Mattinate fiorentine
consigli dell'inglese John Ruskin ai connazionali
28 novembre 2004
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Giulia Grassi
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Per adempiere fino in fondo al mio incarico di professore a Oxford, sento l'esigenza di completare le lezioni del mio corso accademico con questa guida per chi viaggia in Italia. Sono lettere scritte a un ipotetico amico che voglia sapere quali siano le cose più importanti da vedere
Mi sia permesso, innanzitutto, di suggerire ai miei lettori un consiglio pratico: se potete, date una buona mancia al custode o al sacrestano. La cosa vi sembrerà ingiusta verso chi verrà dopo di voi, ma lo sarebbe ancor più se non lo compenserete come si deve. Per costringervi a sborsare il vostro obolo in cambio delle cose che volete vedere, sarebbe indotto a nascondere o mettere tutto sotto chiave. In tal caso non guarderà in faccia a nessuno e non esiterà a montare in collera se indugerete un secondo in più davanti all'oggetto che vi mostra, impedendovi di osservarlo a vostro agio.
Date una buona mancia al sacrestano, e trattatelo bene. Il più delle volte l'italiano è grato del denaro che gli viene offerto, e ancor più grato di fronte a un gesto di umana cortesia; e ripagherà con autentico zelo e cordiale simpatia una mancia offerta con garbo.
Che brutta cosa, direte voi, esser grati al denaro! Sarà.
Io so soltanto che su cinquecento persone pronte a scrivermi una lettera traboccante di affetto, ne conosco forse una disposta a offrirmi uno scellino. Anzi, vi sarò molto grato se mi darete uno scellino per ciascuna di queste lettere. State pur certi che, a renderle degne di quella cifra, è la fatica che mi sono costate, maggiore di quanto possiate immaginare.