L'Epifania dei pittori
L'Adorazione dei Magi nell'arte italiana
22 dicembre 2002
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Giulia Grassi
No
(aggiornato ottobre 2023)
La visita dei re Magi a Gesù è rappresentata nell'arte con il titolo di Adorazione dei Magi. È una scena che ci aiuta a capire lo spirito e la cultura delle varie epoche artistiche. Vediamo qualche esempio di artisti italiani.
Adorazione dei Magi, Gentile da Fabriano, Wikipedia, Pubblico Dominio
L'Adorazione dei Magi dipinta da Gentile da Fabriano nel 1423 (Firenze, Galleria degli Uffizi) illustra bene lo spirito della civiltà tardo-gotica: tutto è eleganza, raffinatezza, linearismo, decorativismo. Verso la capanna con la Sacra Famiglia, sulla sinistra, si dirige un lungo e affollato corteo, preceduto dai re Magi. Siamo così affascinati dalla brillantezza dei colori, dalla luminosità dell'oro, dalla ricchezza dei particolari (i gioielli, le stoffe lussuose degli abiti, gli animali esotici come le scimmie e la pantera) che quasi non ci rendiamo conto che si tratta di una scena religiosa. È come una fiaba, elegante e sospesa in una dimensione senza tempo.
Adorazione dei Magi, Masaccio, Wikipedia, Pubblico Dominio
Pochi anni dopo, nel 1426, Masaccio dipinge una Adorazione dei Magi (Berlin, Staatliche Museen) per il Polittico di Pisa. Solo pochi anni, ma la distanza culturale è enorme. Il pittore elimina tutti gli elementi non essenziali, l'oro, i dettagli decorativi. I protagonisti sono figure reali, concrete, che si muovono in uno spazio tridimensionale, creato con la prospettiva matematica. La luce, naturale, illumina la scena da sinistra cosicché a terra si vedono le ombre. L'effetto è di semplicità, chiarezza e monumentalità. L'episodio non è una fiaba cavalleresca ma è una historia, un fatto storico, al quale assistono due personaggi vestiti di nero, che indossano abiti contemporanei: sono due testimoni. Con Masaccio, che rappresenta il fatto come un episodio che è parte della storia dell'Uomo, inizia la grande pittura del Rinascimento.
Adorazione dei Magi, Leonardo, Wikipedia, Pubblico Dominio
Tra 1481 e 1482, quasi sessant'anni dopo, Leonardo comincia a Firenze un'Adorazione dei Magi (Firenze, Galleria degli Uffizi), ma la lascia incompiuta al momento della sua partenza per Milano nel 1482; sulla tavola c'è solo il disegno preparatorio, anche se molto accurato. Leonardo è un innovatore del linguaggio rinascimentale. A lui, che analizza la realtà con gli occhi attenti e curiosi di uno scienziato, non interessa raccontare il fatto storico ma capire il significato della nascita di Cristo, le sue conseguenze sull'umanità: ecco perché rappresenta la scena come epifania, come manifestazione del Divino.
Abbandona perciò lo schema orizzontale, eliminando il corteo e la capanna; mette al centro la Madonna con il Bambino e intorno colloca numerosi personaggi che con i loro gesti e con le loro espressioni evidenziano un grande turbamento, una profonda emozione.
La manifestazione della Divinità è fatto eccezionale, che sconvolge il corso naturale delle cose e la vita degli uomini. In questo caso, cambia il cammino della Storia: infatti nella parte superiore del quadro si vede una battaglia di cavalieri davanti a un grande edificio antico (forse un circo) in rovina, interpretata come una allusione alla fine del mondo pagano. L’Adorazione dei Magi di Leonardo è tornata visibile agli Uffizi nel marzo 2017, dopo un restauro durato quattro anni e mezzo, condotto dall’Opificio delle Pietre Dure, istituto centrale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali a Firenze. Il restauro ha comportato non solo una pulitura dell’opera, ma un’analisi del disegno, dei colori e delle lumeggiature, che sono riemersi suggerendo nuovi percorsi di lettura e interpretazione.
Adorazione dei Magi, Tintoretto, Wikipedia, Pubblico Dominio
A Venezia, un secolo dopo (1582), Jacopo Tintoretto dipinge una visionaria Adorazione dei Magi per la Sala Terrena della "Scuola Grande di San Rocco". Siamo nel periodo del Tardo Manierismo (o, meglio, della Maniera), quando l'arte non è più espressione della superiorità dell'Uomo razionale, come nel Rinascimento, ma è al servizio della Chiesa cattolica e della Controriforma.
In questa tela, come in altre opere a San Rocco, tutto è mistero, spiritualità, profondo senso del sacro. Questo effetto è conseguenza dell'uso suggestivo della luce.
In primo piano la luce emana dal corpo di Gesù e, lottando con l'ombra profonda del crepuscolo, mette in evidenza i gesti e le emozioni dei Magi e degli altri protagonisti. Sul fondo il corteo dei Magi è quasi un'apparizione fantastica, con figure trasparenti, senza peso, costruite per mezzo di pennellate luminose rapide e spezzate.
Quello che vediamo è veramente uno spazio dell'anima, espressione dello spirito visionario dell'artista veneziano.
Adorazione dei Magi, Tiepolo, Wikipedia, Pubblico Dominio
Al 1753 risale la grande Adorazione dei Magi (München, Alte Pinakothek) dipinta da Giovan Battista Tiepolo, uno dei più famosi rappresentanti della pittura veneta nell'epoca dominata dal gusto rocaille. Lontana sia dalla spiritualità che dalla razionalità degli esempi del passato, si presenta quasi come una rappresentazione teatrale. È molto raffinata nei dettagli: la luminosità della Vergine che si contrappone agli abiti scuri, e quasi poveri, di San Giuseppe; la figura del Moro in primo piano, con il turbante rosso e gli abiti lussuosi; la macchia brillante della veste dorata del Mago inginocchiato davanti alla Madonna. Ed i colori sono squillanti, splendenti.
