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Cambiare strada

I nomi delle strade, tra "damnatio memoriae" e "cancel culture"

1 settembre 2021

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Roberto Tartaglione

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Che nel corso della storia nomi di vie e piazze di una città possano variare lo sappiamo tutti: è normale però che queste modifiche avvengano dopo importanti cambiamenti politici.

Per esempio, dopo la II Guerra Mondiale, con la fine del Fascismo e con la trasformazione dell’Italia monarchica in Repubblica, è ovvio che un aggiornamento dei nomi delle strade fosse inevitabile.

Fra quelli più importanti a Roma:

  • Via dell’Impero > Via dei Fori Imperiali

  • Viale dei Martiri Fascisti > Viale Bruno Buozzi

  • Via dei Legionari > Via Antonio Gramsci

  • Via Libro e Moschetto > Via Piero Gobetti

  • Via dei Battaglioni Universitari > Via Cesare de Lollis

  • Ponte Littorio > Ponte Giacomo Matteotti

  • Piazzale Adolfo Hitler > Piazzale dei Partigiani

  • Via XXII marzo (fondazione dei Fasci di Combattimento) > Via Bissolati

  • Via Rosa Maltoni Mussolini (madre Mussolini) > Via Rosa Guarnieri Carducci


Naturalmente cambia nome il Foro Mussolini, oggi è conosciuto come Foro Italico. E anche il nome di Via Giappone, dedicata al paese alleato di Italia e Germania durante la guerra, viene trasformato in Via Panama.

Non sorprende poi che seguano la stessa sorte delle strade fasciste anche alcune strade dedicate agli ultimi due re Savoia, compromessi con il regime di Mussolini. Dopo la fine della monarchia si è deciso che Viale del Re si sarebbe chiamato Viale Trastevere e Corso Umberto Primo sarebbe tornato a chiamarsi Via del Corso.

Più complicato è il discorso per cambiamenti che si vorrebbero fare in tempi moderni, per strade dedicate a personaggi che solo oggi vengono seriamente messi in discussione.

È il caso di Piazza Cadorna a Milano che oggi si vorrebbe trasformare in Piazza Gino Strada. Nessuno di noi mette in dubbio il fatto che Gino Strada meriterebbe non una ma mille piazze in tutta Italia perché è un personaggio eccezionale di cui il Paese va orgoglioso. Nello stesso tempo non c’è dubbio che il Generale Cadorna, responsabile di una terribile gestione militare durante la I Guerra Mondiale e probabilmente della inutile morte di migliaia di soldati, non meriti lo stesso onore.

Tuttavia…


Tuttavia se si va a trattare il passato con questa logica si finisce in un labirinto dal quale è difficile uscire: l’Arco di Tito a Roma celebra la distruzione del Tempio di Gerusalemme e la riduzione in schiavitù degli ebrei: dovremmo cancellarlo? In America una certa corrente di pensiero ritiene che Cristoforo Colombo sia responsabile di molte nefandezze e perfino di genocidio: dovremmo cancellare piazze, strade e monumenti dedicati al navigatore genovese? E siamo sicuri che Giuseppe Mazzini sia un eroe del Risorgimento e non un terrorista? E se un giorno qualcuno decidesse che Giulio Cesare era solo un criminale di guerra sterminatore di Galli?


Certo, il problema è apertissimo. E siamo sicuri che anche nei paesi stranieri di tanto in tanto si presentino questioni del genere.


Voi come la vedete? Secondo voi c'è qualche rapporto fra l’americanissima cancel culture e la latinissima damnatio memoriae?


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