Napoli ritrovata
Alla scoperta di Napoli
14 giugno 2009
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Giulia Grassi
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Lo confessiamo: abbiamo un debole per Napoli, città bella come poche, per sei secoli (dal 1266 fino all'annessione al Regno d'Italia nel 1860) capitale di un Regno indipendente.
È anche una delle più antiche città italiane. Fondata dai Greci alla fine del VII secolo a.C. sulla collina di Pizzofalcone col nome di Partenope, diventa Neapolis (città nuova) intorno al 470 a.C., quando viene ampliata; nel 211 a.C. viene conquistata dai Romani. La struttura urbanistica greco-romana si è conservata, ed è ancora riconoscibile nel centro storico della città moderna, mentre i resti archeologici sono sopravvissuti al di sotto dei monumenti medievali, rinascimentali e barocchi, e in alcuni casi sono visitabili: ad esempio le aree archeologiche del Duomo, di San Lorenzo Maggiore, di Santa Chiara, di Vico Carminiello ai Mannesi.
Ma gran parte della città antica è ancora da scoprire, un po' come succede a Roma. Negli ultimi anni gli scavi archeologici sono stati più intensi, in particolare in connessione con la costruzione della metropolitana, e sui giornali le notizie relative a scoperte veramente eccezionali sono state assai numerose. Come la metro C di Roma anche la linea 1 si configura come una vera e propria "metro archeologica". Raccontiamo due delle scoperte più affascinanti, ma l'elenco è veramente lunghissimo.
Il Teatro Romano (fine I secolo a.C.)
Il teatro romano (A) della città è oggi inglobato in una serie di costruzioni comprese fra via Anticaglia, via San Paolo ai Tribunali e vico Giganti, costruzioni che hanno una formadeterminata da quella dell'antico edificio.
Si trovava tra il decumanus superior (F, odierna Via Anticaglia) e il decumanus maior (E, attuale Via dei Tribunali) e quindi a nord del Foro (B), che era caratterizzato dal Tempio dei Dioscuri (C, inglobato nella chiesa di San Paolo Maggiore) e dal macellum o mercato (D, odierna area archeologica di San Lorenzo Maggiore). Poteva ospitare circa seimila spettatori.
Un primo scavo c'era stato tra 1881 e 1891, ma le indagini scientifiche sono iniziate solo nel 1997. L'idea di abbattere le costruzioni posteriori, che era stata proposta in passato, è stata saggiamente abbandonata, in modo da lasciare il teatro inserito all'interno della stratificazione urbanistica che si è creatanei secoli. Nel mese di giugno 2009 l'area viene aperta al pubblico per lo spettacolo teatrale "Il Teatro Sommerso", per permettere a tutti di riscoprire questo luogo incantato della città.
Il Porto Romano (I secolo d.C.)
Una delle scoperte più emozionanti fatte durante i lavori di costruzione della metro (Linea 1) è stata quella dell'antico porto romano nella zona di Piazza Municipio, proprio alle spalle del porto moderno (la linea di costa era evidentemente molto più arretrata). Lo scavo è sceso ben diciassette metri al di sotto della strada, fino al livello del IV-III secolo a.C., ed ha quindi 'tagliato' stratigraficamente più di due millenni di storia della città.
Tra la fine del 2003 e il 2004 gli archeologi hanno ritrovato le strutture portuali di epoca romana, e hanno riportato alla luce il fondale marino del I secolo d.C., a quota -2,50 metri sotto il livello del mare. Tra i tanti reperti (anfore da trasporto, monete, ceramiche, gioielli, attrezzi per la pesca ecc), è stato entusiasmante il ritrovamento dei relitti di tre navi (A), una delle quali di un tipo poco noto a chiglia larga e prua piatta (horeia) e databile al III secolo d.C. (circa due secoli dopo le altre). Le navi, in legno di abete, sono state rimosse dal fondale alla fine del 2004 per essere restaurate e permettere la prosecuzione dei lavori.
a. Le tre navi e i pali di legno che formavano il molo (foto della
Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Provincie di Napoli e Caserta)
b. Il molo e le tre navi in un disegno ricostruttivo (studio grafico InkLink)
c. L'esposizione dei reperti nel corridoio che collega la stazione della metro Neapolis con il Museo Archeologico Nazionale (foto di Daniele Pizzo)
Una parte dei reperti sia dell'area portuale (B) sia di altre zone di scavo (come quella, anch'essa eccezionale, della vicina Piazza Nicola Amore), sono al momento esposti presso la stazione della metro Neapolis, in un allestimento molto curato e ben illustrato (C).
Come si fa a non amare Napoli?