3 gennaio 1954: si accende la tv
Piccola storia della televisione italiana
Sì
(aggiornato ottobre 2023)
Wikipedia, pubblico dominio
1954
Il 3 gennaio del 1954, dagli studi Rai (Rai, Radiotelevisione italiana) di Torino, dopo anni di sperimentazione, cominciano le prime trasmissioni della televisione in Italia.
Nel 1954 gli abbonati alla tv sono 24.000.
Nel 1965 sono più di 6 milioni.
La "prima" televisione italiana è specialmente strumento di informazione e educazione e solo in piccola parte di "intrattenimento": la serata più importante è dedicata al teatro il venerdì sera.
1957
La pubblicità televisiva comincia nel 1957, ma ha solo uno spazio di circa 10 minuti ed è chiusa in un contenitore che si chiama "Carosello".
1960
Dal 1960 comincia il programma "Non è mai troppo tardi", un corso per insegnare a leggere e a scrivere agli analfabeti, ancora molto numerosi.
Alberto Manzi conduce "Non è mai troppo tardi"
(Wikipedia, pubblico dominio)
La gestione della Rai è, politicamente, tutta democristiana, cioè del governo.
Fino al 1960 nessun leader di partito parla in tv. In seguito comincia "Tribuna Politica", un programma con giornalisti che intervistano i politici.
Hanno comunque successo i programmi di intrattenimento (il quiz "Lascia o raddoppia?" è un vero fatto storico). Gli sport più seguiti sono il calcio e il ciclismo.
1961
Dal 1961 comincia le trasmissioni anche il secondo canale Rai: il punto di forza del primo canale è il teatro; il secondo canale punta specialmente sul cinema.
La tv produce anche grandi sceneggiati (oggi si chiamano fiction) di altissimo livello: "I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni, "I Miserabili" di Victor Hugo, "La Cittadella" di Cronin, fino all'"Odissea" di Omero, hanno un successo eccezionale.
Nino Castelnuovo e Paola Pitagora, Renzo e Lucia, nei "Promessi Sposi" del 1967
1968
Dal 1968 (anno delle Olimpiadi in Messico) i programmi sportivi sono trasmessi in diretta.
Anni 70
Negli anni Settanta la Rai diventa importantissima per la produzione cinematografica (115 film prodotti solo nel 1975).
A metà degli Anni Settanta nascono i primi canali privati locali (che possono cioè trasmettere solo in ambito locale per non più di 150.000 abitanti). Le emittenti private nel 1976 sono 68. Nel 1981 sono 600!
Dal 1977 la televisione trasmette a colori.
Dopo il 1968 - per circa dieci anni - vanno in crisi gli spettacoli leggeri di intrattenimento compreso il famoso Festival di Sanremo!
Anni 80
Per reggere la concorrenza dei canali privati la tv pubblica si rinnova: eliminato "Carosello" la pubblicità comincia a diventare simile a quella dei giorni nostri. Nel 1979 nasce il terzo canale Rai.
Negli Anni Ottanta la Fininvest di Silvio Berlusconi (che ha tre tv private: Canale 5, Rete 4 e Italia 1) comincia a diffondere i suoi programmi non più a livello locale ma nazionale. In un primo momento le tre reti sono oscurate (perché la legge vieta ai privati di trasmettere a livello nazionale), ma poi il governo fa una nuova legge che permette al gruppo di Berlusconi di trasmettere in tutta Italia. Dopo il monopolio della Rai comincia così il duopolio Rai-Fininvest.
Dagli anni 90
Dopo il consolidamento del duopolio Rai-Madiaset (tv di Stato e tv di Berlusconi) il progresso della tv, in Italia come all'estero, è stato soprattutto tecnologico: si passa dal sistema "analogico" a quello digitale, aumentano le reti disponibili, nascono nuovi canali (satellitari e a pagamento) e tutti i canali passano al sistema di codifica MPEG-4.
Per quello che riguarda la qualità... basta accendere la tv per capire a che punto siamo.
Un tema resta comunque centrale dal punto di vista economico: la pubblicità.