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Festival di Sanremo? No, grazie!

Intrattenimento anni Settanta

23 novembre 2008

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Giulia Grassi

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Gli anni Settanta sono stati anni di trasformazione e svecchiamento in molti campi e anche in quello della musica, dell'intrattenimento radiofonico e televisivo, della satira politica e di costume.

Basta guardare i dati del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, la manifestazione canora più famosa, e in quell'epoca contestata, d'Italia: per tutti gli anni Sessanta le tre serate del festival sono andate in onda in diretta sia alla radio sia in televisione. Partecipavano i "big" della canzone italiana e si vendevano tantissimi dischi (circa 6 milioni di copie, tra 45 e 33 giri, solo nel 1964).

Ma tra il 1973 e il 1980 la televisione trasmette in diretta solo la serata finale: i cantanti importanti snobbano la manifestazione e le vendite dei 45 giri calano a picco (nel 1975, anno nero del festival, vendute appena 45.000 copie).

La cantante Gilda vince il dimenticato 25º Festival di Sanremo del 1975. Wikipedia, pubblico dominio.

Soltanto negli anni Ottanta si ricomincia con la diretta televisiva dell'intera manifestazione e oggi le serate del festival sono addirittura cinque, tutte trasmesse in diretta.

Gli "anni bui" di Sanremo riflettono la crisi di cambiamento che in quel decennio investe ogni aspetto della società italiana.

I giovani impazziscono per una trasmissione radiofonica che si chiama Alto Gradimento (1970-1976), un programma musicale ma bizzarro, addirittura demenziale, assolutamente diverso da tutto quanto proponeva allora la radio.

In tv la trasmissione L'altra Domenica (1976-1979), trasmessa la domenica pomeriggio sul secondo canale della R.A.I. era l'alternativa "giovane" ai tipici programmi tradizionali per famiglie della domenica pomeriggio trasmessi sul primo canale. Il successo era stato travolgente e gli ascolti altissimi.

Insomma, all'epoca si sperimentava, altro che i noiosi e prevedibili format che vengono propinati nei decenni successivi!

I giovani che si divertivano con queste trasmissioni difficilmente seguivano Sanremo. Ascoltavano la musica anglosassone, ma anche quella dei numerosi gruppi nati in Italia proprio in quegli anni: è italiano uno dei filoni più originali di quello che è chiamato Progressive Rock, tanto che alcuni di questi gruppi hanno avuto successo anche all'estero (ad esempio, la Premiata Forneria Marconi).


La Premiata Forneria Marconi nel 1976. Wikipedia pubblico dominio

E poi i giovani ascoltavano, e suonavano alla chitarra, i brani dei cantautori. Ce n'era per tutti i gusti: canzoni "impegnate" che parlavano di problemi sociali e di politica, brani sperimentali nel testo come nella musica o di carattere più decisamente poetico. Ma anche la 'musica leggera' poteva essere di altissimo livello, come testimonia la produzione di Lucio Battisti.

La musica, come le trasmissioni di cui si è parlato, avevano in comune la voglia di cambiare, di sperimentare. Ma anche l'irriverenza. E, a proposito di irriverenza, non possiamo non citare un giornale satirico nato alla fine degli anni Settanta, Il Male (1977-1982), un giornale che certo ignorava l'idea del "politicamente corretto". Tanto è vero che le vignette satiriche e gli articoli, feroci e sarcastici, gli hanno causato un gran numero di denunce (molte per vilipendio della religione) e parecchi sequestri. Geniale, in particolare, era stata l'idea di falsificare la prima pagina dei quotidiani più famosi, inventandosi notizie demenziali: famosissima la pseudo-prima pagina del Paese Sera con la notizia dell'arresto dell'attore Ugo Tognazzi perché capo delle Brigate Rosse.



Attualmente non esiste niente di paragonabile, la satira politica è guardata con sospetto e la religione è intoccabile. Certo, viene da dire... si stava meglio quando si stava peggio.

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