La Natività perduta di Caravaggio
Un quadro di Caravaggio trafugato dalla mafia
23 aprile 2006
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G. Grassi - R. Tartaglione
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Nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969 alcuni ladri entrano nell'Oratorio di San Lorenzo a Palermo e rubano un grande quadro che sta sull'altare maggiore dall'ottobre del 1609. È una tela della Natività coi Santi Lorenzo e Francesco, ed è l'ultima opera dipinta in Sicilia dal Caravaggio che, subito dopo, era partito per Napoli (nel luglio dell'anno seguente l'artista morirà su una spiaggia di Porto Ercole, in Toscana).
La notizia fa scandalo e tutti accusano tutti: perché un quadro così importante non era protetto? È possibile che nessuno abbia visto o sentito nulla? E chi può averlo fatto rubare?
L'ultimo interrogativo è il più inquietante, anche perché si fa strada l'ipotesi che sia stata la mafia.
A tutt'oggi il quadro non è stato recuperato, e molti ritengono che possa essere andato distrutto già da molto tempo. Forse... Ma del "Caravaggio perduto" ogni tanto si continua a parlare. Purtroppo sempre in modo vaghissimo.
Francesco Marino Mannoia, appartenente alla famiglia mafiosa dei Bontade e poi "collaboratore di giustizia" in una udienza in tribunale nel 1996 racconta che per rubare il quadro lui e altri ladri avevano rovinato molto la tela. Quando l'acquirente l'ha vista si è messo a piangere. E conclude affermando di aver distrutto il quadro, perché ormai invendibile.
Che la mafia possa aver fatto distruggere un Caravaggio, per quanto rovinato, pare incredibile. Del resto altre notizie sul quadro vengono fuori di tanto in tanto nel corso degli anni seguenti, e sempre in relazione alla mafia. La notizia più clamorosa la racconta Giovanni Brusca, altro mafioso pentito come Mannoia.
Brusca dice che la mafia, dopo le leggi speciali antimafia seguite alla morte di Falcone e Borsellino nel 1992, ha cercato di "trattare" con lo Stato Italiano: avrebbe restituito opere d'arte trafugate, tra cui la tela di Caravaggio, in cambio della modifica del 41bis (un articolo di legge che impone ai mafiosi il carcere duro, impedendo loro ogni comunicazione con l'esterno). "Pensateci - dicono i mafiosi - perché una persona, per quanto importante, può essere sostituita. Un'opera d'arte, persa una volta è persa per sempre". Ma non se ne è fatto nulla, ovviamente.
Francesco Marino Mannoia e Giovanni Brusca, "pentiti" di mafia, al momento del loro arresto. Wikipedia pubblico dominio
Anni dopo un altro pentito, Salvatore Cangemi, ha dichiarato che il quadro è ancora in possesso della mafia, che lo "espone" durante i summit fra i boss come simbolo del suo potere.
Nel 2009 un altro mafioso, Gaspare Spatuzza, dice che la tela, nascosta in una stalla, sarebbe stata rosicchiata da topi e maiali e perciò sarebbe distrutta.
E più di recente, nel 2017, un ancora un altro mafioso racconta invece che il dipinto sarebbe stato venduto in Svizzera a un antiquario.
Se è vero, il quadro non è perduto, e può essere recuperato. In fondo, basta solo sconfiggere la mafia...
Per saperne di più
Moir A., Caravaggio, Garzanti, 1982
Papa R., Caravaggio pittore di Maria, Ancora, 2005
Loverso R., La tela del boss, Novantacento, 2018 Zuccari A., Caravaggio controluce. Ideali e capolavori, Skira, 2011
Mendola G., Il Caravaggio di Palermo e l'Oratorio di San Lorenzo, Kalós, 2012
Cuppone M., Caravaggio. La Natività di Palermo, Campisano Editore, 2021