Puccini e Turandot: l'importante è finire
Del finale di Turandot
Sì
25 aprile 1926, Teatro alla Scala di Milano: è il giorno della prima dell’opera « Turandot » di Giacomo Puccini. Da quasi 100 anni la gente si divide in due gruppi: chi dice Turandot e chi dice Turandò alla francese.
Ma il problema più grande, per i teatri moderni, ma anche per il compositore stesso, non è la lettera finale, ma il finale dell’opera. Vediamo il perché.
Nel 1922 Puccini comincia a lavorare sul libretto di una nuova opera. Usa una favola che Carlo Gozzi ha scritto nel 1761, ma cambia la storia mentre scrive la musica.
L’opera parla di una principessa cinese, Turandot, che fa tre domande a tutti quelli che la vogliono sposare. Se non sanno rispondere, devono morire. Tanti ci provano e tanti muoiono. Un giorno arriva il principe Calaf e cambia tutto.
Calaf risponde a tutte le domande di Turandot, ma lei non vuole sposarlo comunque. Allora Calaf dice a Turandot: se scopri il mio nome prima dell’alba, io sono pronto a morire e tu sei libera. Se non lo scopri, mi devi sposare (in questo momento Calaf canta l’aria più famosa di questa opera « All’alba vincerò »).
Per scoprire il nome, i soldati di Turandot torturano Liù, una schiava che conosce Calaf ed è innamorata di lui. Per non rivelare il suo nome e salvare Calaf, Liù si suicida. E adesso? Calaf può allegramente sposare Turandot? Dimenticare quello che ha fatto Liù e vivere felice?
Queste sono le domande che non lasciano tranquillo Puccini. Deve finire la storia, ma come? Il compositore non trova la risposta e nel 1924 muore. L’editore però vuole un lieto fine (un happy end). Allora trova un altro compositore, Franco Alfano, che lavora con quello che Puccini ha scritto e crea il finale: dopo qualche minuto di tristezza, Calaf e Turandot si sposano e fanno una grandissima festa.
Alla prima di «Turandot» nel 1926 un grande direttore d’orchestra e amico di Puccini, Arturo Toscanini, ferma l’orchestra dopo il suicidio di Liù e dice al pubblico:
Qui finisce l’opera, perché a questo punto il Maestro è morto. Viva Puccini!
Ma già la sera dopo un altro direttore presenta l’opera con il finale di Alfano.
Moltissimi teatri oggi danno l'ultima opera di Giacomo Puccini con il lieto fine di Franco Alfano, ma ci sono eccezioni. Per esempio, il Teatro dell’Opera di Roma nell'agosto del 2024 ha presentato « Turandot » al Festival di Caracalla solo con la musica di Puccini e l’opera è finita con il suicidio di Liù.