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Chi ha spostato le Colonne d'Ercole?

Colonne d'Ercole a Gibilterra?

18 febbraio 2007

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Giulia Grassi

No

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(aggiornato ottobre 2023)


Nell'aprile del 2002 appare un libro, scritto dal giornalista del quotidiano "La Repubblica" Sergio Frau, intitolato Le Colonne d'Ercole. Un'inchiesta. Come, quando e perché la frontiera di Herakles/Milqart, dio dell'Occidente slittò per sempre a Gibilterra. Si tratta di un volume di 672 pagine, nel quale si propone una tesi che ha dell'incredibile: spostare le Colonne d'Ercole, che tutti siamo abituati a collocare in corrispondenza dello Stretto di Gibilterra tra Marocco e Spagna, da un'altra parte! Ma andiamo con ordine.

Sappiamo che secondo il mito Eracle/Ercole, prima di compiere la sua decima fatica (la cattura dei buoi del mostro Gerione), aveva eretto due pilastri in una località dell'estremo Occidente, identificata solitamente con lo stretto di Gibilterra. Questi pilastri, appunto le Colonne d'Ercole, indicavano il limite del mondo conosciuto: vi appariva infatti la scritta "nec plus ultra", non più oltre. Si trattava di un limite non solo geografico ma anche filosofico: un confine da non superare. Non a caso Dante, nella Divina Commedia (Inferno, XXVI), punirà con la morte Ulisse, che aveva osato oltrepassare quel confine, simbolo dei limiti posti da Dio alla conoscenza umana (testo sotto).



Frontespizio dell’opera di Francis Bacon Novum Organum (Wikipedia, Pubblico dominio)


Alle Colonne d'Ercole è legato un altro mito, quello di Atlantide, il continente scomparso. Il filosofo Platone, nei due Dialoghi Timeo (421 a.C.) e Crizia, parla di "un'isola più grande della Libia e dell'Asia messe insieme" collocata oltre le Colonne d'Ercole. Un continente, una volta ricchissimo potente e popoloso, inghiottito dall'Oceano nel giro di un giorno e una notte perché gli dei vollero punire i suoi abitanti, diventati malvagi e empi.

Per molti studiosi Atlantide è solo un mito, non è mai esistita veramente; altri l'hanno identificata con le isole Azzorre, con le Canarie o con l'isola greca di Santorini (Thera), sprofondata nel mare in seguito a un'eruzione vulcanica devastante. E con altri luoghi ancora.

A questo punto arriva il libro di Frau. Il giornalista analizza puntigliosamente le fonti storiche antiche, sottolineando le contraddizioni e le inesattezze, e prende in esame le testimonianze archeologiche, presenti e passate. Un lavoro enorme, e appassionato. Con risultati sorprendenti.

La collocazione delle Colonne d'Ercole a Gibilterra sarebbe una tradizione più tarda, dovuta al grande geografo del III secolo a.C. Eratostene (ca 276 - 194 a.C.). Precedentemente (il primo a parlarne, nel 476 a.C., era stato il poeta Pindaro) esse erano collocate nello Stretto di Sicilia, tra l'isola e la costa nordafricana.

Questa collocazione risponderebbe a una precisa situazione storica, legata alla supremazia di Cartagine nel Mediterraneo. Esse sarebbero da considerarsi come una specie di "Cortina di Ferro" che divideva il mondo tra Greci e Fenici, come aveva intuito il grande studioso della civiltà fenicia Sabatino Moscati, che ben trent'anni fa scriveva:

Cartagine, sembra evidente, volle calare come una Cortina di Ferro a metà del Mediterraneo, per sbarrare ai Greci la via dell'Occidente: di tale Cortina di Ferro possiamo ormai seguire la dislocazione dal Capo Bon, su per Pantelleria e Malta fino alla Sicilia occidentale e al territorio sardo: queste sono le premesse dello scontro con Roma.

Mappa del Mediterraneo, modificata con localizzazione delle colonne d’Ercole nel canale di Sicilia e sullo stretto di Gibilterra (Wikipedia, Pubblico dominio)


Nel III secolo a.C. la potenza di Cartagine a Occidente venne fortemente ridimensionata da Roma, vittoriosa dopo la sanguinosa Seconda Guerra Punica (218-202 a.C.) mentre a Oriente le conquiste di Alessandro Magno (morto nel 323 a.C.) avevano dilatato enormemente il mondo conosciuto dai Greci. La formazione di queste nuove condizioni geo-politiche sarebbe la premessa dell'operazione di Eratostene, che avrebbe spostato il confine occidentale del mondo greco in modo da mantenere la centralità della Grecia nel nuovo assetto del mondo: così le Colonne d'Ercole finirono a Gibilterra.

