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Vocali ballerine

Osservazioni sulle vocali italiane

1 novembre 2022

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Roberto Tartaglione

I materiali di Matdid sono scaricabili liberamente come supporto per lezioni di italiano. Ne è vietata la pubblicazione su carta o in formato digitale salvo autorizzazione.

L’alfabeto italiano ha 21 lettere. Solo 5 di loro sono vocali: a, e, i, o, u. In un testo italiano, generalmente, le 5 vocali sono il 50% del totale delle lettere e le 16 consonanti sono l’altro 50%.




L’italiano è certamente una lingua “vocalica”. Forse per questo è una lingua così “cantabile”? Nelle parole italiane, spessissimo, c'è la sequenza consonante-vocale-consonante-vocale: ca/ne; fe/li/ce; po/li/ti/ca. E quasi tutte le parole italiane finiscono con vocale (quasi mai -u): per questo le 4 vocali a, e, i, o sono il cuore della grammatica: indicano il maschile o il femminile (bambino/bambina), il singolare o il plurale (casa/case) e anche le persone dei verbi (parlo/parli/parla). Nomi e aggettivi, al singolare, finiscono con -o (maschile), con -a (femminile) o con -e (attenzione: le parole con -e possono essere o maschili o femminili). Al plurale circa il 75% di nomi e aggettivi finisce con -i. Infatti la -i serve per fare il plurale di nomi e aggettivi in -o (libro-libri) e anche di quelli in -e (madre-madri; padre-padri). Il plurale in -e si usa solo nel 25% dei casi. Infatti serve solo per fare il plurale di nomi e aggettivi femminili in -a (donna/donne).




La proposta di una nuova vocale: lo schwa (ə) 


Negli ultimi anni anche per l'italiano, come per molte altre lingue, si parla del problema di "identità di genere". Secondo la tradizione in italiano la vocale -i si usa per il plurale maschile (bambino/bambini) ma anche come plurale generico per indicare uomini e donne (gli italiani). Secondo alcuni gruppi e associazioni sensibili al problema dell'"identità di genere" questa scelta è discriminatoria perché la -i, in moltissimi casi, è legata al genere maschile. Anche la soluzione di scrivere gli italiani e le italiane non soddisfa tutti: le persone che non si identificano come maschi o come femmine si sentono discriminate da questa formula binaria non inclusiva.

Qualcuno allora ha pensato di utilizzare un simbolo preso dall'alfabeto fonetico internazionale, lo schwa (ə) che rappresenta una vocale intermedia tra i ed eIn questo modo gli italiani si riferisce a maschi, le italiane si riferisce a femmine e lə italianə si riferisce a tutte le persone di qualunque sesso.


Naturalmente usare lo schwa provoca molti problemi perché in italiano le differenze fra maschile e femminile riguardano non solo nomi e aggettivi, ma anche articoli, preposizioni articolate, pronomi, participi passati. In teoria infatti una semplice frase... può diventare così:

In questa scuola sono venutə moltə studentə stranierə e quest'anno noi lə abbiamo contatə. Lə americanə sono lə più numerosə mentre il numero dellə francesi e dellə russə è basso.


Per il momento pochissime persone usano questo tipo di scrittura. In futuro... chissà.

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