Bravo, 7+!
I voti tradizionali nella scuola italiana
28 ottobre 2007
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Roberto Tartaglione
No
Albert Anker - "Von Anker bis Zünd, Die Kunst im jungen Bundesstaat 1848 - 1900", Kunsthaus Zürich, Die Dorfschule von 1848 (Wikipedia, pubblico dominio)
Il sistema scolastico dei voti numerici è così consolidato nella tradizione italiana che è entrato perfino a far parte del linguaggio comune e non scolastico.
Vediamo come funziona
I voti vanno da 0 a 10. 0 è il minimo (una vera catastrofe!), 10 è il massimo (be', bisogna essere dei geni!) In realtà il punto centrale di questo sistema è quello intorno al 5 e al 6: 5 è insufficiente, il più alto voto fra gli insufficienti. 6 è sufficiente, il voto più basso fra i sufficienti. Quindi il 6 significa promosso, il 5 significa bocciato.
Ma questi dieci voti non bastano a rendere bene le sfumature di un giudizio. E quindi bisogna usare qualche piccolo trucco per essere più chiari.
Uno studente che è pienamente sufficiente, ma non abbastanza da meritare il 7, può avere un 6 ½ (sei e mezzo). E se 6½ è ancora troppo, dovrà accontentarsi di un 6+ (sei più), che è meno di 6½, ma è comunque più di 6.
Nello stesso tempo può darsi che lo studente sia sufficiente, ma in modo un po' incerto. In questo caso prenderà un 6- (sei meno), voto che garantisce la promozione, ma vuol dire "guarda che sei proprio scarso eh!".
E se sei terribilmente scarso, ma il professore decide di non bocciarti, se insomma ti vuole dare un'ultima possibilità? Allora avrai un 6= (sei meno meno): questo significa "ti ho salvato perché sono buono, ma la prossima volta...!" Da qui tutta una filosofia: che differenza c'è fra 5½ e 6=? Ma una differenza abissale! 5½ è comunque insufficiente (anche se la sufficienza è vicinissima), mentre 6= è comunque sufficiente (anche se a un millimetro dall'insufficienza).
In sostanza:
0 - negativo punitivo 1 - totalmente negativo, quasi offensivo 2 - totalmente negativo 3 - veramente negativo 4 - molto negativo 5 - insufficiente 6 - sufficiente 7 - buono 8 - molto buono 9 - fantastico 10 - geniale
Ma attenzione: senza i +, senza i - e senza i ½, questi voti non avrebbero più nessuna umanità. Su questi parametri, nel linguaggio parlato, si basano i giudizi degli italiani."
Com'è quel film?" "Mah, direi 6 meno meno..." Oppure: "Hai visto quel ragazzo? Com'è?" "Be', direi 7 più!"
Più volte, nella scuola, si è tentato di sostituire i voti con dei "giudizi" (con la stupida scusa che il voto sarebbe freddo e il giudizio più umano). In realtà questi tentativi sono sempre fortunatamente falliti.
Infatti quando un professore scriveva un giudizio tipo:Lo studente nell'ultimo periodo ha dimostrato di essersi applicato migliorando apprezzabilmente il suo profitto senza tuttavia riuscire a conseguire la necessaria competenza nella materia in questione, spesso i genitori andavano da lui e gli chiedevano: "E che vuol dire?". E al professore non restava altro che rispondere: "Be', vuol dire 5½!"