Ah, dimenticavo: la teoria di Frau ha come corollario, tutt'altro che secondario, l'identificazione dell'isola di Atlantide con la Sardegna.

L'uscita del libro ha provocato, come era prevedibile, un'ondata di reazioni. In genere l'ambiente accademico si è dimostrato ostile (nel 2004 è stata firmata una petizione contraria alle tesi di Frau promossa dall’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria), ma è da segnalare la presa di posizione di alcuni famosi studiosi del Mediterraneo antico, che hanno deciso di considerare le idee del giornalista non una follia, ma un utile stimolo per un riesame della questione, una interessante provocazione intellettuale. L'11 ottobre 2006 a Roma, nella sede dell'Accademia dei Lincei, si è svolto un convegno proprio su questo tema (Cosa c’era dietro le "prime" Colonne d’Ercole), accompagnato da una mostra: Atlantikà. Sardegna isola-mito. E le tesi di Frau sono state affrontate senza preclusioni.

Negli anni successivi la discussione è continuata. E mentre parte degli storici ritiene condivisibile l’idea che la posizione delle Colonne d’Ercole sia cambiata nei secoli in relazione al contesto storico-politico, la tesi che la Sardegna possa essere Atlantide ha diviso le opinioni, fieramente avversate (la maggioranza) o fortemente sostenute.

Come andrà a finire? Non lo sappiamo. Ma aspettiamo con ansia gli sviluppi successivi.


Il moderno monumento simbolico delle Colonne d'Ercole
(Wikipedia, pubblico dominio)

 

DIVINA COMMEDIA (Inferno XXVI)


Io e ' compagni eravam vecchi e tardi

quando venimmo a quella foce stretta

dov' Ercule segnò li suoi riguardi

acciò che l'uom più oltre non si metta;

da la man destra mi lasciai Sibilia,

da l'altra già m'avea lasciata Setta.

"O frati", dissi, "che per cento milia

perigli siete giunti a l'occidente,

a questa tanto picciola vigilia

d'i nostri sensi ch'è del rimanente

non vogliate negar l'esperïenza,

di retro al sol, del mondo sanza gente.

Considerate la vostra semenza:

fatti non foste a viver come bruti,

ma per seguir virtute e canoscenza".



 


Per saperne di più

• ARCHEOMEET. Archeologia e divulgazione in Sardegna, appunti su un incontro tra studiosi e cittadini, a cura di G. Paglietti e M. Onnis. Testi tratti dall’incontro-dibattito pubblico “Archeomeet”, tenuto il 7 luglio 2018 a Villanovaforru (sud Sardegna), Villanovaforru 2019

• Le détroit de Gibraltar (Antiquité - Moyen Âge) I: Représentations, perceptions, imaginaires, sous la dir. de F. Des Boscs, Y. Dejugnat, A. Haushalter, Madrid 2019

(Indice dei contenuti: https://books.openedition.org/cvz/28516?format=toc)

• H.-G. NESSELRATH, Le colonne d’Ercole: un confine mitologico e il suo significato nell’ antichità classica, «Eikasmos», 22 (2011), pp. 131–149

• T. COSSU, G. ANGIONI, Miti del desiderio sulla Preistoria in Sardegna, in Miti mediterranei, Atti del Convegno internazionale, Palermo-Terrasini, Fondazione Ignazio Buttitta (4-6 ottobre 2007), a cura di E. Buttitta, Palermo 2008, pp. 359-371

• Cosa c’era dietro le "prime" Colonne d’Ercole, Convegno, Roma, Accademia dei Lincei (11 ottobre 2006), Interventi (https://www.colonnedercole.it/spip/spip.php?article86) e mostra Atlantikà. Sardegna isola-mito (https://www.colonnedercole.it/spip/spip.php?rubrique7)

• "La Sardegna (che non esiste) di Sergio Frau", e-mail/Invito (21 gennaio 2005) di Alessandro Usai (Soprintendenza di Cagliari) per promuovere l’Appello del Gruppo Promotore (inizi dicembre 2004) (https://www.colonnedercole.it/spip/spip.php?article67)

• S. FRAU, Le Colonne d'Ercole. Un'inchiesta. Come, quando e perché la frontiera di Herakles/Milqart, dio dell'Occidente slittò per sempre a Gibilterra, Roma 2002


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