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Il calendario giuliano e quello gregoriano

Capodanno, ma non per tutti

11 gennaio 2009

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Roberto Tartaglione

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Storia del Capodanno e di come si è arrivati a stabilire la data del 1° gennaio come momento di passaggio fra un anno e l'altro.


L'abitudine di festeggiare il Capodanno la notte di San Silvestro è antica, ma non antichissima. Gli antichi romani hanno usato per molti secoli un calendario "lunare": Romolo, primo Re di Roma, aveva diviso l'anno in 10 mesi e l'anno cominciava a marzo, con la primavera.

Giulio Cesare invece decide di passare al calendario solare, in cui l'anno dura 365 giorni, ogni 4 anni c'è un anno bisestile e i mesi sono 12. Un sistema quasi uguale a quello di oggi, ma non totalmente identico. L'inizio del nuovo anno era comunque molto elastico, festeggiato tra gennaio e marzo a seconda dei luoghi.

Il calendario Giuliano considerava la durata media di un anno di 365 giorni più 6 ore (e per questo ogni 4 anni si recuperano 24 ore con un anno bisestile). In realtà gli astronomi di Giulio Cesare avevano sbagliato i calcoli di 11 minuti e 14 secondi. Piccola cosa, penserete voi! E invece grande cosa, perché così ogni 128 anni si accumula un giorno di ritardo: nel 1582 i giorni di ritardo accumulati erano addirittura 10!

Tutto questo complicava la vita anche al Vaticano che cominciava ad avere problemi a fissare la data della Pasqua.

Infatti Papa Gregorio XIII deve aver pensato: "Se andiamo avanti così prima o poi la Pasqua dovremo festeggiarla a Natale! No no, qui dobbiamo assolutamente trovare un rimedio!".

Insomma, a ottobre del 1582 il calendario viene riformato. Prima di tutto si recuperano i dieci giorni persi (e dal 4 ottobre 1582 siamo passati direttamente al 15 ottobre). Nello stesso tempo,  per non creare troppa  confusione, visto che il 4 ottobre era un giovedì il giorno dopo, cioè il 15 ottobre, è diventato automaticamente un venerdì.

Poi si stabiliscono nuove regole per gli anni bisestili, in modo che anche nel lungo periodo non dovrebbe più succedere quello che è successo con il calendario giuliano.

Il capodanno, anche dopo la diffusione del calendario gregoriano, si continua a festeggiare in giorni diversi a seconda delle aree geografiche. In molte città l'inizio dell'anno è in marzo (Firenze e Pisa il 25, Venezia il 1°), qualcuno lo festeggia a Natale, nel sud Italia si festeggiava secondo la tradizione bizantina il 1° settembre.

Alla fine del Seicento Papa Innocenzo XII indica il primo gennaio come primo giorno dell'anno. E piano piano in quasi tutto il mondo si accetta questa data.

Restano naturalmente tradizioni diverse: la Chiesa Ortodossa che segue il calendario giuliano; il mondo musulmano che segue un calendario lunare in cui l'anno è più breve di 11 giorni rispetto a quello solare (durante il 2008 gli islamici hanno infatti festeggiato due volte capodanno, una volta in gennaio per l'arrivo del 1429 e una volta in dicembre per l'arrivo del 1430); il capodanno iraniano, il Norouz, si festeggia con l'equinozio di primavera, il 21 marzo; e poi nelle varie tradizioni orientali il capodanno cade in giorni diversi.

Un'ultima cosa. Il regime fascista ha tentato di rivoluzionare il calendario stabilendo la data del 28 ottobre (ricorrenza della marcia su Roma) come capodanno dell'Era Fascista. Per fortuna il tentativo è stato un fiasco.

E per fortuna a nessuno dei politici di oggi è ancora venuta in mente un'idea del genere. Ma... mai dire mai.

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