La bellezza della pittura non riesce però a nascondere la mancanza di emozioni, e di spiritualità, della scena. È un'opera fatta per appagare gli occhi, per soddisfare il gusto per la raffinatezza e l'eleganza, più interessata all'apparenza che alla sostanza, secondo quella estetica del piacere che domina buona parte del XVIII secolo. L'argomento rappresentato è poco importante, quello che conta è lo splendore della forma.
Per saperne di più
• A. DE MARCHI, Gentile inedito: ritornando alla Pala Strozzi, in Inedita mediævalia: scritti in onore di Francesco Aceto, a cura di F. Caglioti e V. Lucherini, Roma 2019, pp. 173-182
• J. HERCZOG, Gli strumenti musicali nell'Adorazione dei Magi: motivi di una studiata parsimonia, in Il mondo cortese di Gentile da Fabriano e l'immaginario musicale: la cultura musicale e artistica nel Quattrocento europeo e la sua riscoperta in epoca moderna e contemporanea, a cura di M. Lacchè, Roma 2008, pp. 91-104
• Gentile da Fabriano agli Uffizi, K. Christiansen, C. Brandon Strehlke, A. Cecchi, N.A. MacGregor e S. Freschi sul restauro che ha interessato il polittico, Cinisello Balsamo 2005
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• L. PISANI, Ricerche sull’iconografia del Polittico Pisano di Masaccio, «Predella», 39-40 (2016) (http://www.adottaunoperadarte.it/linda-pisani-ricerche-sulliconografia-del-polittico-pisano-di-masaccio)
• J.T. SPIKE, Masaccio, Milano 2002, pp. 00-00
• G. BRIGANTI, in Masaccio e Piero, (La Repubblica: Il romanzo della pittura), 1988
• G. GARDNER VON TEUFFEL, Masaccio and the Pisa Altarpiece: A New Approach, «Jahrbuch der Berliner Museen», 19 (1977), pp. 23-68
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• R. BELLUCCI, L'Adorazione dei magi e i tempi di Leonardo, in Leonardo and his circle: painting technique in the light of restorations and scientific studies, international symposium (Rome, 29-30 November 2019), edited by A. Sgamellotti, B.G. Brunetti, Roma 2022, pp. 197-230
• G. PALMA, P. PINGIA, E. SIOTTO, R. BELLUCCI, G. GUIDI, R. SCOPIGNO, Deformation Analysis of Leonardo da Vinci’s “Adorazione dei Magi” through Temporal Unrelated 3D Digitization, «Journal of Cultural Heritage», 28 (2019), pp. 1-16
• C. FROSINI, R. BELLUCCI, P. RIITANO, Il restauro dell’Adorazione dei Magi di Leonardo. Capire il non finito, «Imagines», 1 (2017) (https://www.uffizi.it/news/il-restauro-dell-adorazione-dei-magi-di-leonardo-da-vinci-capire-il-non-finito)
• Il cosmo magico di Leonardo da Vinci. L' Adorazione dei Magi restaurata, catalogo della mostra, Firenze, Galleria degli Uffizi (28 marzo – 24 settembre 2017), a cura di E.D. Schmidt, M. Ciatti, D. Parenti, Firenze 2017
• Il restauro dell’Adorazione dei Magi di Leonardo. La riscoperta di un capolavoro, a cura di M. Ciatti e C. Frosinini, Firenze 2017
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• M.A. CHIARI MORETTI WIEL, Tintoretto in San Rocco Between Light and Darkness, in From Darkness to Light: Writers in Museums 1798–1898, edited by R. Mamoli Zorzi, K. Manthorne, Cambridge, UK: Open Book Publishers 2019, pp. 43-52 (https://books.openbookpublishers.com/10.11647/obp.0151.03.pdf)
• G. ROMANELLI, La luce e le tenebre: Tintoretto alla Scuola Grande di San Rocco, Venezia 2011, capitolo: La Sala terrena e il ciclo mariano, pp. 115 sgg
• V. SAPIENZA, Miti, metafore e profezie. Le Storie di Maria di Jacopo Tintoretto nella sala terrena della Scuola Grande di San Rocco, in Venezia Cinquecento. Studi di Storia dell’arte e della cultura, XVII, n. 33 (2007), pp. 49-139 (https://iris.unive.it/retrieve/e4239ddc-8944-7180-e053-3705fe0a3322/V%20Sapienza%2C%20Miti%2C%20metafore%20e%20profezie.pdf)
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• C. CALEGARI, Le pale d'altare. Adorazione dei Magi; San Gaetano da Thiene, in I colori della seduzione. Giambattista Tiepolo e Paolo Veronese, catalogo della mostra, Udine, Galleria d’Arte Antica (17 novembre 2012 – 1 aprile 2013), cura di W.L. Barcham, L. Borean, Udine 2012, pp. 163-182
• J. FASSI, «La parola è d’argento, il silenzio è d’oro»: la retorica del silenzio nelle pale d’altare di Giambattista Tiepolo, in Polifonie veneziane, a cura di S. Meine, 2013, pp. 23-39
• G. PIOVENE, L’opera completa di Giambattista Tiepolo, apparati estetici e filologici di A. Pallucchini, Classici dell’Arte Rizzoli, 1976, n. 202 a p. 118, tav. XLIV.