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Voglia di lavorare saltami addosso

... e lavora tu perché io non posso

1 maggio 2024

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Roberto Tartaglione

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... il verbo "lavorare"... eh, strano verbo.

In italiano moderno, in tutte le lingue moderne, il verbo "lavorare" (il concetto del lavoro) è qualcosa di nobile, è qualcosa di importante. Ma non è sempre stato così.

In passato la parola "lavorare" che è legata a un'antica radice *rab- o lab-, aveva una strettissima connessione con la servitù, con la schiavitù, con qualcosa di brutto, di bruttissimo. Quindi il lavoro era cosa brutta.

*rab- o lab-, dicevo, è questa antica radice: "r" e "l", sapete, sono suoni molto "simili" fra loro, come sanno bene gli studenti orientali, cinesi o giapponesi, che qualche volta dicono "lavolale" invece che "lavorare", proprio per la somiglianza fra questi due suoni. Questa radice *rab- o lab- la troviamo in "lavorare" italiano, "laborare" latino, ma è presente anche in tedesco nel verbo "arbeiten", stessa radice e anche nelle lingue slave: in russo работа (rabota) significa "lavoro", sempre parola collegata a questa antica radice che si riferisce alla schiavitù. Dal ceco, da un romanzo ceco dei primi del Novecento, viene anche la parola "robot". Il robot cos'è? Un automa, una macchina che lavora al posto nostro.

Ma quando parlo del verbo "lavorare" come verbo riferito a un'azione brutta, faticosa o sporca (roba da schiavi, insomma), ho anche qualche altro elemento da aggiungere. In alcune lingue, per esempio pensiamo a spagnolo o francese, "lavorare" si dice "travailler", "trabajar". Da dove vengono questi due verbi? Vengono da "travaglio". "Travaglio" esiste anche in italiano e significa "dolore", dolore fortissimo". Viene da una radice latina (tripalium) che significava "strumento di tortura" (tre pali in croce dove legare la persona da torturare).

Quindi fare un lavoro si dice "travagliare", e si dice così anche in siciliano "travagghiari", ed è collegato al dolore della tortura. In un ospedale, in Italia, c'è la "sala travaglio", la sala dove le donne vanno a partorire, quindi la sala del dolore.

Insomma, diciamoci la verità: se ci basiamo solo sulla etimologia il lavoro è una cosa brutta, una cosa bruttissima.

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