Scoop sul Giubileo
Eccezionale intervista ai testimoni dei primi Giubilei della storia. In esclusiva.
25 giugno 2000
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Giulia Grassi
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La dottoressa Giulia Grassi, grazie a un consistente finanziamento di Scudit - Scuola d'Italiano Roma, è riuscita a organizzare nella nostra sede una tavola rotonda a cui hanno partecipato alcuni fra i più importanti testimoni dei primi Giubilei della storia.
Hanno risposto alle sue domande (elencati in rigoroso ordine alfabetico)
Alighieri Dante (poeta e polemista)
Bracciolini Poggio (umanista)
Del Mastro Paolo (cronista)
Malabranca Angelo (senatore)
Pipini Franciscus (cronista)
Rucellai Giovanni (mercante)
Stefaneschi Iacopo (cardinale e politico)
Sercambi Giovanni (cronista)
Villani Giovanni (cronista)
Villani Matteo (cronista)
Bonifacio VIII in un affresco di Giotto (1295-97 o 1300), conservato nella Basilica di S. Giovanni in Laterano a Roma, Wikipedia pubblico dominio
Giulia Grassi - Signor Villani, Lei che è il più grande cronista del Trecento, può illustrarci, in breve, come è cominciato questo evento che si ripete ormai da sette secoli?
Giovanni Villani - Papa Bonifacio VIII fece in questo modo: che qualunque Romano (e l'altra universale gente che non fossono Romani) visitasse infra tutto il detto anno le chiese de' beati appostoli santo Pietro e santo Paolo, a tutti fece piena e intera perdonanza di tutti gli suoi peccati (Giubileo 1300).
Giulia Grassi - La popolazione di Roma, nel 1300, era di circa ventimila persone (mi corregga se sbaglio). Quanti pellegrini arrivarono in quel primo Giubileo?
Giovanni Villani - Gran parte de' Christiani ch'allora viveano feciono il detto pellegrinaggio! Così femmine come uomini di lontani e diversi paesi. In tutto l'anno avea in Roma, oltre al popolo romano, duecentomila pellegrini! (Giubileo 1300).
Giulia Grassi - Chi erano e da dove provenivano, più precisamente, questi pellegrini? Può rispondere Lei, Signor Franciscus Pipini, che ha osservato da Parma, la Sua città, il passaggio di questa grande folla.
Franciscus Pipini - Maschi, femmine, chierici, laici, religiosi, religiose e monache andarono a Roma da tutta la Lombardia, dalla Francia, dalla Borgogna, dalla Germania, dalle altre regioni e da tutte le terre cristiane, infiniti baroni, cavalieri e nobili dame e altri senza numero dell'uno e dell'altro sesso, d'ogni condizione, stato, ordine, dignità andarono a Roma per il giubileo. Ogni giorno a tutte le ore sembrava che un intero esercito percorresse la via Clodia e i campi d'intorno. I baroni e le nobili dame che venivano dalla Francia e da altre terre lontane venivano in comitive di quaranta, cinquanta e più cavalli. Tutte le case della via Clodia, nella città di Parma e fuori, sia le solite locande e taverne che le altre case, davano ospitalità, cibo e bevande a pagamento. E ogni giorni erano piene di gente (Giubileo 1300).
Giulia Grassi - Il poeta abruzzese Buccio di Ranallo dice che i Romani erano maestri di doppiezza, prima "angeli" per adescare i clienti, poi "cani" una volta che li avevano accalappiati. Promettevano letti e invece facevano trovare dure panche. Addirittura non era raro che, a sorpresa, il pellegrino si ritrovasse dividere la stanza con altre sei o sette persone assolutamente sconosciute. E tutto a prezzi altissimi. Cosa ne dice Lei, Cardinal Stefaneschi?
Cardinal Stefaneschi - Con tanta gentilezza, pazienza, civiltà e tolleranza accolsero i forestieri, che giustamente acquistarono lode presso gli uomini e presso Dio (Giubileo 1300).
Giulia Grassi - Certamente però il movimento di denaro deve essere stato consistente, no?
Giovanni Villani - I romani per le loro derrate furono tutti ricchi; e de la offerta fatta per gli pellegrini molto tesoro ne crebbe a la Chiesa (Giubileo 1300).
Paolo del Mastro - Le arti che fecero assai denari furono queste, cioè la prima quella dei banchieri, gli speziali e i pittori del Volto Santo; questi fecero grande tesoro; poi le osterie e le taverne, massime chi le fece per le strade di fuori ovvero in Piazza di San Pietro e di San Giovanni; e tutte l'arti fecero assai bene (Giubileo 1450).
Giulia Grassi - La capacità di incoming di Roma si può considerare adeguata alle richieste?
