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Il testo dell'Inno di Mameli

Con spiegazione

16 giugno 2002

b2

R. Tartaglione - G. Grassi

No

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Poster con musica e parole dell’inno di Mameli, 1915 (Wikipedia, pubblico dominio)

1° strofa

Fratelli d'Italia,

l'Italia s'è desta,

dell'elmo di Scipio

s'è cinta la testa.

Dov'è la Vittoria?

Le porga la chioma,

che schiava di Roma

Iddio la creò.

Stringiamci a coorte,

siam pronti alla morte.

Siam pronti alla morte,

l'Italia chiamò.

Stringiamci a coorte,

siam pronti alla morte.

Siam pronti alla morte,

l'Italia chiamò, sì!

l'elmo di Scipio: L'Italia ha di nuovo sulla testa l'elmo di Scipio (Scipione l'Africano), il generale romano che nel 202 avanti Cristo sconfisse a Zama (attuale Algeria) il cartaginese Annibale. L'Italia è tornata a combattere.

Le porga la chioma: La Vittoria sarà di Roma, cioè dell'Italia. Nell'antica Roma alle schiave venivano tagliati i capelli. Così la Vittoria dovrà porgere la sua chioma perché sia tagliata, perché la Vittoria è schiava di Roma che sarà appunto vincitrice.

coorte: nell'esercito romano le legioni (cioè l'esercito), era diviso in molte coorti. Stringiamoci a coorte significa quindi restiamo uniti fra noi combattenti che siamo pronti a morire per il nostro ideale.

2° strofa

Noi fummo da secoli

calpesti, derisi,

perché non siam popolo,

perché siam divisi.

Raccolgaci un'unica

bandiera, una speme:

di fonderci insieme

già l'ora suonò.

Stringiamci a coorte,

siam pronti alla morte.

Siam pronti alla morte,

l'Italia chiamò, sì!

calpesti: calpestati

Raccolgaci: la lingua di Mameli è la lingua poetica dell'Ottocento. Questo raccolgaci in italiano moderno sarebbe ci raccolga, un congiuntivo esortativo che assimila il pronome diretto. Il significato è: ci deve raccogliere, tenere insieme.

una speme: altra parola letteraria e arcaica. Significa speranza. Non c'è però da stupirsi troppo se Mameli usa queste parole. Nella lingua delle canzonette di musica leggera intorno al 1950, queste parole si trovano ancora.

fonderci insieme: negli anni di Goffredo Mameli l'Italia è ancora divisa in molti staterelli. Il testo dice che è l'ora di fondersi, di raggiungere l'unità nazionale.


3° strofa

Uniamoci, uniamoci,

l'unione e l'amore

rivelano ai popoli

le vie del Signore.

Giuriamo far libero

il suolo natio:

uniti, per Dio,

chi vincer ci può?

Stringiamci a coorte,

siam pronti alla morte.

Siam pronti alla morte,

l'Italia chiamò, sì!


per Dio: doppia interpretazione possibile. Per Dio è un francesismo e quindi significa "da Dio": se siamo uniti da Dio, per volere di Dio, nessuno potrà mai vincerci.

Certo è però che in italiano "per Dio" può essere anche una imprecazione, una esclamazione piuttosto forte. Che avrà mai voluto intendere Goffredo Mameli? Siccome aveva vent'anni ci piace pensare che abbia voluto lui stesso giocare sul doppio senso (in fondo i suoi rapporti con il Vaticano non erano buonissimi, tant'è vero che è morto proprio a Roma dove combatteva per la Repubblica)


4° strofa

Dall'Alpe a Sicilia,

Dovunque è Legnano;

Ogn'uom di Ferruccio

Ha il core e la mano;

I bimbi d'Italia

Si chiaman Balilla;

Il suon d'ogni squilla

I Vespri suonò.

Stringiamci a coorte,

siam pronti alla morte.

Siam pronti alla morte,

l'Italia chiamò, sì!


Dovunque è Legnano: ogni città italiana è Legnano, il luogo dove nel 1176 i comuni lombardi sconfissero l'Imperatore tedesco Federico Barbarossa

Ferruccio: ogni uomo è come Francesco Ferrucci, l'uomo che nel 1530 difese Firenze dall'imperatore Carlo V.

Balilla: è il soprannome del bambino che con il lancio di una pietra nel 1746 diede inizio alla rivolta di Genova contro gli Austro-piemontesi

I Vespri: Nel 1282 i siciliani si ribellano ai francesi invasori una sera, all'ora del vespro. La rivolta si è poi chiamata la rivolta dei Vespri siciliani


5° strofa

Son giunchi che piegano

Le spade vendute;

Già l'Aquila d'Austria

Le penne ha perdute.

Il sangue d'Italia

E il sangue Polacco

Bevé col Cosacco,

Ma il cor le bruciò.

Stringiamci a coorte,

siam pronti alla morte.

Siam pronti alla morte,

l'Italia chiamò, sì!

Le spade vendute: i soldati mercenari si piegano come giunchi e l'aquila, simbolo dell'Austria, perde le penne.

Il sangue polacco: L'Austria, alleata con la Russia (il cosacco), ha bevuto il sangue Polacco, ha diviso e smembrato la Polonia. Ma quel sangue bevuto avvelena il cuore degli oppressori.

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