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Gangster story e verbi ausiliari

Una storia "noir" piena di verbi ausiliari un po' "noir"

1 aprile 2018

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Roberto Tartaglione

I materiali di Matdid sono scaricabili liberamente come supporto per lezioni di italiano. Ne è vietata la pubblicazione su carta o in formato digitale salvo autorizzazione.

Abbiamo ritrovato il diario segreto di Bob Stott, il contabile del famoso gangster italo-americano Al Capone.


«Sono finito in prigione come il mio amico Al Capone nel 1931 perché ho evaso le tasse… ma io non ho mai finito di scontare la mia pena perché sono evaso.

Una volta, infatti, quando sul carcere di Atlanta è calata la notte, ho calato una corda dalla finestra e sono sceso nel giardino della prigione; ho sceso i pochi scalini che portano in un cortile più grande; ho corso un bel rischio, certo, ma sono corso velocissimo dall’altra parte del cortile, verso l’uscita.

Sono esploso dalla rabbia quando due guardie bastarde mi hanno visto e hanno esploso contro di me dei colpi di pistola. Ma quegli stupidi hanno mancato il bersaglio, mentre a me non è mancata la prontezza di scappare fuori della prigione.

Ho passato qualche secondo in strada ed è passata una prima macchina: non si è fermata! Mi ha schizzato addosso del fango ed è schizzata via. Allora ho fermato la seconda macchina, una lucidissima Buick nera, modello 1930.

Sono montato e ho visto che la guidava una bionda tutta curve (che avrei montato volentieri).

Ma le guardie stavano arrivando e il battito del mio cuore è accelerato vertiginosamente: la bella bionda allora ha accelerato fortissimo e… da quel momento tutto è cambiato.

Ho cambiato i miei programmi, il corso della mia vita è deviato: anzi, la bionda lo ha deviato!

Sto scrivendo questo diario su un’isola dei Caraibi (di cui non vi dico il nome, naturalmente) dove un cameriere ci ha appena servito caviale e champagne. I soldi che avevo messo da parte non pagando le tasse mi sono serviti



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