Paolo Del Mastro - Venne tanta gente che in Roma non se poteva stare et ogni casa era albergo e non bastava (Giubileo 1450).
Giovanni Sercambi - I pellegrini si portarono a Roma a torme grandissime e per mancanza di alloggi stavano la notte stretti insieme aiutandosi con grandi fuochi (Giubileo 1400).
Senatore Angelo Malabranca - Abbiamo saputo che la maggior parte degli abitanti della zona attorno alla basilica [di San Pietro] costringe con la violenza i pellegrini ad essere ospitati nelle loro case!! (1235).
Giulia Grassi - E per quanto riguarda i centri di ristorazione? Bar, ristoranti, pub...
Giovanni Rucellai - Erano in Roma hosterie 1022 che tengono insegna, e senza insegna anche un grande numero (Giubileo 1450).
Matteo Villani - I Romani tutti erano fatti albergatori per guadagnare disordinatamente, potendo lasciare avere abbondanza e buono mercato di ogni cosa mantennero carestia di pane e di vino e di carne tutto l'anno (Giubileo 1350).
Anonimo - I Romani frodavano il macello mescolando e vendendo con sottili inganni mala carne con la buona (Giubileo 1350).
Dipinto di anonimo fiorentino del XIV secolo con scena di ristoro dei pellegrini (Città del Vaticano, Pinacoteca), Wikipedia pubblico dominio
Giulia Grassi - E Roma, con i suoi soliti problemi di traffico, ha sopportato il colpo?
Cardinal Stefaneschi - Dentro e fuori le mura della città si ammassava una fitta moltitudine, sempre più, quanto passavano i giorni, e molti restavano schiacciati nella calca (Giubileo 1300).
Giulia Grassi - Ma la segnaletica stradale era efficace? Abbiamo saputo dall'Assessore al traffico che per tutto il 1300 Ponte Sant'Angelo era diventato un senso unico... vero Signor Alighieri?
Dante Alighieri - (Giubileo 1300)
Come i Romani per l'esercito molto
l'Anno del Giubileo su per lo Ponte
hanno a passar la gente modo tolto
che dall'un lato tutti hanno la fronte
verso il Castello e vanno a Santo Pietro
dall'altra sponda vanno verso il Monte.
Giulia Grassi - Eh sì... quello stesso ponte che quando è stato ripristinato il doppio senso di circolazione ha provocato parecchi guai. Ci risulta che il 19 dicembre 1450, come al solito una folla si accalcava su Ponte Sant'Angelo, percorrendolo nei due sensi di marcia, verso il Vaticano e verso il centro della città. Una mula cominciò a scalpitare: la gente cominciò a correre impaurita e ci fu una strage. Ce lo conferma Signor del Mastro?
Paolo del Mastro - Fu tanta grande la ressa a mezzo della salita del ponte, che vi morirono centosettantadue anime e tutte furono soffocate dalla folla e ci morirono quattro cavalli e una mula, e tutti stavano a terra morti e ne cascavano sempre di più (Giubileo 1450).
Giulia Grassi - Gli intellettuali non sono sempre stati favorevoli a questo grande evento di massa. Lei, signor Bracciolini, non trova un po' snob questo atteggiamento?
Poggio Bracciolini - L'affluenza dei pellegrini fu grande e, come inondazione di barbari, riempirono la città di sporcizia e sudiciume (e mi mostra un documento amministrativo dei primi decenni del XV secolo sull'aspetto del centro di Roma: "Strade, piazze, edifici pubblici come pure abitazioni private, tutte cosparse di viscere, interiora, carcasse e scheletri, sangue rappreso, pelli, brandelli di carni, pesci putrefatti, fango, escrementi, corpi fetidi e in decomposizione"). (Giubileo 1423)
Giulia Grassi - Capisco... Ma, per concludere, nemmeno dal punto di vista urbanistico vedete conseguenze positive?
Paolo del Mastro - Nella via che va a Sancto Pietro, lì presso le mura, erano fatte molte casette da quelli poveri, ove già s'era fatta grandissima congregazione di gaglioffi, et facevasi di molto male. El papa fecie mettere fuoco in quelle case, tutte furono arse (Giubileo 1450).
E cominciò il risanamento del quartiere vaticano, il Borgo: è l'inizio di quelle "grandi opere" che hanno sempre accompagnato, da allora e fino all'ultimo Giubileo, del 2000, questo grande evento...
Giulia Grassi - Voglio ora ringraziare tutti i partecipanti, e in particolare Lei, Signor Alighieri, che per arrivare qui nel centro storico di Roma all'ora di punta ha dovuto attraversare un vero inferno. A tutti i nostri lettori (moderni pellegrini) garantiamo invece che non incorreranno nelle disavventure dei loro predecessori.