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A Carnevale ogni scherzo vale

Le più famose maschere italiane

12 febbraio 2006

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Roberto Tartaglione

I materiali di Matdid sono scaricabili liberamente come supporto per lezioni di italiano. Ne è vietata la pubblicazione su carta o in formato digitale salvo autorizzazione.

Con la riforma del teatro del Seicento, le maschere (per secoli protagoniste assolute delle opere teatrali) scendono dal palcoscenico e diventano patrimonio popolare, protagoniste specialmente della tradizione del Carnevale.

Ogni maschera ha una sua caratteristica regionale e una sua caratteristica psicologica, legata al personaggio che rappresenta. Fra le più famose ricordiamo prima di tutto Arlecchino e Pulcinella:



Arlecchino è povero, poverissimo (tanto quanto Pulcinella, sicuramente), e il suo vestito è fatto tutto di toppe colorate: il suo nome deriva probabilmente da Hellequin, un demone un po' buffo della tradizione popolare nordica.

Di mestiere fa il servo: è di origine bergamasca, ma poi diventerà veneto.

Pulcinella è napoletano. Il suo nome è di origine incerta: forse deriva da pulce, forse da pulcino.

Il personaggio rappresenta il popolo napoletano sempre sfruttato dai potenti e sempre affamato.

A differenza di Arlecchino, Pulcinella non ha solo il ruolo di servitore, ma anche di altri personaggi e qualche volta ha una venatura più drammatica che comica.

...ed ecco qui altre maschere italiane che abbiamo rispettosamente associato a personaggi piuttosto famosi del mondo della politica. Naturalmente chi vuole può associarle a personaggi diversi: basta un po' di fantasia.



Il Dottor Balanzone è bolognese: saccente, erudito, pedante, brontolone, sputasentenze, esperto in ogni scienza e arte, la sua caratteristica principale quella di chiacchierare senza fermarsi mai, dicendo cose senza senso che nessuno capisce (ma sempre con aria dottorale e seriosa). Il suo nome deriva probabilmente da balla nel senso di bugia, frottola.



Il nome Brighella viene da brigare cioè organizzare di nascosto le cose per averne un vantaggio (vedi anche video sulla parola "briga"). E in effetti Brighella, bergamasco di origine, anche se gli assomiglia, è parecchio meno ingenuo di Arlecchino che invece ha sempre fame e si specializza nell'arte di arrangiarsi.



Colombina, unica donna di rilievo nel panorama delle maschere, è una servetta veneziana un po' civetta, che si lascia corteggiare volentieri senza fare tante storie. Ma è di solito la più furba e più scaltra di tutti: non si lascia imbrogliare facilmente e sa rimettere gli uomini al loro posto quando esagerano. Anche Arlecchino, suo eterno fidanzato, con lei deve stare molto attento. È decisa e vivace. Ed è una gran chiacchierona.



Gianduja è un gentiluomo piemontese di origini contadine: non ama la rissa, ma è sempre dalla parte degli oppressi e contro i tiranni. La sua caratteristica principale è il buonsenso, ma è anche testardo e un po' sospettoso. Ama moltissimo il buon vino e mangiar bene. Il nome deriva dal piemontese Gioan d'la douja, che vuol dire Giovanni del boccale (perché appena entra in un locale chiede sempre da bere).



Arlecchino e Brighella si trovano spesso in rapporto con Pantalone, ricchissimo e avarissimo mercante veneziano. Pieno di soldi, ha sempre paura di perderli ed è sempre pronto più a lamentarsi che a parlare. Ma non è intelligentissimo e prenderlo in giro è abbastanza facile. Ci riescono qualche volta anche Arlecchino e Brighella (che sono certo molto più svegli di lui!), mentre ci riescono sempre la moglie e la figlia.



Sa Merdule è una tipica maschera della Sardegna che rappresenta il proprietario di buoi (sa boes). Nella tradizione agricola e contadina queste figure hanno la funzione propiziatoria di proteggere gli animali che sono l'unica ricchezza della popolazione.

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