Il caso Mattei
Storia di un italiano dimenticato
Sì
Quando si parla di "personaggi italiani" famosi si finisce quasi sempre con il parlare di artisti, pittori, cantanti o registi. Quasi mai di politici o di industriali. E quando se ne parla è per lo più in termini negativi o caricaturali.
Stavolta perciò scriviamo qualcosa su un uomo che per una decina d'anni è stato l'uomo più potente d'Italia e che probabilmente aveva una visione estremamente moderna dei problemi dell'economia e della politica non solo italiana, ma mondiale. Quest'uomo si chiama Enrico Mattei.
Nel 1970 il regista Francesco Rosi ha fatto un film sulla sua vita: "Il caso Mattei".
A chi non l'ha visto noi consigliamo assolutamente di vederlo!
Enrico Mattei è nato nel 1906. Non conclude gli studi, ma prima della Seconda Guerra Mondiale fonda un'azienda specializzata nella produzione di oli per l'industria. Durante la guerra fa il partigiano e quando la guerra finisce diventa commissario straordinario dell'AGIP.
L'AGIP è l'ente petrolifero creato dal fascismo: un'industria di stato completamente inutile. Enrico Mattei ha il compito di liquidare, cioè di chiudere, questa industria. Nel 1949 però Mattei, nella zona di Cortemaggiore, trova un giacimento di gas metano, con piccole tracce di petrolio. Qui comincia la sua straordinaria carriera.
Mattei racconta - specialmente alla stampa - che a Cortemaggiore c'è il petrolio: le azioni dell'AGIP in borsa salgono moltissimo; lui diventa presidente dell'ENI (Ente Nazionale Idrocarburi) e in seguito porta praticamente il gas in tutte le case italiane.
Mattei capisce che il futuro dell'Italia è nella sua autonomia nella produzione di energia. Decide perciò di entrare in competizione con le "Sette Sorelle", le grandi imprese petrolifere che hanno il monopolio mondiale del petrolio. Comincia allora ad avere contatti diretti con i paesi produttori di petrolio: tratta con la Libia per poter sfruttare il petrolio nel Sahara. Finanzia i movimenti di liberazione dell’Algeria che combattono contro la Francia. Firma contratti con la Tunisia ed il Marocco.
Propone a Iran e Egitto accordi molto vantaggiosi che permettono a questi paesi di avere un profitto fino al 75% sullo sfruttamento del loro petrolio. Viaggia continuamente, cerca e trova all'estero il petrolio che non c'è in Italia. Naturalmente i paesi produttori vedono Mattei come un amico e preferiscono trattare con lui invece che con altre compagnie. All'inizio degli anni Sessanta Mattei fa accordi con la Russia e comincia ad avere contatti anche con la Cina. Per portare avanti il suo progetto finanzia (e corrompe) i partiti politici italiani che possono aiutarlo. Ha a disposizione moltissimo denaro.
Durante un congresso sui petroli, che si svolge a Piacenza, il presidente dell’ENI dichiara: "La politica del monopolio americano è finita. Le nuove realtà politiche dei paesi produttori di petrolio rendono possibile un nuovo sistema, basato su accordi diretti tra paesi produttori e paesi consumatori di petrolio".
Nel film "Il caso Mattei" il protagonista dice a un giornalista:“Il petrolio fa cadere i governi, fa scoppiare le rivoluzioni, i colpi di stato, condiziona l’equilibrio nel mondo … se l’Italia ha perso l’autobus del petrolio è perché gli industriali italiani, questi grandi industriali, non se ne sono mai occupati … non volevano disturbare la digestione dei potenti...Il destino di milioni e milioni di uomini nel mondo in questo momento dipende da 4 o 5 miliardari americani…La mia ambizione è battermi contro questo monopolio assurdo. E se non ci riuscirò io, ci riusciranno quei popoli che il petrolio ce l’hanno sotto i piedi.”
Il 27 ottobre 1962, mentre torna a Milano da un viaggio in Sicilia, il suo aereo privato cade e Enrico Mattei muore. L'inchiesta della polizia conclude che è stato un incidente. Il caso è chiuso e di autonomia energetica dell'Italia non si parla più. Ma è stato davvero un incidente? C'è voluto mezzo secolo, ma... Per saperlo vedi il testo di approfondimento "Il caso Mattei: l'inchiesta" sopra.