Quando il "se" non è ipotetico
Il famoso "se andrei"
28 gennaio 2007
da b1 a c1
Roberto Tartaglione
No
La lettura "Ma quanto siamo creativi!" comincia con un se + congiuntivo imperfetto:
Se non bastassero le questioni nazionali di rapporto fra religione e politica ... adesso arrivano anche gli Stati Uniti a regalarci problemi di cui avremmo fatto volentieri a meno!
Attenzione: qui non si tratta di una frase ipotetica! In realtà quel "se" non introduce una ipotesi ma è solo una abbreviazione della formula "come se non". Il senso generale della frase è fortemente esclamativo ed è una costruzione usata in espressioni di questo tipo:
Se non bastassero tutti i problemi economici che ho, anche la salute adesso non va più bene! Insomma bisogna stare attenti in italiano a distinguere fra i vari "se". In quella stessa lettura c'è un "se" che introduce una frase interrogativa indiretta:
I primi della classe si domandavano se fosse possibile conciliare le due cose.
Ecco: questo "se" è seguito da un congiuntivo imperfetto (come in una fase ipotetica), ma questo congiuntivo dipende dal fatto che siamo in una interrogativa indiretta. Questo significa che la domanda, in forma diretta, doveva essere questa: I primi della classe si domandavano: "è possibile conciliare le due cose?"
Nello stesso tempo, nel caso la formula diretta fosse stata diversa, e cioè: I primi della classe si domandavano: "sarebbe possibile conciliare le due cose?"
allora anche nell'interrogativa indiretta avremmo dovuto mantenere il condizionale:
I primi della classe si domandavano se sarebbe stato possibile conciliare le due cose.
In conclusione, quando sentirete gli italiani (sempre ossessionati dal congiuntivo!!!) affermare che "SE ANDREI è un errore terribile!!!" provate a rispondere: mah, non so se andrei in una scuola dove tu fai il prof!