralmente: così passa la gloria terrena. L'espressione si può usare davanti alla morte di un personaggio importante e famoso o ironicamente davanti alla fine di una qualunque cosa.
sursum corda ***
La formula arriva direttamente dalla Messa latina: in alto i cuori! Oggi funziona come incoraggiamento simile a su con la vita!
timeo Danaos et dona ferentes ***
Letteralmente temo i Danai (cioè i greci) anche quando portano doni. Queste parole sono state pronunciate da Laocoonte nell’Eneide per convincere i troiani a non portare nelle mura della città di Troia il cavallo di legno lasciato sulla spiaggia dai greci. E Laocoonte faceva bene a non fidarsi di quel dono dei greci visto come è andata a finire la storia.
Oggi l'espressione è usata per manifestare diffidenza verso chi ci fa un dono o è gentile con noi quando sospettiamo che dietro a questo comportamento ci sia un tranello teso da chi vuole danneggiarci.
tu quoque *
Letteralmente Anche tu! Dalle parole pronunciate da Giulio Cesare quando riconobbe Bruto tra i suoi uccisori: tu quoque, Brute fili mi, anche tu Bruto, figlio mio!
Oggi si usa generalmente per manifestare sorpresa quando qualcuno fa qualcosa che non ci saremmo mai aspettati. Il senso è sempre ironico e scherzoso.
ubi maior minor cessat **
Letteralmente: dove c'è qualcosa di più grande, la cosa piccola non conta. In qualche modo corrisponde a maiora premunt, ma in questo caso la sentenza ha una caratteristica di fatalità. Si dice in particolare a chi si sente trascurato: serve a fargli capire che la questione che lo interessa non può avere la nostra attenzione perché abbiamo dei problemi più importanti da risolvere.
veni vidi vici *
Celebre frase di Giulio Cesare: venni, vidi, vinsi. Si usa alludendo a chi in brevissimo tempo è arrivato, ha capito un problema e lo ha risolto.
verba volant, scripta manent *
Letteralmente le parole volano, gli scritti rimangono. Come dire: meglio mettere per iscritto quanto si è detto perché altrimenti si finisce con il dimenticare.
vox clamantis in deserto ***
Letteralmente voce che grida nel deserto, dai testi sacri. Significa che si grida una verità un po' a vuoto, da soli e inascoltati.
vox populi vox dei **
Letteralmente voce del popolo voce di Dio. Viene da un versetto della Bibbia e sembra quasi uno slogan della democrazia: quello che il popolo vuole rispecchia la volontà di Dio (ma se il popolo vuole panem et circenses?).