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Una tomba con fantasia

Il sepolcro del fornaio Eurisace a Roma

1 giugno 2019

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Roberto Tartaglione

I materiali di Matdid sono scaricabili liberamente come supporto per lezioni di italiano. Ne è vietata la pubblicazione su carta o in formato digitale salvo autorizzazione.

(aggiornato settembre 2023


Se farsi una tomba a forma di piramide a Roma può sembrare una bizzarria anche un po' megalomane, che dire del fornaio che la tomba se l'è fatta costruire a forma di forno?



Questo strano monumento è visibile a Roma, appena fuori Porta Maggiore: è il sepolcro (la tomba) del fornaio Eurisace e di sua moglie e risale al I secolo avanti Cristo. Eurisace voleva che la sua tomba ricordasse la sua arte: per questo l’ha fatta costruire con questa forma caratteristica. Quegli strani "buchi" tutt'intorno riproducono infatti i contenitori in cui si impastava il pane per poi metterlo al forno; anche le scene scolpite sul marmo raccontano le varie fasi della panificazione.

L’urna con i resti di sua moglie era a forma di panarium (cesta del pane). Sopra, in latino molto popolare, c'era scritto Fui Atitia uxor mihei, femina optima vexisit, quoius corporis reliquiae, quod superat, sunt in hoc panario (Atitia fu mia moglie, visse come ottima donna, i resti del suo corpo, ciò che ne rimane, sono in questo paniere).

Come è possibile che un semplice fornaio fosse così ricco da permettersi una tomba così importante? Per immaginare la spiegazione dobbiamo guardare un’altra scritta incisa lungo il sepolcro: Est hoc monumentum Marcei Vergilei Eurysacis pistors redentoris apparet. Da qui si capisce che Eurisace era un appaltatore (redentoris). Quindi pare che il nostro fornaio non fosse un "semplice fornaio" come quelli che immaginiamo, sempre sporco di farina per preparare il pane. Era un appaltatore, cioè era il fornitore ufficiale di pane per qualche ente statale: le sua impresa insomma doveva essere piuttosto grande.

Si sa: quando una impresa ha un appalto dallo Stato il guadagno è garantito e può essere molto alto.

Se ci pensate bene anche oggi gran parte degli scandali economici e delle indagini per corruzione sono legate alla questione degli appalti: quale impresa dovrà costruire quella metropolitana o quel ponte? Chi dovrà costruire quella autostrada o quello stadio? Chi si aggiudica l’appalto per queste grandi opere certamente incasserà molto denaro.

Ai tempi dei romani lo Stato aveva bisogno di appaltare la produzione del pane,  magari per i militari, per i lavoratori, o anche per fare doni al popolo. Eurisace era entrato in questo vantaggioso giro di affari. 

Qualche nota su questo monumento:

1) Il sepolcro è venuto alla luce solo durante dei lavori di ristrutturazione di Porta Maggiore nel 1838. Prima era completamente nascosto da altre costruzioni.



2) Oggi uno dei quattro lati è completamente distrutto. Proprio su quel lato mancante c'era il gruppo scultoreo che raffigurava Eurisace insieme a sua moglie.



3) I rilievi che rappresentano le varie fasi della panificazione sono nella parte alta della costruzione.



4) La scritta che permette di attribuire a Eurisace la proprietà del sepolcro è stata oggetto di molti studi e discussioni: la parola apparet con cui termina l'iscrizione è l'abbreviazione di apparetoris? Significa quindi che Eurisace era appaltatore e apparitore (apparitore è una importante carica statale)? Così pensano in molti. Oppure è abbreviazione di apparetorum? E in questo caso Eurisace sarebbe stato appaltatore degli apparitori.

Ma c'è anche chi dice che quell'apparet non sia un'abbreviazione e abbia relazione invece con il verbo apparire. Insomma Eurisace voleva dire che quella era la sua tomba, che era un fornaio, come si vede (apparet) chiaramente dalla forma del sepolcro. Spiegazione improbabile ma divertente.



5) Perché costruire una tomba così grande proprio davanti a una porta della città? Questa domanda se la fanno spesso i turisti guardando il monumento senza pensare che la risposta è terribilmente semplice... Così semplice che non la scriveremo qui. Ma vi consigliamo di dare un'occhiata alle date di costruzione sia delle mura sia della tomba.



6) Farsi costruire una tomba con una forma così particolare può sembrare una bizzarria (e forse lo è). Ma c'è stato un periodo in cui parecchi romani sembrava volessero lasciare un ricordo di sé degno di restare vivo nei secoli: basta pensare a quel tale Caio Cestio che ha preteso che i suoi eredi gli costruissero una tomba monumentale simile a quella dei faraoni egiziani, la Piramide Cestia. E Cestio non è stato l'unico a volere una tomba così. Pare infatti che a Roma di Piramidi che ne fossero almeno altre due che però oggi sono andate distrutte. Del resto è facile immaginare il perché: prima Giulio Cesare (e la sua "storia" con Cleopatra) e poi Augusto avevano fatto entrare l'Egitto nell'orbita romana e l'egyptian style a Roma era diventato molto di moda!



 

Per saperne di più

N.B. JONES, Exemplarity and Encyclopedism at the Tomb of Eurysaces, «Classical Antiquity», Vol. 37, No. 1 (April 2018), pp. 63-107 (con bibliografia aggiornata)

• P. CIANCIO ROSSETTO, Il sepolcro del fornaio Marco Vergilio Eurisace a Porta Maggiore, Roma 1973

• L. CANINA, Descrizione del luogo denominato anticamente la Speranza Vecchia, del monumento del Acquae Claudia ed Anniene Nuova, e del sepolcro del Marco Vergilio Eurysace, ivi ultimamente discoperto, Roma 1839.

• G. MELCHIORRI, Intorno al monumento sepolcrale di Marco Virgilio Eurisace recentemente discoperto presso la Porta Maggiore, Roma 1938 (DAI/Deutsche Archäologische Institut: Gesamtes Buch als PDF herunterladen)


Foto. Con l’esclusione della prima immagine (licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale / https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Sepolcro_di_Eurisace_o_tomba_del_fornaio,_Roma.jpg?uselang=it), parzialmente modificata, le restanti sono state realizzate dall’A. nel Museo della Centrale Montemartini e a Porta Maggiore, Roma

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