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Burocrazia e genialità

Il primo contratto di lavoro di Michelangelo

11 aprile 2004

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Giulia Grassi

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(aggiornato settembre 2023)


Ricordo questo primo di Aprile, come io Ludovico di Buonarrota acconcio Michelangelo mio figliolo con Domenico et Davit di Tommaso di Currado per anni tre prossimi a venire in questi patti e modi, che il detto Michelangelo debba stare con i sopradetti detto tempo a imparare a dipingere e a fare esercizio, e cioè i sopradetti gli comanderanno e detti Domenico et Davit gli debbono dare in questi tre anni fiorini ventiquattro di sugello, il primo anno fiorini sei, il secondo anno fiorini otto, il terzo anno fiorini dieci, in tutto la somma di lire 96.

Si tratta di una nota scritta da Ludovico Buonarroti, padre di Michelangelo, in un registro del pittore Domenico Ghirlandaio: è il contratto di ingresso di Michelangelo nella bottega dei fratelli Domenico e David di Tommaso di Corrado (meglio conosciuti col cognome Ghirlandaio), una delle più importanti botteghe di pittura di Firenze alla fine del XV secolo. L'anno è il 1488.

Questa è la traduzione:

"Ricordo che questo primo aprile io Ludovico Buonarroti sistemo mio figlio Michelangelo con Domenico e David di Corrado per i prossimi tre anni a questi patti e secondo le seguenti modalità: che il nominato Michelangelo deve stare con i sopraddetti [Domenico e David] per il tempo stabilito [tre anni], per imparare a dipingere e fare esercizio; e i sopraddetti lo comanderanno; che Domenico e David in questi tre anni gli devono dare 24 fiorini come compenso, 6 fiorini il primo anno, 8 fiorini il secondo e 10 fiorini il terzo: in tutto la somma di 96 lire".


Cosa c'è di particolare in questo contratto? Molte cose.

Prima cosa. A Firenze i ragazzi entravano a bottega a dieci anni, e non a tredici, l'età che aveva l'artista nel 1488.

Seconda cosa. Il primo anno gli apprendisti imparavano a disegnare, mentre Michelangelo è stato messo subito a dipingere.

Terza cosa. Il primo anno gli apprendisti non ricevevano uno stipendio; solitamente erano i maestri che insegnavano il mestiere a farsi pagare! Invece i Ghirlandaio e Ludovico Buonarroti concordano un pagamento "a rate" per il giovane apprendista.

In poche parole, l'apprendista Michelangelo doveva già saper disegnare. Non solo. Doveva avere già uno stile suo, autonomo, dimostrando così un'indipendenza intellettuale sorprendente in un ragazzino di tredici anni. Del resto il biografo Giorgio Vasari scrive che Domenico Ghirlandaio "rimase sbigottito dalla nuova maniera [stile]" dei disegni di Michelangelo ... mentre un altro biografo, Ascanio Condivi, rivela che il più anziano pittore era piuttosto "invidiosetto" della bravura del giovane dipendente.

Il contratto è quindi un riconoscimento del talento precoce di Michelangelo, visto più come collaboratore che come studente. Michelangelo non ha mai riconosciuto di avere dei debiti artistici nei confronti dei Ghirlandaio: i suoi veri maestri erano altri. Lo testimoniano i disegni realizzati in quel periodo - quando aveva tra i tredici e i quindici anni - e riprodotti sotto: a) copia del 1490 dagli affreschi di Giotto nella Chiesa di Santa Croce (1315-1320); b) copia del 1488 dagli affreschi di Masaccio nella Chiesa del Carmine (1427).



Oltre ai fondamentali Giotto e Masaccio, ci sono altri artisti che Michelangelo ha studiato. Basta guardare le sue prime opere di scultura e pittura, realizzate tra i quindici e i vent'anni: c) la Madonna della scala (1490 circa), legata allo stile di Donatello; d) la Centauromachia (1490-92), debitrice di Antonio Pollaiolo, Giovanni Pisano e delle sculture di epoca romana; e) la Madonna di Manchester (1495-97 circa), la prima opera pittorica attribuibile a Michelangelo e influenzata da Sandro Botticelli e da Luca della Robbia. Tutte caratterizzate da uno stile personale e autonomo, già ben definito e pieno di energia e potenza espressiva.




 

Per saperne di più:

• C. ACIDINI LUCHINAT, E. CAPRETTI, K. WEIL-GARRIS BRANDT, Michelangelo. Gli anni giovanili, «Art & Dossier», n. 150 (novembre 1999)

Giovinezza di Michelangelo, catalogo della mostra, Firenze, Palazzo Vecchio e Casa Buonarroti (7 ottobre 1999 – 6 gennaio 2000), Skira 1999

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