Non c'è più religione
Una storia antica di grande attualità
Sì
(aggiornato settembre 2023)
Nel Senato Romano - dall'anno 29 avanti Cristo - c'era un altare con la statua della Vittoria: davanti a questa statua i senatori bruciavano profumi prima delle sedute.
Dopo l'anno 313 d.C. (quando l'imperatore Costantino aveva dato libertà di culto ai cristiani e aveva riconosciuto a tutte le religioni pari dignità) anche molti senatori romani sono diventati cristiani.
I senatori pagani continuavano l'antica tradizione di venerare la statua della Vittoria: per loro non tanto era il simbolo del paganesimo, ma il simbolo della "romanità". Questo però offendeva terribilmente i senatori cristiani.
Ricostruzione virtuale della Curia Iulia con, sul fondo, l’altare della Vittoria (Dal sito “Altair4 Multimedia Roma” (https://romemuseumexhibition.com/speakers/altair4-multimedia-roma/#)
Su richiesta dei cristiani l'Imperatore cristiano Graziano, nel 382, aveva deciso allora di fare togliere quella statua dal Senato.
L'anno dopo però, morto Graziano, i Senatori pagani hanno pensato di chiedere al nuovo imperatore, Valentiniano II, di rimettere la statua in Senato, in quel posto dove era stata per più di trecento anni.
Davanti all'imperatore, come rappresentante dei pagani, era andato Quinto Aurelio Simmaco. A difendere la causa dei cristiani era andato invece il vescovo di Milano Ambrogio.
Simmaco, grande oratore, ha chiesto di non cancellare le radici pagane dell'Impero romano:
«Chiediamo pace per gli dei della patria... Dobbiamo riconoscere che tutti i culti hanno un unico fondamento. Tutti contemplano le stesse stelle, un solo cielo ci è comune, un solo universo ci circonda. Che importa se ognuno cerca la verità a suo modo? Non si può seguire una sola strada per raggiungere un mistero così grande»
Immediatamente Ambrogio ha risposto:
«Quella verità che tu non conosci noi la abbiamo appresa direttamente da Dio!» Ambrogio aveva vinto la sua battaglia. e la statua è stata rimossa. Nel 392 l’imperatore Eugenio, cristiano ma tollerante, su pressione dei senatori pagani fa ricollocare ancora una volta altare e statua nella Curia. Ma nel 394 viene sconfitto da Teodosio che, cristiano fervente, fa rimuovere definitivamente l’altare.
La statua della Vittoria non è mai più tornata nel Senato di Roma.
Per saperne di più
• E. COLAGROSSI, Non uno itinere. La disputa tra Simmaco e Ambrogio nel quadro del conflitto tra paganesimo e cristianesimo nel IV secolo d.C., in Quis est qui ligno pugnat? Missionari ed evangelizzazione nell’Europa tardoantica e medievale (secc. IV-XIII), Verona 2016, pp. 81-97 (https://iris.unige.it/retrieve/handle/11567/1023217/471001/COLAGROSSI%20Simmaco.pdf)
• La maschera della tolleranza. Ambrogio, Epistole 17 e 18; Simmaco Terza Relazione, Introduzione di I. Dionigi, traduzione di A. Traina, con un saggio di M. Cacciari, testo latino a fronte, Milano 2006