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La bella di Albano

Vittoria Caldoni, la modella dei grandi artisti dell'Ottocento

1 gennaio 2018

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Giulia Grassi

I materiali di Matdid sono scaricabili liberamente come supporto per lezioni di italiano. Ne è vietata la pubblicazione su carta o in formato digitale salvo autorizzazione.

Si chiama Vittoria Caldoni.

È nata nel 1805 in una semplice famiglia di produttori di vino (vignaioli) a Albano, una piccola città vicino a Roma, che è ancora oggi famosa per la produzione di "vino dei Castelli".

Tra il 1820 e il 1840 è stata modella per decine di artisti; è morta in Russia (non si sa bene quando, ma certamente dopo il 1872).

Per la sua bellezza, per i suoi grandi occhi scuri, per la sua grazia e la sua modestia decine di artisti, pittori e scrittori si sono innamorati di lei.


J.A. SETTEGAST, Ritratto di donna italiana (Vittoria Caldoni), 1842, Stadtmuseum Simeonstift Trier (Wikipedia, pubblico dominio)

Vittoria ha cominciato a fare la modella a 15 anni e tutti gli artisti presenti a Roma in quegli anni hanno cercato almeno una volta di conoscere questa ragazza così bella: qualcuno ha visto in lei l'armonia delle sculture classiche (Fig 2); qualche altro ha visto invece in lei la perfezione dei volti dipinti da Raffaello (Fig 3).

Tra gli intellettuali è diventata famosa come "la fanciulla di Albano", la "bella vignaiola", "Vittoria di Albano". Sono innumerevoli i quadri, i disegni e le sculture dove lei è protagonista. Anche il poeta Goethe ha avuto in casa un suo ritratto.





Vittoria ha fatto la modella per tutti. Ma sempre con la mamma presente!

Fare la modella è una professione... pericolosa e una ragazza perbene deve sicuramente essere accompagnata dalla mamma!

Per vent'anni è stata certamente la donna più bella d'Italia, se non del mondo e naturalmente ha avuto tantissime richieste di matrimonio.

Ma Vittoria ha detto di no a tutti, finché un giorno ha conosciuto un giovane pittore russo, Grigorij Làpcenko: l'unico che ha dipinto Vittoria nuda (Susanna sorpresa dai vecchioni, 1831).

Grigorij Làpcenko, Susanna sorpresa dai vecchioni, 1931 (Wikipedia, pubblico dominio)

Per il marito Vittoria ha rinunciato a tutto. Si è trasferita in Russia, in Crimea, si è dedicata ai figli e, soprattutto, si è dedicata al marito che è diventato cieco molto presto e per questo ha dovuto smettere di dipingere.

Insomma, in Russia ha cominciato una vita anonima che noi conosciamo solo fino alla morte di Làpcenko, nel 1872. Dopo la morte di lui, non sappiamo più niente di lei.

Forse è il caso di dire che qualche volta il matrimonio, alle donne, fa davvero male!


 

Note:

"Una bellezza così perfetta come non se n'è mai vista dagli albori dell'umanità" (August Kestner, Römische Studien, 1850, p. 81)
"Provati a guardare il fulmine quando, squarciando le nubi nere come carbone, scocca in un diluvio di luce abbagliante: tali sono gli occhi di Annunziata d'Albano. Tutto in lei rammenta i tempi antichi, quando il marmo si animava al balenio degli scalpelli degli scultori" (Nikolaj Gogol, Roma, 1838-1842)

 

Per saperne di più

  • C. DAVIS, Auf den Spuren der Nazarener: Re-reading Vittoria Caldoni: Friedrich Overbeck’s ‘Portrait’ in the Neue Pinakothek, 2013.

  • R. GIULIANI, Vittoria Caldoni Lapčenko. La ‘fanciulla di Albano’ nell’arte, nell’estetica e nella letteratura russa, Roma 2012 (II edizione riveduta e ampliata).

  • U. KOELTZ, Vittoria Caldoni: Modell und Identifikationsfigur des 19. Jahrhunderts, Frankfurt am Main 2010 (Dissertation, Technische Universität, Dortmund, 2009).

  • A.I. GOLD, Der Modellkult um Sarah Siddons, Emma Hamilton, Vittoria Caldoni und Jane Morris. Ikonographische Analyse und Werkkatalog. Dissertation, Westfälische Wilhelms-Universität Münster (2009), pp. 145-194, 248-254 passim.


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